Punto di vista

Chi non muore finisce allo zoo


Sono decine e sono ufficialmente estinte (o quasi): ecco le specie che sopravvivono soltanto negli zoo e negli acquari

Tilacino_cattività

Sulla Lista rossa dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature) vengono iscritte le specie in pericolo d’estinzione. A lato di ogni specie una sigla che descrive il livello di pericolo corso. Si va da VU (vulnerable: vulnerabile) a EN (Endangered: in pericolo), a CR ( Critically Endangered: in pericolo critico, con la perdita del 90% degli individui), fino a EX (Extinct: estinta) e EW (Extinct in Wild: estinta allo stato selvatico; la specie non esiste più nel suo habitat naturale ma sopravvive soltanto in zoo, riserve e istituti). E’ di questa categoria che oggi mi voglio occupare.

Quest’anno sulla lista si contano 39 specie marcate con “EW” tra piante e animali. Trentanove specie che in pochissimi esemplari sopravvivono alla marea di questa immane estinzione di massa che si sta realizzando negli ultimi due secoli quando ogni anno scompaiono 5000 specie, forse di più visto che molte altre potrebbero non essere state nemmeno scoperte prima di enstinguersi. Diciamo così: che si sappia, 5000 specie ogni anno diventano un ricordo o un’immagine su un libro.  Zoo e riserve in questo caso funzionano da “Arche di Noé” dove, paradossalmente, trovano rifugio dalla distruzione degli ecosistemi, la caccia, la pesca e il bracconaggio dietro sbarre, fossati, bacheche o le pareti di vetro di un acquario quegli animali e piante che non hanno retto all’impatto con la globalizzazione e l’espansione umana.

Alcuni di questi “sopravvissuti” forse torneranno a popolare il loro habitat naturale, altri tristemente moriranno in cattività portando con sé tutta la specie di appartenenza come accaduto, per esempio, al  Lupo di Tasmania, il tilacino (Thylacinus cynocephalus, nella foto qui sopra), “cane” marsupiale il cui gusto per le pecore gli è costato l’esistenza in Australia e Nuova Zelanda. L’ultimo esemplare esistente è morto in cattività nel 1936 in uno zoo della Tasmania.

Ecco allora 10 di questi “ultimi della loro specie” che esistono ancora soltanto o soprattutto grazie all’uomo, lo stesso che ne ha quasi provocato l’estinzione. In 7 casi su 10 si tratta di specie effittivamente EW, in 3 casi di specie prossime a diventare EW (e magari già lo sono e non lo sappiamo ancora).

 

Colomba_socorro

La colomba di Socorro (Zenaida graysoni)

Dall’isola di Socorro, maggiore dell’arcipelago messicano delle Revillagigedo (Oceano Pacifico), la Zenaida è scomparsa da decenni spinta sull’orlo dell’oblio dalle specie importate dalla terraferma come i gatti, i cani che la cacciavano e le pecore che distruggevano il sottobosco dove questo grazioso volatile era uso nidificare. Ora sopravvive in cattività in vari zoo del pianeta. Lo zoo di Londra ha annunciato il lieto evento della nascita di un pulcino. Sull’isola sono gia pronte le strutture per il ripopolamento… messo che la specie sopravviva in cattività abbastanza a lungo.

 

Il Tiro o Skiffia dorata (Skiffia francesae)

E’ un pesciolino dorato che gli acquariofili conoscono molto bene. E’ amato dagli appassionati per i suoi riflessi e l’eleganza della lunga coda. Ebbene la potrete trovare soltanto negli acquari di mezzo mondo ma non nel luogo d’origine il Río Teuchitlán, un fiume nello Stato del Jalisco, in Messico.

 

Il rospo del Wyoming (Anaxyrus baxteri)

Era un anfibio piuttosto comune fino agli anni Cinquanta nello stato degli USA da cui prende il nome comune. Poi con l’arrivo della Green revolution che ha visto entrare la fitochimica e il DDT entrare pesantemente nei campi americani la popolazione era già praticamente scomparsa fino al 1991 quando è stata dichiarata estinta in natura. Ora sopravvive in pochi “sacri” esemplari nei terrari del Mortenson Lake National Wildlife Refuge.

 

Rinoceronte_Giava

Rinoceronte di Giava (Cyprinodon alvarezi)

I rinoceronti hanno commesso un peccato mortale: hanno uno due corni sul muso, corni che nella medicina tradizionale asiatica hanno potere straordinari se sbriciolati e ingeriti in improbabili pozioni. E’ un’assurdità, siamo nel 2015 direte voi… Eh, no, non per tutto il mondo. Un collaboratore del Cites mi ha detto che sul mercato nero cinese un corno di rinoceronte può valere fino a 300.000 euro… E così nel 2011 il rinoceronte nero dell’Africa Occidentale è stato dichiarato estinto massacrato dai bracconieri e le altre specie di rinoceronte non se la passano meglio. Quello di Giava, per esempio, sopravvive in 40 esemplari mantenuti in cattività in uno zoo indiano. Nel 2008 una spedizione ha individuato una femmina con due cuccioli in Indonesia.

 

Monaca

Foca monaca (Monachus monachus)

La foca monaca è una specie di fantasma: non è ufficialmente estinta allo stato selvatico perché ogni tanto minuscoli gruppi fanno capolino, qua e là nel Mediterraneo. L’ultimo avvistamento risale al 2013 a Marettimo, nelle Egadi. La sua sopravvivenza è vincolata per lo più a quei pochi esemplari che sopravvivono nei principali acquari del Mare nostrum. Chissà se un domani potrà tornare a popolare i nostri mari…

 

cervo

Cervo di Padre David (Elaphurus davidianus)

Questo bel cervo cinese è stato portato quasi all’estinzione dalla perdita del suo habitat originale. In Cina la pressione sugli ecosistemi è molto alta e nonostante sia un paese enorme è anche uno dei più inquinati. Il cervo di Padre David ora sopravvive soltanto in alcune riserve, pubbliche e private dove è stato allevato soprattutto come preda per gli amanti della caccia. Adesso quelle popolazioni conservate per diventare trofei assumono un valore del tutto differente visto che di questi splendidi cervidi non ne esistono più in natura.

 

L’orice dalle corna a sciabola (Oryx dammah)

E’ scomparsa dal Sahel. I motivi sono molti, non ultimi la caccia dissennata e i conflitti che hanno martoriato l’Africa Sub Sahariana. E’ uno dei meravigliosi girovaghi del deserto e oggi purtroppo il deserto non è più la sua casa. Sopravvive in cattività e un domani quando le condizioni lo permetteranno forse tornerà all’habitat che le appartiene.

 

Mitù (Mitu mitu)

E’ della famiglia dei fagianidi e con il suo bel mantello nero e lucido era abituato a razzolare nelle foreste costiere nel Nord Est del Brasile. Poi sono arrivate le piantagioni di canna e il suo ecosistema è stato completamente spazzato via. De decenni sopravvive in cattività. Forse non tornerà mai più ad essere un animale selvatico almeno fino a quando non torneranno ad esistere le foreste di un tempo.

 

Corvo delle hawaii (Corvus hawaiiensis)

In un arcipelago paradisiaco, le Hawaii, questo bel corvo ha trovato l’inferno. Il suo caratteristico “Kraaa-a-aik” non risuona più nelle foreste del cinquantesimo stato americano perché buona parte di quelle foreste non esistono più. Sopravvive in gabbia e aspetta come tutti gli ospiti dell’Arca che un domani passi la tempesta.

 

tigre

Tigre della Cina meridionale (Panthera tigris amoyensis)

Non è ancora ufficialmente estinta allo stato selvatico (come in questo elenco la foca mocanaca e il rinoceronte di Giava) ma sono 20 anni che non se ne vedono nell’area in cui questo predatore fiero ed elegante era abituato a sedersi sul trono di re della foresta. Presto diventerà EW e la specie dovrà fare affidamento sui cento esemplari presenti negli zoo cinesi.

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  • Paolo Magni
    13 Settembre 2015 at 13:04

    Cara Tessa, purtroppo le stragi nei confronti di tutto il Creato proseguiranno fino all’autodistruzione totale di questo mondo provocata dall’avida mano dell’uomo.
    Dovranno passare ancora lunghi ed interminabili anni bui, ma il buio sarà di nuovo riacceso dal ritorno della Luce. Il ritorno della Luce corrisponderà con la nuova venuta del Figlio di Dio in Terra. Egli ritornerà sulle ceneri di questo mondo ed istruirà di nuovo gli Adam dotati di buona volontà a convivere in maniera pacifica con TUTTO il Creato. Egli li istruirà col linguaggio divino e l’umanità tornerà a comunicare in maniera pacifica ed armonica con animali, vegetali e minerali. E si compiranno di nuovo le Scritture: così in cielo così in terra. E la Pace tornerà a regnare su questa Terra.