Punto di vista

Cosa emerge dall’ultimo rapporto sul clima? Umanità a rischio?


Scioglimento ghiacciai causato dai cambiamenti climatici

Innanzitutto una doverosa premessa riguardo al clima, qual è la differenza tra “riscaldamento globale” e “cambiamenti climatici”?

Nel primo caso si intende il progressivo innalzamento delle temperature medie globali, orientate verso il surriscaldamento del pianeta. Mentre con “cambiamenti climatici” si intendono i fenomeni meteorologici estremi e le modifiche del clima locale e globale causati da questo aumento della temperatura.

Ecco quindi che parlare di cambiamenti climatici sempre più veloci assume un significato particolare, tutt’altro che rassicurante. Gli eventi estremi si fanno sempre più frequenti, a un ritmo mai visto finora. Accade ad esempio con le ondate di calore, sperimentate anche sulla nostra pelle durante le prime infinite settimane di questo agosto.

In questi anni stiamo imparando a conoscere i diversi fenomeni prima estremamente rari. Non soltanto calore, che sta minacciando e portando alla scomparsa molti ghiacciai (inclusi quelli in Italia). Anche sul fronte pioggia e temporali il clima sembra  “impazzito”. Lunghi periodi di siccità si alternano a inondazioni e alluvioni, un panorama decisamente poco gradevole.

Eppure per anni abbiamo ignorato l’ambiente, continuando a comportarci come se il pianeta fosse infinito e con esso le sue risorse e capacità di assorbire il nostro inquinamento. Ora con l’avanzare dei mesi stiamo imparando che difendere la Terra non è tanto una scelta di vita, ma una scelta “per” la vita. Difendere l’ambiente è un po’ difendere noi stessi e la sopravvivenza dell’umanità.

Rapporto IPCC 2021 sul clima: umanità a rischio

Gli esperti dell’ONU,  nel recente Rapporto IPCC 2021 hanno espresso tutte le loro preoccupazioni in merito all’attuale crisi climatica. I climatologi delle Nazioni Unite hanno avvisato: interventi rapidi, incisivi e soprattutto su larga scala, altrimenti sarà impossibile evitare i danni maggiori.

Ebbene sì amici, ci siamo. In base a quanto affermato dai climatologi dell’ONU è arrivato il tempo di agire in fretta e per il bene del pianeta. Ciò si tradurrebbe nel limitare il riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi Celsius (rispetto al periodo pre-industriale, intorno al 1850 per intenderci). Però con l’attuale andamento delle cose potrebbe risultare impossibile persino un contenimento del global warming entro i 2 gradi °C.

Il primo volume (WG1) del Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC è stato presentato a inizio agosto. Intitolato “Climate change 2021: the Physical Science Basis”, offre una rassegna completa degli studi scientifici portati avanti negli ultimi anni. 

Per renderci conto di quel che potremmo sperimentare in futuro sfruttiamo un esempio fornito dall’IPCC: anche soltanto con un incremento di 1,5 gradi (siamo a +1,1 gradi nel periodo 2011-2020 rispetto al periodo 1850-1900) si assisterebbe a “un incremento del numero di ondate di calore, stagioni calde più lunghe e stagioni fredde più brevi”. Se il riscaldamento globale dovesse raggiungere i 2 gradi le conseguenze sarebbero ancora più catastrofiche, sia per l’agricoltura che per la salute pubblica. Frutto anche di periodi di siccità più marcati e piogge sempre più intense, tanto da far lievitare il rischio inondazioni e alluvioni. Purtroppo non si tratta nemmeno degli scenari più pessimistici: in assenza delle giuste contromisure si potrebbero superare anche i 3/3,5 gradi Celsius, con effetti devastanti per varie aree del mondo.

Cambiamenti in atto, alcuni esempi concreti

Tiriamo in ballo qualche numero, così da avere un’idea più precisa dei cambiamenti in atto sul pianeta. A cominciare dall’anidride carbonica o CO2, la cui concentrazione atmosferica di 410 PPM (parti per milione, dati 2019) risulta essere la più elevata degli ultimi 2 milioni di anni. Record assoluto, purtroppo, anche per altri due gas climalteranti: metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) risultano aver toccato le concentrazioni più elevate per quanto riguarda gli ultimi 800.000 anni.

Clima, cosa dobbiamo aspettarci?

Inutile girarci intorno, se non faremo qualcosa al più presto gli eventi meteo estremi che stiamo vivendo diventeranno sempre più frequenti e catastrofici. A confermarlo anche Panmao Zhai, co-presidente del Gruppo di Lavoro I dell’IPCC. Secondo l’esperto i cambiamenti climatici stanno già influenzando ogni regione della Terra, in molteplici modi.

Cosa dobbiamo aspettarci con un ulteriore riscaldamento delle temperature globali? Nel rapporto sono delineati diversi possibili effetti, inclusi quelli riguardanti i livelli dei mari e lo scioglimento dei ghiacciai:

Per le aree costiere ci si attende un continuo aumento del livello del mare per tutto il XXI secolo che contribuirebbe a inondazioni costiere più frequenti e gravi nelle aree basse rispetto al livello del mare e allerosione delle coste. Eventi estremi riferiti al livello del mare che prima si verificavano una volta ogni 100 anni, entro la fine di questo secolo potrebbero verificarsi ogni anno.

Un ulteriore riscaldamento intensificherà lo scioglimento del permafrost, la perdita della copertura nevosa stagionale, lo scioglimento dei ghiacciai e della calotta polare, e la perdita del ghiaccio marino artico estivo.

Conseguenze che non ci toccano? Non direi, ma in caso fosse necessario ecco alcuni riferimenti più “vicini”:

Per le città, alcuni aspetti dei cambiamenti climatici possono risultare amplificati. Tra questi, le ondate di calore (le aree urbane sono di solito già  più calde), le inondazioni dovute a forti precipitazioni e laumento del livello del mare nelle città costiere.

Tutto perduto? Non ancora secondo Valérie Masson-Delmotte, co-presidente del Gruppo di Lavoro I dell’IPCC:

Questo rapporto è un riscontro oggettivo (reality-check). Ora abbiamo un quadro molto più chiaro del clima passato, presente e futuro, che è essenziale per capire dove siamo diretti, cosa si può fare e come ci possiamo preparare.

Proteste a difesa del clima o Climate Strike

Cosa possiamo fare contro i cambiamenti climatici?

Eccoci alla grande domanda: cosa possiamo fare contro i cambiamenti climatici? Azioni a livello politico saranno fondamentali, senza le quali non sarà possibile ottenere i risultati sperati. Secondo quanto ha concluso Panmao Zhai:

Stabilizzare il clima richiederà riduzioni forti, rapide e costanti delle emissioni di gas a effetto serra fino a raggiungere emissioni nette di CO2 pari a zero. Limitare altri gas serra e inquinanti atmosferici, specialmente il metano, potrebbe avere dei benefici sia per la salute che per il clima.

Importante è quindi garantire il nostro supporto alle associazioni ambientaliste e alle organizzazioni che lottano per la difesa del pianeta. Mantenendo alta l’attenzione verso il problema sarà più facile spingere i governi all’azione.

L’impegno del singolo non si esaurisce qui. Vi è un’altra potente “arma” nelle nostre mani: essere cittadini e consumatori consapevoli e attenti; insomma, diventare ogni giorno un po’ più ecocentrici.

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