Non è solo saggezza orientale, lo dice la scienza: il tè verde fa bene.
Umberto Veronesi lo introduce nella sua dieta anticancro ideale, i benefici del tè verde non sono più figli soltanto delle millenarie esperienze cinese e giapponese che su questa pianta e il suo infuso hanno costruito un’intera cultura come noi abbiamo fatto con vino e caffè.
Lo dice anche la scienza: nelle foglie della pianta del tè si concentrano grandi quantità di polifenoli e flavonoidi, molecole biologicamente attive dal forte potere antiossidante.
Questo significa che il tè, quello verde in particolare, il tipo che trattiene la maggior parte delle sostanze benefiche prima di finire nelle nostre tazze, è in grado di limitare l’azione dei radicali liberi, molecole responsabili dell’invecchiamento cellulare. Visto che la prevenzione del cancro parte prima di tutto dalla tavola e, in generale, da quello che mangiamo, tra le due e le cinque tazze di tè verde al giorno sembrano svolgere un ruolo importante in questo senso.
Stando a recenti studi, i tumori polmonari, esofagei, della prostata e il melanoma sembrano essere quelli in cui il tè verde risulta più efficace in termini di prevenzione.
Anche le catechine, una particolare famiglia di flavonoidi contenuti nelle foglie della pianta, sono in grado di influire positivamente sul sistema circolatorio mantenendo bassa la pressione negli ipertesi a rischio ictus.
Una particolare catechina (l’epigallocatechina – )tèsembra regolare la glicemia e i livelli di insulina, una manna per chi è a rischio di diabete. La stessa molecola tende a regolare i livelli di colesterolo.
Alcuni studi giapponesi dimostrano che il tè verde è un efficace antibatterico naturale agendo sia sui batteri responsabili delle carie quanto su quelli responsabili delle infezioni delle alte e basse vie aeree.
Una pianta miracolosa. E ora la domanda che sicuramente vi frullerà per la testa: perché il tè verde sì e il tè nero (quello più comunemente consumato) no? Anche il tè nero ha proprietà positive, alcune di quelle del tè verde come quella antibatterica e forse un’azione positiva sulle arterie (ma attenzione al più alto contenuto di teina un eccitante come la caffeina!). Le differenze stanno soprattutto nel trattamento dopo la raccolta: il tè verde viene raccolto, “lavato” al vapore, e fatto brevemente seccare prima che inizino i processi di fermentazione; il tè nero viene semplicemente arrotolato e lasciato ad asciugare fermentando e ha tutto il tempo per impoverirsi delle sostanze contenute.
Non solo, anche le modalità di consumo andrebbero cambiate. Noi siamo abituati a mettere in infusione le foglioline nell’acqua bollente ma per il tè verde bisogna usare temperature inferiori: un cucchiaino a persona nell’acqua quando compaiono le prime bollicine; allora si spegne il fuoco e si lascia in infusione per 10 minuti, per far sì che le foglioline cedano tutte le loro molecole benefiche.
Ricordate: dalle 3 alle 5 tazze non vi garantiscono l’immunità dal cancro e dalle malattie… Fanno parte delle prevenzione, una ciliegina su una torta fatta di astinenza dal fumo, di un’alimentazione ricca di vegetali e povera di carne, di movimento e di tolleranza allo stress.
3 Comments
Ilaria
19 Febbraio 2015 at 21:42meglio ancora se arricchito con un po’ di zenzero fresco e un cucchiaino di miele!
tessa
22 Febbraio 2015 at 15:17quante ne sai!! : )
Ilaria
22 Febbraio 2015 at 18:53eheh mi piace sperimentare i rimedi della nonna 😉