Ingrandire la famiglia con un cucciolo di cane è uno dei vostri sogni? Prima di farlo, è bene sapere come accoglierlo al meglio e soprattutto come educarlo, per evitare errori e causare inutile stress a voi e al nuovo arrivato!
Per darvi i giusti consigli cinofili, ho interpellato nuovamente Elisa Marzola, istruttrice cinofila e grande amica, e Lapo, un bellissimo cucciolo di 4 mesi e mezzo e abbiamo analizzato e smontato i più grandi luoghi comuni che da sempre si ripropongono tra i futuri proprietari di pelosetti.
1. Collare o pettorina?
La gestione di un cucciolo è impegnativa, va detto. E lo è anche quando ci avviciniamo alle scelte da fare per il suo benessere, una classica domanda è: collare o pettorina per le sue passeggiate?
Elisa non ha dubbi: pettorina! Ne esistono diverse in commercio, se vogliamo compiere una scelta sicura possiamo optare per la “pettorina ad H” o “alla romana”, che va bene per tutte le razze e per tutte le taglie. Questa pettorina nasce per poter permettere un movimento all’animale senza lenire l’articolazione delle zampe.
Il collare invece è un’ottima soluzione nel caso ad esempio di case con giardino, quando dobbiamo trattenere il cane per qualche secondo, ma diventa un’opzione dannosa se lo utilizziamo con il guinzaglio per diversi motivi: primo perché può creare al cane diversi problemi fisici, secondo danneggia la sua interazione con gli altri cani, perché la posizione “sollevata” del collo, a causa della trazione del guinzaglio, può comunicare agli altri animali “sono minaccioso” e possono rispondere in maniera aggressiva.
Non dimentichiamo, infine, che il cane mappa il mondo attraverso l’olfatto e l’utilizzo del collare gli può impedire di fare esperienze corrette.
2. Quanto deve essere lungo il guinzaglio e come usarlo al meglio per educare i cuccioli?
Assodato dunque che il guinzaglio deve essere agganciato alla pettorina e non al collare, un’altra scelta importante è sulla sua lunghezza.
La legge impone che sia lungo massimo un metro e mezzo nei centri abitati, fuori dal centro urbano possono essere anche più lunghi.
Questo è particolarmente importante nel caso dei cuccioli perché loro crescendo fanno esperienze e come abbiamo visto, le fanno soprattutto attraverso l’olfatto. Un guinzaglio lungo (1,5 m o 2m) permettere loro più margine di scoperta, ma assicuriamoci che lo faccia in tutta sicurezza. Ogni razza ha la sua velocità di passo, se abbiamo un cane che ha una falcata con un ritmo simile al nostro, il guinzaglio diventa semplicemente un presidio per la sua sicurezza, se abbiamo un cane particolarmente vivace che invece tende a correre, con il guinzaglio dobbiamo trattenerlo e spingerlo a rallentare.
Ricordiamo però che il guinzaglio non è un volante per guidare il nostro cane ma una cintura di sicurezza che ci permette di tutelare il cane dai pericoli della strada e non solo.
“Il cane tira, come posso evitarlo?”. Educandolo.
Innanzitutto, bisogna abituare il cane al guinzaglio, fare delle prove e degli esercizi con il guinzaglio lungo e morbido, stando ad una distanza adeguata da lui e dandogli comandi rigorosamente con la mano libera, in questo modo abituiamo l’animale al dialogo anche mentre siamo in movimento, e di conseguenza lo educhiamo a rispondere adeguatamente ai nostri stimoli.
3. Il cane fa pipì in casa per farci un dispetto
Nessun cucciolo fa la pipì in casa per farci un dispetto, questo è il mito più radicalizzato che dobbiamo assolutamente sfatare.
Il bisogno fisiologico di fare pipì e cacca è commisurato all’età e alla taglia, ma possiamo già sapere in linea generale, che ogni cucciolo sporcherà appena sveglio, appena finito di mangiare, di bere e di giocare, e di solito hanno un’autonomia che può variare tra 1 ora e 2 ore e mezza durante il giorno, mentre di notte possono riuscire a trattenere anche 6, 8 ore.
La primissima cosa da fare con un cucciolo è organizzarsi e portarlo nella zona in cui vogliamo che faccia i bisogni in tutti i casi che vi ho appena detto (appena si sveglia, quando finisce di mangiare o giocare), così da abituarlo a ricordare il posto corretto.
Quindi il segreto è anticipare il suo bisogno e lasciare che lo soddisfi nel posto che noi preferiamo. E poi premiarlo innondandolo di complimenti o con un premietto.
4. Il cucciolo non ruba gli oggetti per provocarci ma per esplorare il mondo circostante
Spesso facciamo l’errore di pensare che il cane, soprattutto se cucciolo, ci “rubi” le cose in casa per farci arrabbiare. Chiunque ha mai avuto un cucciolo di pelosetto sa bene quante ciabatte sventrate si è ritrovato sotto al letto, o quanti cuscini ridotti all’essenza. Ma in pochi sanno che questo non è un modo che l’animale attua per attirare l’attenzione ma per conoscere il mondo.
Quindi, come fare per non privare il cane di questa esperienza educativa ma limitare i danni? Offrendo uno scambio, insegnando al cucciolo che la cessione dell’oggetto che lui ha vale un premietto.
Mi raccomando, non strappargli mai gli oggetti da bocca, ma fare in modo che li lasci da solo, tentandolo con altri oggetti.
5. Quali sono i comandi base da insegnare ad un cucciolo
Veniamo adesso ai comandi di base. Siamo abituati a pensare che siano quattro quelli da cui ogni padroncino non può prescindere: “Seduto, vieni, fermo e no”. Anche questo è un luogo comune, soprattutto per i proprietari alle prime esperienze.
Come ci insegna Elisa, il comando “Seduto” non è indispensabile, lo è che risponda al comando di tornare verso di noi quando lo chiamiamo.
Un altro errore che compiamo spesso e che dovremmo invece evitare, è quello di riempire il cane di comandi. Se il cane, ad esempio, mordicchia incessantemente foglie o legnetti, non dovremmo intimargli di smettere o ripetere il comando “no”, perché ad esempio questo può essere un modo per lenire i fastidi della dentizione. Dovremmo imparare a leggere i segnali e riconoscerli, senza troppi ordini, offrendo magari un’alternativa corretta all’attività che stanno facendo.
Veniamo ai comandi: possiamo richiamare l’attenzione del cucciolo con un bocconcino o una crocchetta, ci poniamo in una posizione bassa, quindi sulle ginocchia, in modo da essere quasi pari con le altezze. A questo punto, sempre muniti di premio, insegniamo i comandi base e ad ogni corretta esecuzione gli diamo il croccantino ripetendo la parola “bravo” o “bene così”, al cui suono assocerà il premio e il comando relativo.
Con questi cinque primi consigli abbiamo iniziato un percorso che ci aiuterà a prenderci cura al meglio dei nostri amici a quattro zampe: applichiamoli da subito per educare i cuccioli nel modo più corretto i pelosi più piccoli, spesso tanto affettuosi quanto impegnativi!
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