Punto di vista

Fenomeni atmosferici estremi: Paolo Corazzon ci spiega cosa sta succedendo


Eventi climatici estremi, alluvione

Abbiamo trascorso un’estate di forte siccità, seguita da un settembre dai fenomeni atmosferici estremi come bombe d’acqua e alluvioni. E mentre ci si aspettava un classico autunno con maglioni e cappotti, ecco un ottobre con temperature prossime ai 25 gradi e un inizio di novembre ancora caldo. Il clima sta cambiando e lo dimostrano anche i dati scientifici. Sì, perché gli esperti è da decenni che ci avvertono sul problema del surriscaldamento globale e sugli effetti nefasti che ciò comporta in termini di fenomeni atmosferici, ma non tutti hanno voluto ascoltarli. Ma cosa sta succedendo ora e, ancora, cosa accadrà in futuro?

E proprio per capire quale sia l’opinione degli esperti, qualche giorno fa ne ho parlato con Paolo Corazzon, meteorologo di 3B Meteo, in occasione di una mia diretta sulle mie principali piattaforme social. Lo dico subito: le prospettive che abbiamo di fronte non sono particolarmente rassicuranti, soprattutto se rimarremo in questa inerzia del non far nulla per il Pianeta, delegando le questioni ambientali alle generazioni successive. Di seguito, un riassunto di quanto emerso durante la diretta, che potete rivedere qui sotto dalla mia pagina Facebook.

Quando un fenomeno atmosferico viene considerato estremo?

Partiamo da quel che potremmo chiamare “l’ABC” dei fenomeni climatici atmosferici: quando possono essere così definiti?Non esiste una classificazione degli eventi atmosferici estremi” – spiega Corazzon – “Non esistono soglie oltre il quale si possa parlare di eventi estremi o meno. In generale, in meteorologia e in climatologia si parla di eventi atmosferici estremi quando hanno un impatto marcato sull’ambiente, sul territorio e sulle persone”.

Ma quali possono essere i fenomeni atmosferici estremi? “In Italia abbiamo spesso negli ultimi anni delle alluvioni lampo – sottolinea il meteorologo – che nel giro di un’ora scaricano quantità d’acqua esagerate che vanno poi a determinare esondazioni dei fiumi, alluvioni, così come abbiamo ad esempio di recente visto nelle Marche. Però, quello che a me personalmente preoccupa sono altri eventi che io considero, e la scienza considera, estremi, che sono meno evidenti ma alla lunga più dannosi. Mi riferisco alle ondate di calore, che in Italia negli ultimi anni si stanno moltiplicando nel periodo estivo: noi non ce ne rendiamo conto, ma fanno più vittime di quante ne possa fare un’alluvione. Lo scorso luglio, ad esempio, si è registrato un incremento della mortalità del 36%. Poi mi preoccupa il problema delle siccità prolungate che, nell’area mediterranea, si stanno ripresentando con sempre maggiore evidenza”.

 I fenomeni atmosferici estremi in Italia

Eventi atmosferici estremi in Italia

Per quanto i fenomeni atmosferici estremi ci siano sempre stati, e sempre ci saranno, la percezione è che si stiano modificando negli ultimi anni. Ed effettivamente è così:  “Alcuni tipi di fenomeni estremi negli ultimi tempi non stanno necessariamente aumentando” – aggiunge Corazzon. “Ad esempio, gli uragani. Il loro numero non sta aumentando, eppure quest’anno un uragano ha raggiunto il Canada: fatto mai capitato prima. Quindi ora gli uragani riescono a coprire aree che prima non coprivano. Uno dei motivi è che i nostri mari sono sempre più caldi e ciò alimenta questi fenomeni meteorologici. Nella nostra area mediterranea, invece, si registra una riduzione delle precipitazioni e una nuova distribuzione di queste:

abbiamo quindi periodi lunghi senza piogge e poi eventi singoli molto intensi, che possono provocare danni nel giro di poche ore. Si registra poi un aumento delle temperature, un aumento delle ondate di caldo e una netta riduzione dei nostri ghiacciai”. Dalle rilevazioni di Legambiente, che ogni anno raccoglie i dati sui fenomeni climatici estremi in Italia, appare evidente come stiano aumentando almeno da dieci anni a questa parte. “In Italia gli eventi meteorologici che si sono ripetuti di più negli ultimi anni sono alluvioni e allagamenti: si sono ripetuti per ben 516 volte dal 2010 a oggi” – sottolinea il meteorologo. “Oltre a 367 episodi di trombe d’aria con danni, 157 danni a infrastrutture causati da piogge torrenziali, esondazioni, grandinate, siccità prolungata, frane”.

Cosa potrebbe accadere nei prossimi anni

Eventi climatici estremi nei prossimi anni

La situazione attuale è già preoccupante e, purtroppo, è destinata a peggiorare nei prossimi anni. Paolo Corazzon ci mostra una previsione per i prossimi anni, qualora la situazione del surriscaldamento globale dovesse procedere sui ritmi attuali. Avremo un aumento dei fenomeni atmosferici estremi a livello planetario, suddivisi in:

  • Ondate di calore: diventeranno uno dei fenomeni meteorologici più drammatici da affrontare nei prossimi anni;
  • Siccità: anche questa destinata ad aumentare alla crescita delle temperature;
  • Precipitazioni estreme: anche queste in aumento, pur rimanendo più rilevante l’impatto di ondate di calore e siccità.
Eventi estremi, temperatura
Correlazione tra aumento concentrazione anidride carbonica e temperatura terrestre

La scienza ci avverte però da decenni sui pericoli di queste modifiche al clima. E alcuni elementi sono oggettivi, tanto che non possono essere nemmeno confutati dalle ormai poche correnti negazioniste: “L’aumento delle temperature del Pianeta è misurato” – sottolinea Corazzon – “quindi che la Terra si stia scaldando è un dato oggettivo. […] La Terra ha avuto periodi caldi e periodi freddi, con una frequenza sinusoidale con una frequenza di migliaia di anni. In passato gli incrementi verso l’alto o verso il basso della temperatura terrestre erano lentissimi. Ora la velocità è cambiata”.

È evidente che, da quando c’è l’uomo – ovvero da circa 200.000 milioni di anni – le condizioni del Pianeta sono profondamente cambiate. E non ci rendiamo conto che quello che stiamo facendo è un danno a noi stessi. Stiamo infatti creando condizioni sempre meno compatibili per la vita umana, a partire proprio dall’aumento della temperatura. E questo avrà anche impatto su altre specie viventi: se si pensa che il 75% degli animali, intesi come biomassa e non come numero di specie, si sono estinti a causa dell’uomo, il quadro è drammatico.

Le conseguenze dei cambiamenti climatici

Perdita dei ghiacciai

Ma quali sono le conseguenze dei cambiamenti climatici e, ovviamente, di fenomeni atmosferici sempre più frequenti? “Ci sono degli aspetti che non si possono negare” – continua il meteorologo – “ad esempio, con una Terra più calda i ghiacci si sciolgono di più. Negli ultimi 70 anni, praticamente, non ci sono più anni in cui recuperiamo del ghiaccio. Ogni anno perdiamo quindi masse di acqua dolce, che finiscono in mare e che sono riserve di acqua dolce che noi non recuperiamo più”.

Lo scioglimento dei ghiacci porta innanzitutto all’innalzamento dei livelli dei mari: un rischio possibile nei prossimi anni, e già riconoscibile oggi in alcune zone del mondo – basti pensare ai frequenti allagamenti in Florida, a Miami. Le conseguenze di una crescita del livello dei mari sono moltissime: dall’erosione delle coste fino alla scomparsa di alcune città, ciò può comportare non solo danni ambientali ma anche socio-economici. Basti pensare a quanti miliardi di persone oggi vivono in zone costiere, e saranno quindi costretti a migrare, così come ai contraccolpi che subirà tutto il settore del turismo.

Conseguenze della perdita dei ghiacciai

Pensiamo, ad esempio, alla Groenlandia. Negli ultimi 20 anni ha perso 4.700 giga-tonnellate di ghiaccio. Questa massa di ghiaccio che si è sciolta ha portato all’innalzamento degli oceani di 1.2 centimetri. Di primo acchito, può sembrare poco. ”È vero, ma si tratta di un centimetro per la Groenlandia. Ma se si sommano tutti i ghiacci perduti a livello mondiale, negli ultimi anni siamo già arrivati a più di tre centimetri da quando si è cominciato a monitorare la situazione”.

Non bisogna inoltre dimenticare come le conseguenze dei cambiamenti climatici non siano immediate, ma graduali. Ad esempio, oggi siamo a 1.1 gradi centigradi di aumento della temperatura rispetto al periodo preindustriale, ma potrebbe trattarsi della conseguenza delle grandissime emissioni climalteranti registrate degli anni ‘60 e ‘70. Ora potrebbero arrivare le conseguenze di tutto quello emesso successivamente. Considerando come non si possa tornare indietro, se non nell’arco di secoli, oggi possiamo solo cercare di tamponare questa situazione. La scienza ci dice che, per limitare gli effetti più drammatici dei cambiamenti climatici, dovremmo rimanere entro 1.5 gradi d’aumento della temperatura. E per farlo dovremmo raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette entro 8-10 anni: una sfida difficile, quasi impossibile. Quali sono gli scenari?

  • Anche arrivando a emissioni nette zero entro dieci anni, l’aumento della temperatura si adatta nel tempo e, per questo, potremmo raggiungere i 2 gradi. Il limite massimo imposto dalla comunità scientifica;
  • Considerando come difficilmente si raggiungerà questo obiettivo in così pochi anni, e puntando al 2050 come data più probabile, l’aumento potrebbe essere tra i 2,5 e i 3 gradi;
  • Non facendo nulla, e continuando con i ritmo di inquinamento attuali, si potrebbe arrivare a 4-6 gradi di aumento. E, a quel punto, nessuno sa prevedere cosa accadrà

Cosa potremmo allora fare? “L’Organizzazione Meteorologica Mondiale” – commenta Corazzon – spiega sia necessario puntare su energie rinnovabili e più pulite. Non si deve dipendere più da energie così inquinanti come quelle fossili”.

Fenomeni climatici estremi, adattamento

Influenza dell'uomo sugli eventi estremi

Ci sono anche cause naturali nelle variazioni di temperatura del nostro Pianeta” – sottolinea Corazzon – ma l’eventuale influenza di fenomeni astronomici o geologici è ridotta, perché sono eventi occasionali. Una forte eruzione vulcanica, come può essere quella del Krakatoa nel 1800, può portare ad alterazioni di una stagione estiva. Non sono fenomeni che hanno influenza sull’aumento della temperatura nel lungo periodo. Inoltre, negli ultimi anni non si sono registrati eventi geologici che abbiano influenzato la situazione in maniera evidente, l’attività solare ha dei cicli che si stanno manifestando abbastanza regolarmente, quindi non giustificano un trend così marcato. Al contrario, l’andamento della temperatura terrestre segue l’andamento dei gas serra rilasciati in atmosfera. Perciò è vero che ci possono essere delle cause naturali, ma è evidente che il contributo dell’uomo è marcato”.

Date queste evidenze, il dubbio è lecito: come prepararci a queste alterazioni del clima? Quali strategie di adattamento sarà necessario perseguire? 

  • Una maggiore cura del territorio, per affrontare in modo più efficace eventi estremi come piogge torrenziali e improvvise;
  • Un vero sistema di allerta meteo, che possa aiutare la popolazione con anticipo rispetto a fenomeni atmosferici estremi;
  • Rinaturalizzare quanto più possibile il Pianeta.

In definitiva, è necessario prepararsi sin da oggi ad affrontare eventi atmosferici sempre più importanti, dovuti ai cambiamenti climatici. Poiché l’uomo è già in ritardo e non possiamo più rimandare: le nostre strategie di adattamento devono essere messe in atto già da ora.

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