Tutti i pro e contro del suo utilizzo
Il fluoro è essenziale per i denti: li rinforza e previene la carie. Così ci dicono da decenni gli spot pubblicitari dei prodotti per l’igiene orale e così dicono anche molti dentisti e pediatri che prescrivono il fluoro fin da piccoli.
Non so se ci avete mai fatto caso, ma sulla maggior parte dei tubetti di dentifricio possiamo leggere: “Bambini fino a 6 anni: utilizzare una piccola quantità di dentifricio sotto la supervisione di un adulto per ridurre al minimo l’ingerimento. In caso di assunzione di fluoruro da altre fonti consultare il dentista o il medico.”
Un decreto del 2008 ha infatti stabilito che tutti i dentifrici contenenti tra lo 0,1% e lo 0,15% di fluoro devono obbligatoriamente riportare quest’avvertenza in etichetta.
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E gli integratori di fluoro? Da noi sono acquistabili senza ricetta medica, ma non in altri Paesi europei, come il Belgio, dove oltretutto le autorità sanitarie raccomandano di non prescriverli se non in casi eccezionali.
Ma perché queste precauzioni con una sostanza amica della nostra salute? Forse perché tanto amica non è.
Negli ultimi anni sono stati pubblicati sempre più studi che dimostrano gli effetti nocivi di un’assunzione eccessiva: problemi ai denti, come la fluorosi, una patologia che causa antiestetiche macchie bianche impossibili da eliminare, ma anche a ossa e sistema nervoso.
Uno studio del National Research Council degli Stati Uniti ha dimostrato che il fluoro aumenta la presenza nel cervello di radicali liberi, i principali responsabili dell’invecchiamento, interferendo con le funzioni cerebrali.
Un altro studio inglese è stato pubblicato lo scorso anno dal Journal of Epidemiology & Community health: nelle città del Regno Unito in cui è stato addizionato il fluoro all’acqua potabile, si è assistito a un incredibile aumento di incidenza di ipotiroidismo. Il fluoro sembra ridurre la funzionalità della tiroide, il che a sua volta causa altri problemi come aumento di peso e depressione.
La stessa ricerca ha evidenziato che può demineralizzare e danneggiare la struttura ossea, ipotesi confermata anche dagli ultimi studi dell’Università di Harvard, che hanno stabilito un collegamento tra aumento dell’assunzione di fluoro e tumore alle ossa.
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Insomma, superare una certa soglia sembra comportare diversi effetti collaterali; ma qual è questa soglia?
L’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) nel 2013 ha fissato un limite: 0,05 mg per kg di peso corporeo al giorno. Questa, infatti, è la quantità che si può fissare nello smalto, il resto rimane nel nostro organismo, perché il fluoro non viene facilmente eliminato, accumulandosi soprattutto in denti, ossa e ghiandole.
Questo limite di sicurezza però è complessivo, ovvero deve tenere conto di tutte le assunzioni in varie forme. E non è così difficile raggiungere questa soglia, se si sommano il dentifricio, l’integratore, i chewing-gum… il fluoro inoltre è contenuto anche in certi cibi, come alcuni pesci surgelati e confezionati o le bibite gassate, in qualche farmaco (ad esempio gli analgesici) e nell’acqua.
In alcuni Paesi le acque della rete urbana vengono fluorate, ovvero addizionate chimicamente con fluoro: non solo nel già citato Regno Unito, ma anche in Canada, Cina e negli Stati Uniti. Questo da noi non succede, ma in alcune regioni di Italia le acque minerali sono naturalmente più ricche di fluoro: nel Lazio per esempio, le analisi sanitarie hanno più volte riscontrato concentrazioni ben oltre la soglia consentita dalla legge.
Ma ne varrà poi la pena di correre questi rischi? Perché, se gli effetti da sovradosaggio sono ormai dimostrati, quelli sull’effettiva prevenzione della carie sono sempre più incerti.
Molti medici consigliano ancora integratori al fluoro ai bambini anche molto piccoli, o addirittura alle donne in gravidanza: eppure la comunità scientifica ha ormai stabilito da tempo che l’effetto protettivo si può avere solo dopo la comparsa dei denti definitivi, quindi non c’è ragione di prescriverlo prima dei 6 anni di età.
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Alcuni studi dell’Università di Palermo invece dimostrarono la scarsa utilità dell’acqua addizionata con fluoro, perché i risultati erano gli stessi di quelli ottenuti con una semplice corretta igiene dentale; stesse conclusioni tratte anche oltreoceano, negli Stati Uniti, in cui circa i 2/3 delle acque vengono fluorate ma le indagini non hanno mai riscontrato una diminuzione di incidenza della carie.
Difficile quindi dire se il fluoro faccia effettivamente bene… nel dubbio io uso solo dentifrici eco-sicuri o meglio ancora fatti in casa, come quello che vi ho consigliato!
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