Cicloni che sfiorano la Sicilia, tempeste violente e imprevedibili che paralizzano Roma e mettono in ginocchio Liguria e Toscana. Abbiamo bisogno degli schiaffi del clima per capire che qualcosa sta andando per il verso sbagliato? Non è ancora il momento del panico ma di agire.
Alluvioni, bombe d’acqua e adesso un ciclone che lambisce le coste della Sicilia. Un ciclone. Basta il nome per pensare a qualcosa di catastrofico, a richiamare le immagini di uragani che spazzano la costa est americana e dei tifoni che imperversano sugli stati affacciati sul Pacifico. Tempeste tropicali qui nel piccolo, anche se da sempre bizzoso, Mediterraneo? Non proprio dicono i climatologi, ma… quasi e, in ogni caso, rappresenta un fenomeno assolutamente eccezionale. Sarà, ma gli eventi estremi che fino a qualche anno fa erano “straordinari” stanno diventando terribili costanti. Dobbiamo abituarci a trombe d’aria e tornado come nel sud degli Stati Uniti?Le famose “bombe d’acqua” sono diventate molto di moda sui media per una ragione molto semplice: negli ultimi 10-20 anni, in primavera, estate e autunno la Penisola viene sconquassata e non c’è regione che si salvi. Liguria, Toscana, Emilia, Marche, Lazio, Campania, Sicilia… Su 20 regioni ben poche non hanno pagato dazio in danni materiali e vite al clima. (foto www.agi.it; foto in copertina: www.meteoweb.eu)
I climatologi dell’IPCC (Intergorvenmental Panel on Climate Changes, organo scientifico dell’ONU), soltanto lunedì scorso, hanno detto che: l’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, neve e ghiaccio a livello globale si sono ridotti mentre il livello di mari e oceani è aumentato e la concentrazione di anidride carbonica ha raggiunto a un livello senza precedenti almeno negli ultimi 800.000 anni. Per colpa di agricoltura, deforestazione, industria e produzione di energia, soprattutto. Ottocentomila anni, val la pena riperterlo. L’appello conseguente inchioda il mondo degli uomini a precise responsabilità: le emissioni mondiali di gas serra dovranno essere ridotte del 40-70% fra il 2010 e il 2050. Altrimenti? Altrimenti il disastro. Incrociamo le dita e speriamo che i governi capiscano la lezione (foto: www.un.org).
Ora, questo è quello che dicono gli scienziati e loro il mondo lo vedono attraverso satelliti e analisi al computer. Leggono il futuro del pianeta attraverso milioni di dati raccolti dal Polo Nord al Polo Sud. Noi i ghiacci del Polo che si ritirano non li vediamo tutti i giorni. Dicono che un clima più caldo alimenta, caricando con immane energia, gli eventi climatici estremi ma anche senza bisogno di alluvioni e drammi climatici tante piccole, grandi cose ci raccontano il pianeta che cambia (foto: www.ecowatch.com).
Ce lo raccontano i viticoltori che ogni anno anticipano la vendemmia, per esempio. A casa nostra il problema è ancora sfumato (ma si sente). Lo raccontano i produttori di olio che hanno subito una contrazione del 30% della produzione di olio. Lo raccontano le specie nuove che ogni anno trovano casa nel nostro territorio perché favorite dal nuovo clima. L’aumento di quasi 1,5 gradi nella temperatura degli ultimi 60 anni ha fatto restringere i ghiacciai alpini contribuendo a fenomi di siccità sempre più frequente anche al Nord Italia. Chiedetelo ai pescatori siciliani che si trovano i pesci palla nelle reti o a quelli toscani che stanno familiarizzando con i pesci pappagallo o quelli sardi con i barracuda, specie che fino a poco tempo fa facevano capolino soltanto nelle regioni del sud, e ogni tanto. Insomma basta guardarsi attorno, parlare con un agricoltore o un pescatore. Guardare il cielo durante le tempeste di fulmini nei pomeriggi d’estate per capire che qualcosa è cambiato nell’aria, letteralmente. E quando nei prossimi mesi andrete a comprare la vostra marca di olio preferita e troverete che l’olio extravergine è un po’ troppo acido e costa il triplo, pensate che è tutta colpa del clima. Se abbiamo a cuore la qualità di vita dei nostri figli e dei nostri nipoti, ricordiamoci che il cambiamento climatico esiste e che deve diventare una priorità nella politica come nella vita quotidiana. In attesa che si muovano i potenti del pianeta possiamo cominciare anche noi, individui, gocce in un oceano di miliardi di esseri umani a fare la nostra parte con un occhio ai consumi energetici e alimentari cercando di essere felici nell’essere sostenibili. In poche parole: ecocentrici.
Raffaella
8 Novembre 2014 at 22:2830 regioni?
tessa
9 Novembre 2014 at 10:26refuso….ora correggo!!
baci
Fabio - Faraone985
15 Novembre 2014 at 19:52Molto interessante…ho appena visto un programma dove dicevano ke tutto ciò è dovuto all’avvicinamento tra il sole e la terra. Speriamo cmq ke i ghiacciai resistano ancora un bel pò di tempo! Altrimenti provocherebbero un’onda anomala travolgente x tutto e tutti. Sempre un piacere Tessa. Soprattutto ora ke ho conosciuto il tuo blog. 🙂