Punto di vista

Libri cartacei oppure eBook? Ecco il loro impatto ambientale


Tessa Gelisio, libri ed ebook

I libri sono da sempre una delle mie più grandi passioni. Si tratti di un avvincente romanzo in cui perdersi per trovare un momento di relax dalle mille faccende quotidiane, oppure di ricerche e studi per conoscere al meglio il Pianeta, i libri incorniciano ogni momento della mia vita. Negli ultimi anni la lettura si sta però sempre più spostando dal classico volume cartaceo all’eBook, ovvero alla sua versione digitale. E la convinzione diffusa è che, non comportando l’abbattimento di alberi, i libri digitali siano più ecologici. Ma è davvero così?

Ho cercato quindi di capirne di più, valutando l’impatto ambientale delle pagine da sfogliare oppure di un file da caricare sul proprio eReader. E la risposta non è così scontata come potrebbe sembrare.

Libri cartacei ed eBook: non solo alberi

Libri ed ebook

Quante volte abbiamo sentito dire che gli eBook, poiché non comportano il taglio di alberi per la produzione di carta, sono una lettura più sostenibile. È di certo vero che i formati digitali, escludendo il processo di stampa, non abbiano un impatto diretto sulla deforestazione. Allo stesso modo, non sarebbe però onesto fermarsi a questo unico fattore.

Quando si parla di impatto ambientale, per non cadere nel facile greenwashing, è sempre doveroso analizzare la questione nel suo complesso. Nel caso dei libri, non è quindi sufficiente valutare soltanto l’abbattimento di alberi, ma anche altri fattori come la produzione di CO2, il consumo di acqua, i costi di produzione e molto altro ancora.

Il quadro che ne emerge non è così idilliaco come molti tendono a far credere, ci sono sia vantaggi che svantaggi per entrambe le categorie.

Libro cartaceo: quanto pesa sull’ambiente?

Libri cartacei

Come ho già accennato, quello dell’abbattimento di alberi per produrre carta è solo uno dei tanti fattori che definiscono l’impatto ambientale di un libro. Partendo proprio da questa questione, un’analisi condotta da Conservatree ha dimostrato come un singolo albero produca 8.333 fogli A4, pari a 16.6 risme di carta. Solo negli Stati Uniti si consumano 626.000 tonnellate di carta l’anno per stampare libri e riviste: secondo una ricerca condotta nel 2008, si tratta dell’equivalente di 20-30 milioni di alberi ogni anno.

Naturalmente, recuperata la carta, la produzione di un libro necessita di altre fasi: la stampa, l’impaginazione, la rilegatura e la distribuzione. Stando a una ricerca di Cleantech, dalla carta vergine al libro finito si emettono in atmosfera circa 7.5 chilogrammi di CO2. Cifra che raddoppia se si parla di testi scolastici poiché, oltre ad avere più pagine, vengono realizzati in carta speciale, spesso pesantemente lavorata per renderla lucida e resistente. Ancora, per ogni foglio stampato si consumano dai 2 ai 13 litri di acqua potabile.

Parte di questo consumo viene però compensato nel tempo, poiché il libro stampato rappresenta uno dei formati più duraturi. Se di buona fattura, i libri possono durare nei secoli e, una volta letti, possono essere passati da un proprietario all’altro, riducendo sensibilmente il loro impatto sull’ambiente. Purtroppo, questa considerazione non vale però per i già citati libri di testo. La cattiva abitudine di molte case editrici di cambiare versione da un anno scolastico all’altro – a volte cambiando solo l’ordine delle pagine o modificando piccoli paragrafi – ne rende impossibile il riutilizzo, con gravi conseguenze sulla natura.

Il discorso cambia invece drasticamente per quelle case editrici che hanno deciso di investire in carta riciclata: in media, Conservatree stima un risparmio tra i 7 e i 17 alberi per ogni tonnellata di carta stampata (24 se si tratta di carta certificata FSC), con un consumo di acqua meno della metà rispetto alla carta vergine.

eBook: quanto pesa sull’ambiente?

Libri, eBook reader

E per quanto riguarda gli eBook? Su questo fronte l’analisi si fa decisamente più difficile perché, pur non essendoci un impatto diretto in termini di alberi abbattuti, vi sono degli altri costi ambientali. Questi possono essere racchiusi in tre macro-categorie: la produzione dei dispositivi di lettura, la distribuzione digitale e lo smaltimento delle apparecchiature.

Partendo dalla prima questione, quella della produzione dei dispositivi di lettura, Cleantech ha stimato tra i 130 e i 168 chilogrammi di CO2 emessa in atmosfera per ogni dispositivo prodotto. Il dato è però molto variabile, poiché dipende dalle caratteristiche del device, ad esempio se usiamo un eReader oppure un tablet. Questo significa che, se si è soliti leggere due libri cartacei al mese e si decide di passare al digitale, servirà all’incirca un anno per compensare le emissioni dovute alla produzione del dispositivo.

Per la distribuzione digitale dei libri, invece, è molto complesso stabilire l’impatto effettivo. Spesso ci si dimentica che un contenuto disponibile in Rete, pur essendo un formato immateriale, richiede comunque grandi risorse. I file sono infatti salvati su server remoti, a loro volta inseriti in grandi server farm, che consumano ingenti quantità di energia ed emettono così migliaia di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Nell’impossibilità di effettuare un calcolo, si può però ridurre questo impatto scegliendo fornitori che si affidano a energie al 100% rinnovabili per il mantenimento delle loro enormi data-center.

Nota dolente è invece quello dello smaltimento delle apparecchiature. Per quanto gli eReader rappresentino uno dei device digitali più longevi – tanto da poter essere utilizzati senza intoppi anche per una decina di anni – al termine del loro ciclo di vita diventano rifiuti RAEE. Rifiuti elettronici che, per loro stessa definizione, sono difficili da smaltire o recuperare. Oltre alla plastica e al PVC di cui sono fatti molti eReader – in generale, meglio preferire quelli con scocca in alluminio e vetro – richiedono procedimenti speciali per il corretto smaltimento delle batterie al litio.

Quindi quale scegliere tra libro cartaceo ed eBook?

Libri ed eBook

Le ricerche condotte in questi anni non lasciano molto spazio ai dubbi: sia i volumi cartacei che gli eBook presentano un impatto sull’ambiente da non sottovalutare, anche se su fronti differenti. Non si può quindi affermare una massima che valga per tutti – “meglio l’eBook del libro stampato” – poiché a fare la differenza sono le abitudini di lettura. Se si leggono pochi libri all’anno – in Italia solo il 16% della popolazione legge un libro al mese – il cartaceo è la scelta obbligata: non si riuscirebbero altrimenti a compensare i costi ambientali dell’eReader, non in tempi accettabili. Al contrario, per gli avidi lettori – tra i 2 ai 3 libri al mese – è più sostenibile orientarsi sulle proposte digitali: si salvano quasi 400 alberi e si compensa la CO2 in circa un anno.

Ma allora non esiste una lettura a impatto zero? Purtroppo no, ma ci sono piccoli comportamenti che possono migliorare questa condizione: tutte le ricerche dimostrano come il prestito in biblioteca sia una forma di lettura a impatto estremamente ridotto. Purché si raggiunga la biblioteca a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici. E allora che aspettiamo a rinnovare la nostra tessera?

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1 Comment

  • Reply
    Giulia Lombardo
    25 Aprile 2022 at 17:40

    Ammetto che io preferisco di più il libro cartaceo, anche se ultimamente mi sto aprendo anche agli ebook. PErò detesto vedere libri gettati nei cassonetti, s eproprio non penso di tenere un libro o lo regalo o provo a venderlo su Ebay

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