Come investire i risparmi in aziende attente all’ambiente e alla solidarietà
“La nostra è la prima generazione che può eliminare la povertà ed è l’ultima che può davvero evitare gli impatti peggiori del cambiamento climatico”. Sono illuminanti le parole di Ban Ki-moon, ex segretario generale delle Nazioni Unite. Viviamo un momento storico unico e con le nostre scelte possiamo realmente cambiare il mondo. Scelte che hanno a che vedere non solo con il nostro stile di vita quotidiano ma anche con la nostra idea di economia e capitale.
Avete mai pensato, quando andate in banca, di poter ridurre la povertà dei Paesi in via di sviluppo, eliminare le disuguaglianze sociali oppure contribuire alla tutela dell’ambiente?
Oggi è possibile grazie agli investimenti sostenibili, nuovo settore emergente della finanza globale al quale si rivolge un numero sempre maggiore di banche e aziende, pronte ad abbandonare le vecchie logiche dell’economia consumista e ad aprirsi alle future prospettive della finanza etica.
Pensate che in Italia gli investimenti responsabili hanno registrato un boom inaspettato, con 1.500 miliardi di euro nel 2017 – il triplo rispetto al 2015! – investiti in società che hanno bandito attività anti sociali quali la produzione di armi, il tabacco o il gioco d’azzardo.
Una crescita al di sopra di ogni aspettativa è stata rilevata per gli investimenti cosiddetti tematici, che si concentrano su un determinato settore (ad esempio le energie rinnovabili): da circa 2 miliardi di euro nel 2015 si è arrivati addirittura a sfiorare i 53 miliardi nel 2017.
Un vero e proprio mare magnum di nuovi prodotti finanziari, proposte di investimento dedicate ai piccoli e medi risparmiatori, ai quali viene garantito non soltanto un incremento sicuro del patrimonio, ma anche la possibilità di destinare i propri capitali ad aziende e società virtuose che, ad esempio, operano esclusivamente con energie pulite, supportano progetti umanitari, garantiscono un basso impatto ambientale.
Un approccio etico e sostenibile dei nuovi mercati economici, che propongono la finanza equa e solidale come potente strumento per migliorare il mondo in cui viviamo. Un processo al quale sono chiamati a partecipare tutti i cittadini, le cui scelte – soprattutto quelle che riguardano il portafoglio! – possono avere un impatto positivo misurabile sul futuro del pianeta.
Obiettivi certamente meritevoli, che però lasciano spesso disorientato il risparmiatore, confuso tra le mille offerte bancarie, gli slogan accattivanti e le facili promesse. Purtroppo, come accade di frequente, la fregatura è dietro l’angolo.
Per comprendere meglio cosa sono gli investimenti sostenibili e soprattutto come riconoscere quelli realmente efficaci – e sicuri per i nostri risparmi! – ho chiesto chiarimenti ad Anna Fasano, presidente di Banca Etica, la prima e unica banca italiana interamente dedita alla finanza etica.
Prima di tutto, è necessario capire quando un investimento può essere definito sostenibile. «Quando tiene conto non solo del possibile ritorno economico per il risparmiatore, ma anche degli impatti sociali e ambientali dell’attività che si va a finanziare.» Mi spiega la Dottoressa Fasano. «Banca Etica, ad esempio, seleziona titoli di aziende virtuose che operano in settori come la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’agricoltura biologica, l’accoglienza dei migranti o la moda sostenibile, bocciando invece le società che operano nel settore delle armi, del petrolio, del carbone oppure che hanno sede in Stati che non garantiscono il rispetto dei diritti umani.»
Proprio per promuovere la cultura della finanza sostenibile, Banca Etica è diventata partner di Ecomill, la prima piattaforma italiana di equity crowdfunding che permette a cittadini, famiglie e aziende di investire in imprese ad alto valore innovativo nel settore dell’energia, dell’ambiente e del territorio, promuovendo sostenibilità e innovazione.
Il meccanismo degli investimenti sostenibili cavalca l’onda verde che sta attraversando il mondo e risponde ad una sempre più crescente domanda globale di prodotti green e sostenibili. «Come spesso accade, con l’emergere di una richiesta forte da parte della collettività, le aziende, in questo caso banche e società di investimento, si affrettano ad adeguare la propria offerta per scopi di marketing. Questo innesca un processo positivo, perché ora anche le grandi banche stanno sviluppando prodotti che uniscono le valutazioni economico-finanziarie con quelle di impatto socio-ambientale. In questa fase, però, i risparmiatori devono stare molto attenti perché non esiste alcuna normativa che esprima in modo chiaro quali siano i parametri che identificano un “investimento sostenibile”.»
Eccoci arrivati al nocciolo della questione. La recente proliferazione di prodotti finanziari pseudo etici può creare diffidenza tra i risparmiatori. Come possiamo essere davvero sicuri che i nostri capitali saranno veicolati verso società realmente green e attente alle ricadute sociali delle proprie attività? «La cosa più importante che possono fare i risparmiatori è quella di non essere timidi e di fare molte domande alla propria banca, per capire esattamente quale sarà l’impatto sociale e ambientale del prodotto finanziario proposto.» Chiarisce Anna Fasano e aggiunge: «Banca Etica pubblica sul sito web tutte le realtà a cui dà credito e comunica in modo trasparente i nomi delle aziende oggetto degli investimenti etici. Bisogna dire che ad oggi siamo gli unici a farlo.»
Trasparenza, quindi, è la parola chiave. Certo, i risparmiatori non possono fare affidamento unicamente alla buona volontà delle banche, dovrebbero esistere leggi appropriate e garantiste.
«Purtroppo ancora non esiste una normativa che regoli gli investimenti sostenibili. La Commissione UE sta lavorando da anni ad una bozza di legge, ma purtroppo la sua attuazione è stata rinviata al 2023 a causa di divergenze di vedute tra chi ritiene che il nucleare sia un’energia pulita su cui la finanza sostenibile può investire e chi, invece, ritiene che il nucleare vada escluso da ogni investimento sostenibile. A tale proposito, Banca Etica non investe su aziende che producono o sfruttano l’energia nucleare.»
Come conferma la Dottoressa Fasano, gli investimenti sostenibili sono nel medio e lungo periodo anche i più stabili e sicuri, perché canalizzano capitali verso aziende che hanno migliori performance. «E’ stato dimostrato da molti studi ed è una previsione intuibile: un’azienda che tratta il petrolio, ad esempio, può subire un incidente e causare un devastante danno ambientale. Questo provoca di conseguenza anche il crollo del suo titolo in borsa. Le aziende abbastanza responsabili da meritare investimenti etici, invece, vengono valutate per la loro attenzione all’ambiente, al rispetto delle leggi, alla parità di genere, all’equo trattamento dei lavoratori: questo le espone certamente a rischi minori.»
In attesa della normativa europea del 2023, possiamo comunque già da ora affidarci alle banche per valorizzare il nostro capitale e, allo stesso tempo, pensare all’ambiente, alla solidarietà e ai diritti delle generazioni future. L’importante è informarsi, scegliere soltanto fondi trasparenti e puntare su aziende meritevoli!
Se state valutando l’idea di investire in fondi etici e sostenibili e volete saperne di più, vi consiglio di andare direttamente alla fonte, verificando attentamente le Linee Guida Europee per la Trasparenza dei fondi Sostenibili.
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