Come orientarsi nella ricerca delle migliori spiagge tra la Guida Blu di Legambiente e la mappa della FEE
Vele della Guida Blu di Legambiente o Bandiere blu della Fee (Foundation for Environmental Education)? Su quale valutazione basarsi per giudicare lo stato di salute di una località turistica lungo la costa? E soprattutto: perché i due metodi portano a valutazioni differenti?
Premettiamo un punto: vele e bandiere blu sono comunque significative di un’aspirazione al miglioramento in termini di performance ambientale. Quindi se un comune si aggiudica uno dei due riconoscimenti abbiamo una certezza: quell’amministrazione sta facendo del suo meglio per avere un mare e una costa migliori.
Ma orientarsi su una mappa d’Italia in cui spuntano vele e bandierine come sul tabellone del Risiko può essere complicato e regalare qualche sorpresa.
La Guida blu, pubblicata da poco, ha assegnato un tripudio di vele al Tirreno. In testa alla classifica di Legambiente ancora Castiglione della Pescaia e la Sardegna è, come era prevedibile, la regione con più località da 5 vele (il massimo). Molte meno le vele assegnate alle località dell’alto e medio Adriatico. Qui appare la prima discrepanza con le bandiere blu: l’Adriatico per la FEE se la cava bene sotto il profilo ambientale. Ma come mai?
Prendiamo una località specifica: Numana in provincia di Ancona. E’ una nota meta turistica con alcune delle spiagge più famose e popolari delle Marche. Marcelli / Numana Bassa e Numana Alta, San Michele, lunghi lidi di fine sabbia chiara molto affollati durante l’alta stagione. Ha una bella Marina per i diportisti, servizi alberghieri rodati da decenni e decenni di turismo balneare.
La FEE assegna a Numana la bandiera blu, Legambiente soltanto due vele che implicano un giudizio non lusinghiero sulla conservazione ambientale e sulla sostenibilità turistica. E in effetti se ci basassimo sulla bandiera blu sperando di trovare acque trasparenti e pace da paradiso naturalistico sbaglieremmo destinazione. Quindi la FEE non è affidabile nel suo giudizio?
Certo che lo è ed è coerente con le proprie procedure. Il segreto però sta nel non sovrapporre le due valutazioni perché sono mooolto differenti.
Partiamo dalla bandiera blu. In sintesi, per ottenere il riconoscimento dalla FEE un Comune deve spontaneamente presentare all’associazione una sostanziosa documentazione autocertificata che dimostri l’impegno dell’amministrazione nella conservazione ambientale, nella riduzione dell’impatto, nell’educazione alla sostenibilità ecc. La FEE vaglia attentamente l’incartamento e stabilisce se la strada intrapresa dal comune conduca o meno verso la sostenibilità. Si comporta da ente certificatore, diciamo.
La bandiera blu è un attestato che non fotografa necessariamente lo stato attuale di un tratto di costa, ma indica che lì qualcuno sta lavorando mettendocela tutta per alzare la qualità dell’ambiente.
Le vele di Legambiente vengono invece assegnate secondo un principio differente: ci parlano dell’ora e adesso basandosi su dati e analisi e rapporti stilati sul campo. Non è un’attività su base volontaria, nessun comune richiede le vele e nemmeno potrebbe farlo. Ogni anno la Goletta verde fa la sua bella crociera lungo gli 8000 km di coste italiane raccogliendo campioni mentre a terra i gruppi locali di Legambiente accumulano informazioni sullo stato della costa ma anche sulle misure ambientali attuate dall’amministrazione, sulla ricettività sostenibile, la gestione dei rifiuti, la conservazione del patrimonio artistico e persino gastronomico. Insomma, le vele ti vengono appioppate, volente o nolente. Se ne meriti 5, chapeau. Se ne becchi una o non ne becchi… Beh, allora qualcosa non va.
Volete il mio parere? Eccolo: l’ideale sarebbe scegliere una località che dovrebbe avere almeno 3-4 vele su Guida Blu e la bandiera blu, sintomo di un impegno consapevole per l’ambiente da parte dell’amministrazione locale.
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