Punto di vista

L’Italia al crollo


Le piogge di questo autunno pazzo ce lo ricordano con milioni di danni e i morti. Ecco le dieci regioni più esposte.

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Arrivano le piogge autunnali trascinate dai “cicloni” mediterranei. Data la regolarità con cui tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno si concentrano fenomeni di piogge molto intense (in alcuni casi precipitazioni estreme) verrebbe da dire che incomincia a delinearsi una vera e propria stagione delle piogge.

Per molti comuni italiani a rischio idrogeologico, moltissimi per la verità, è anche il momento di trattenere il fiato in attesa di frane, smottamenti, esondazioni e alluvioni. Per molti altri di scoprirsi a rischio perché ignari del pericolo. La recente alluvione nella Val Nure piacentina con 2 morti (miracolosamente dato che il corso del Nure è intensamente popolato), i 2 morti nel Beneventano e i 3 tra Lazio e Abruzzo e i danni per milioni e milioni in Sicilia ci ricordano che gli eventi climatici rimangono largamente imprevedibili ma le loro conseguenze su certe zone del nostro territorio stanno diventando tristemente scontate.

Nel Rapporto di sintesi sul dissesto geologico del 2015 pubblicato dall’ISPRA risulta che la popolazione esposta a rischio alluvioni in Italia è pari a 1.905.898 abitanti residenti in aree ad alta pericolosità (con alluvioni che si ripetono più volte in un periodo compreso tra i 20 e 50 anni); 5.842.751 risiedono in aree mediamente pericolose (con alluvioni che si ripetono ogni 100-200 anni) e 8.641.815 abitanti che si trovano a vivere in aree potenzialmente soggette ad alluvioni ma scarsamente pericolose. Considerando le aree a pericolo elevato e pericolo medio abbiamo circa 8 milioni di italiani che vivono in aree a rischio effettivo. Sono tantissimi!

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E questo riguarda le alluvioni che però spesso sono compagne delle frane. Gli italiani esposti agli smottamenti e alle frane, sempre secondo lo stesso rapporto, sono poco più di 1.000.000.

Nel rapporto di Legambiente “Ecosistema a rischio” del 2013 “la superficie delle aree ad alta criticità idrogeologica si estende per 29.517 Kmq, il 9,8% dell’intero territorio nazionale, di cui 12.263 kmq (4,1% del territorio) a rischio alluvioni e 15.738 Kmq (5,2% del territorio) a rischio frana (il restante 0,5% è soggetto ad altro tipo di rischi nda)”. Non un bel quadro. Come di consueto, l’Associazione pubblica anche una classifica delle regioni e province con le più alte percentuali di comuni a rischio.

In Calabria sono 409 comuni sul cui territorio si presentano situazioni a rischio idrogeologico, il 100% dei comuni della regione

Provincia Autonoma di Trento: 222 comuni, 100% dei comuni

Molise: 136 comuni, 100% dei comuni

Basilicata: 131 comuni, 100% dei comuni

Umbria: 92 comuni, 100% dei comuni

Valle d’Aosta: 74 comuni, 100% dei comuni

Marche: 239 comuni, 99% dei comuni

Liguria: 232 comuni, 99% dei comuni

Lazio: 372 comuni, 98% dei comuni

Toscana: 280 comuni, 98% dei comuni

Quindi esistono regioni in cui non c’è nemmeno un comune non esposto a rischio idrogeologico.

Ma attenzione, qui ho riportato solo i primi dieci posti della classifica. Regioni molto grandi come Emilia Romagna (95% dei comuni presentano aree a rischio), Campania (92%) e Friuli Venezia Giulia (92%) non godono di condizioni migliori. Anzi. Sono proprio Emilia e Campania ad avere le maggiori fette di territorio a rischio il 19, 5% (4.315 kmq) per la prima e il 19,1% di rischio su una superficie totale di 2.598 kmq per la seconda. In effetti il rischio non è proporzionale alla superficie, basti pensare alla Liguria che ha solo il 7% del territorio esposto a rischio idrogeologico o la Sicilia con addirittura soltanto l’1% ma i disastri del Bisagno e i crolli di Messina o della Palermo – Catania sono evidenze davanti agli occhi di tutti.

Il motivo di un simile disastro? Le campagne abbandonate, il calo della superficie boschiva, l’abusivismo edilizio che ha esposto centinaia di migliaia di persone a rischio gravissimo, la cementificazione di rive e letti di torrenti e fiumi, la mancata manutenzione di canali e torrenti. E’ vero che il clima sta cambiando anche in Italia (ne abbiamo parlato qualche mese fa), è vero che le precipitazioni che colpiscono la penisola e le isole sono sempre più forti ed estreme ma è altrettanto vero che il nostro territorio soffrirebbe molto meno viste le condizioni indecenti in cui versa. L’Italia sta crollando (sotto molti punti di vista è crollata) e gli interventi da compiere sono innumerevoli: ricordiamocene alle votazioni.

Ecco dove e come scoprire il livello di rischio a cui siamo esposti, regione per regione, comune per comune:

Mappa Ispra sul dissesto idrogeologico

Ecosistema a rischio 2013

Mappa Italia sicura

Foto: commons.wikimedia.org

 

 

 

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