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Non chiudere l’acqua quando si lavano i denti: l’impatto ambientale


Tessa Gelisio, lavarsi i denti

Non sono bastati anni di sensibilizzazione, per far perdere a molti una pessima abitudine: quella di non chiudere l’acqua quando si lavano i denti. Eppure, un gesto tanto semplice potrebbe fare davvero la differenza in termini ambientali, riducendo – e di molto – lo spreco di una risorsa tanto scarsa come l’acqua potabile. Sebbene i più siano portati a pensare che le loro singole azioni non possano avere chissà quali conseguenze positive, è arrivato il momento di dire addio alle vecchie e dannose consuetudini, per uno stile di vita più sostenibile.

Ma in che modo evitare di chiudere il rubinetto impatta sull’ambiente e di quali danni al Pianeta ci si rende responsabili?

Il consumo idrico della pulizia dei denti

Lavarsi i denti

Prestare attenzione all’igiene orale è fondamentale: lavarsi correttamente i denti almeno due volte al giorno è infatti la principale arma per una bocca sana, riducendo il rischio di pericolose – e costose – carie. Eppure, la cura dei denti non deve per forza andare a discapito del risparmio idrico, come purtroppo spesso avviene.

In linea generale, mediamente un adulto impiega due minuti per lavarsi i denti per ogni sessione, esclusi gli sciacqui. Così come evidenzia un recente studio, lasciando aperto il rubinetto per i due minuti necessari allo spazzolamento, si sprecano dai 20 ai 30 litri d’acqua. Se l’operazione si ripete due volte al giorno, finiscono immotivatamente nello scarico dai 40 ai 60 litri d’acqua.

Se si considera una famiglia media di quattro persone, dove nessuno chiude il rubinetto mentre si spazzola i denti, si sprecano dai 160 ai 240 litri d’acqua al giorno: una quantità a dir poco folle.

Cosa si può fare con 40 o 60 litri d’acqua al giorno

Irrigare l'orto

Per comprendere meglio l’entità dello spreco d’acqua che una simile cattiva abitudine genera, è utile pensare in termini diversi. Ovvero, cosa si può fare di utile con 40 o 60 litri al giorno?

Stando ai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, una persona in un Paese in via di sviluppo ha bisogno di 20-50 litri d’acqua potabile al giorno per soddisfare i suoi bisogni di base, come bere, cucinare e garantire l’igiene minima del corpo. Si tratta di persone che spesso non hanno accesso a nessuna fonte idrica salubre: in altre parole, in soli due minuti di rubinetto inutilmente aperto, si spreca la quantità d’acqua che basterebbe a un individuo in difficoltà per vivere un’esistenza più dignitosa. Se si considera che circa il 25% della popolazione mondiale vive in zone ad alto stress idrico, appare evidente quanto i comportamenti del singolo possano fare la differenza.

Se questo esempio non fosse sufficiente, basti sapere che 40 o 60 litri d’acqua al giorno possono essere sufficienti per:

  • annaffiare circa due metri quadrati di orto con colture idroesigenti, come ad esempio pomodori, zucchine, melanzane e lattuga;
  • effettuare un ciclo di lavaggio in lavatrice ad alta efficienza, che in genere richiede tra i 35 e i 50 litri d’acqua;
  • avviare un ciclo completo in lavastoviglie, anche in questo caso tra i 25 e i 50 litri d’acqua;
  • cucinare un pasto a base di cereali, legumi o pasta per circa 10-15 persone;
  • pulire superfici tra i 30 e gli 80 metri quadrati.

Non solo acqua: l’impatto di chiudere il rubinetto sulla CO2

Rubinetto aperto

La brutta abitudine di lasciare il rubinetto aperto non ha conseguenze unicamente sullo spreco idrico, ma anche sulle emissioni di CO2. La produzione di acqua potabile non è infatti esente dall’emissione di gas climalteranti, principalmente perché è richiesta energia nelle fasi di:

  • raccolta ed estrazione dell’acqua;
  • trattamento e potabilizzazione;
  • distribuzione e manutenzione degli acquedotti e della rete idrica.

In linea generale, la produzione e la distribuzione di un metro cubo d’acqua potabile comportano l’emissione di circa 0,4-0,6 chilogrammi di CO2 equivalente. Considerando 40 litri d’acqua sprecati al giorno, ciò si traduce tra 5,84 e 8,76 chilogrammi di CO2 emessa per individuo all’anno. Non una cifra esagerata se considerata sul singolo, eppure bisogna sempre considerare l’impatto di un cattivo comportamento moltiplicato per miliardi di persone sul Pianeta.

Lavarsi i denti: gli effetti delle buone abitudini

Lavarsi i denti con rubinetto chiuso

Analizzando il problema dalla prospettiva opposta, ricordarsi di chiudere il rubinetto quando ci si lava i denti ha degli effetti a dir poco immediati: dal consumo di 40-60 litri al giorno, si passa in media a due. Il risparmio, in altre parole, è di oltre il 95%.

Non è però tutto, poiché diversi studi hanno dimostrato che un gesto così semplice, quale evitare gli sprechi quando ci si dedica all’igiene orale, può portare a una riduzione del 20% del consumo idrico domestico, che si riflette con una riduzione della bolletta dell’acqua tra il 12 e il 18%. Come spesso accade, adottare delle buone e sostenibili misure ha benefici anche sul portafogli, oltre che sull’ambiente. E se si installano rubinetti a basso flusso, dotati di arieggiatori per l’acqua, il risparmio è addirittura ulteriore: dal 30 al 50% d’acqua in meno consumata, per una riduzione della bolletta tra il 20 e il 40%.

In definitiva, evitare gli sprechi quando si lavano i denti ha effetti duraturi sull’ambiente, sulle disponibilità idriche mondiali e anche sulle nostre finanze: perché non chiudere il rubinetto, allora?

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