A tavola

La pellicola per alimenti è pericolosa nel microonde? I comportamenti da evitare


Tessa Gelisio, pellicola per alimenti

La pellicola per alimenti può essere pericolosa se usata nel microonde? È una domanda che molti si pongono con una certa insistenza negli ultimi tempi, anche data la circolazione di alcune notizie, forse fin troppo allarmistiche, sui social network. Quell’involucro tanto diffuso in cucina, e ormai entrato nelle abitudini quotidiane degli italiani, potrebbe infatti rappresentare un rischio per la salute. Ma è davvero così?

In linea generale, la pellicola per alimenti può considerarsi sicura solo se viene utilizzata correttamente, altrimenti si rischia che alcune sostanze chimiche vengano trasferite al cibo, se sottoposte a temperature elevate. Oltre alle questioni relative alla contaminazione delle pietanze, poi, bisognerebbe anche fare una riflessione in termini ambientali: la pellicola è un materiale plastico che non può essere recuperato, tant’è che finisce nell’indifferenziato. Scegliere altri materiali per proteggere i cibi, di conseguenza, può essere sicuramente utile per ridurre il nostro impatto ambientale.

Com’è composta la pellicola da cucina

Pellicola da cucina

Come ho già accennato in apertura, la pellicola trasparente per alimenti è realizzata in materiali plastici, si avvale infatti di polimeri noti per garantire elasticità e trasparenza. Apparso sul mercato negli anni ‘30 del secolo scorso, e inizialmente realizzato con il cellophane, oggi questo involucro è principalmente ottenuto da:

  • PVC, ovvero il polivinilcloruro, una delle plastiche più diffuse e malleabili;
  • PE, cioè, il polietilene, oggi sempre più diffuso poiché presenta profili di sicurezza maggiori rispetto al PVC;
  • EVA, ovvero l’etilene vinil acetato, molto flessibile, elastico e con un più ridotto rischio di contaminazione.

In genere, i produttori specificano sulle confezioni quale tipo di polimero sia stato scelto per realizzare la pellicola, così come le indicazioni di corretto uso. Tuttavia, è utile accertarsi che sull’etichetta vi sia riportato il simbolo della forchetta e del bicchiere, necessario per indicare l’idoneità del prodotto a contatto con i cibi, secondo il Regolamento UE 10/2011.

La sicurezza della pellicola da cucina

Negli anni sono stati condotti diversi studi per verificare la sicurezza della pellicola per alimenti, in particolare per comprendere se questo involucro possa rilasciare sostanze chimiche sui cibi per effetto del calore o, ancora, del contatto con sostanze oleose.

Dalle varie ricerche realizzate negli anni, è emerso che vi può essere un concreto rischio di rilascio di sostanze chimiche dannose – in particolare gli ftalati, dei noti interferenti endocrini – quando si utilizzano pellicole in PVC a contatto dei cibi. La contaminazione è maggiore quando sono presenti grassi e oli e la pellicola viene portata ad alte temperature, ma un paio di studi confermano anche il possibile trasferimento a freddo, se gli alimenti rimangono avvolti nell’involucro per diversi giorni.

Fortunatamente, in Europa non vi è particolare motivo di preoccupazione: nel Vecchio Continente non solo si adottano limiti massimi molto rigidi per la presenza di ftalati e altre sostanze che potrebbero contaminare i cibi, ma dal 2007 è stato anche vietato l’uso proprio dei ftalati per la produzione di pellicole alimentari in PVC. Queste sostanze sono state a lungo impiegate perché aumentano la flessibilità e la trasparenza del materiale.

Non sembrano esservi invece grandi rischi per le pellicole in PE ed EVA, anche se non sempre molto diffuse fra i consumatori: costano di più rispetto a quelle in PVC, sono meno trasparenti – presentano una colorazione lievemente giallognola – e resistono meno alle alte temperature.

Pellicola nel microonde: come comportarsi

Microonde

Come ho già spiegato, la pellicola per alimenti è da considerarsi sicura solo se viene usata correttamente, seguendo alla lettera le indicazioni riportate sulla confezione. E, sebbene in Europa le pellicole in commercio siano prive di ftalati, è sempre utile seguire il principio di precauzione, così da non imbattersi in inutili rischi. 

Di conseguenza, la pellicola può essere utilizzata nel microonde? Come facile intuire, dipende da come l’involucro viene impiegato:

  • può essere utilizzato per ricoprire vaschette, bacinelle, terrine e scodelle, purché non entri in contatto con l’alimento;
  • è da evitare su piatti, vassoi e similari, poiché la pellicola sarebbe a diretto contatto con il cibo e, con il calore, potrebbe afflosciarsi sulle pietanze.

Le buone regole per l’uso della pellicola in cucina

A questo scopo, è utile apprendere alcune buone regole per l’uso della pellicola in cucina, non solo relative al microonde. A seconda di quanto indicato dal produttore in etichetta:

  • il contatto con i cibi dovrebbe essere sempre evitato, anche a freddo;
  • se ciò non dovesse essere possibile, il contatto con gli alimenti caldi è sicuramente più rischioso rispetto a quelli freddi;
  • la presenza di sostanze oleose – come gli oli da cucina – così come anche grassi e alcol possono favorire il trasferimento di sostanze chimiche pericolose;
  • in ogni caso, è sempre meglio evitare di utilizzare le pellicole nel forno, nel microonde o in qualsiasi altro elettrodomestico riscaldante.

Le alternative alla pellicola per il microonde

Teglia in terracotta, alternative alla pellicola

Ma quali sono le alternative da preferire nel microonde, quando si vogliono coprire gli alimenti che si andranno a riscaldare? Sono diverse la soluzioni oggi disponibili sul mercato:

  • i contenitori in ceramica, pyrex o terracotta dotati di apposito coperchio, pensati specificatamente per l’uso nel microonde;
  • i coperchi in silicone per forno, completamente riutilizzabili e spesso anche di dimensioni universali, così come le buste per alimenti sempre in silicone.

Ancora, si può semplicemente scegliere di non coprire gli alimenti quando li si inserisce nel forno a microonde: certo, l’apparecchio si sporcherà maggiormente per via degli oli e i vapori che i cibi rilasciano, ma nulla che un po’ di olio di gomito non possa risolvere. Piccoli accorgimenti che fanno la differenza a livello di salute e, soprattutto, in termini di impatto ambientale: meno sprechi, meno plastica e meno rifiuti!

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