Per quanto le piante rappresentino una soluzione comoda ed efficace per trasformare gli spazi della casa, quando si parla della camera da letto emergono dubbi, preoccupazioni e anche bufale. Per credenza comune, si ritiene infatti che i vegetali nelle stanze da letto siano sconsigliati, quando non addirittura dannosi: emettendo anidride carbonica di notte, influenzerebbero negativamente il sonno. Ma è davvero così? Sebbene il processo di fotosintesi tipico delle piante sia ben noto, la ricerca scientifica ridimensiona gli allarmi: l’impatto dei vegetali è talmente ridotto, che per aver un effetto rilevabile sull’organismo bisognerebbe trasformare gli ambienti di casa in vere e proprie foreste.
Le bufale più comuni sulle piante in camera
Non si può di certo dire che il tema delle piante in camera da letto non alimenti profonde preoccupazioni, scadendo spesso nella vera e propria bufala. Tra chi teme che gli spazi verdi possano “rubare” ossigeno prezioso durante il sonno, e chi invece si dice convinto possano alimentare allergie, le discussioni sono pressoché continue, in particolare sui social. Per questo, è utile affidarsi a quanto rilevato dalla scienza.
La bufala del risveglio asfissiante
Una delle bufale più comuni sulle piante in camera da letto è quella del cosiddetto “risveglio asfissiante”. Per via del processo di fotosintesi clorofilliana, che porta le piante ad assorbire ossigeno e a rilasciare CO2 di notte, si è diffuso il timore di un sonno in ambienti non sufficientemente ossigenati.
Uno studio condotto sui poteri purificanti delle piante, e focalizzato sulla loro inefficienza nel gestire i COV a livello domestico, ha anche preso in considerazione gli effetti del rilascio di anidride carbonica nei momenti bui della giornata. Dai risultati, è emerso che l’impatto di qualche pianta ornamentale è pressoché ininfluente, tanto da non creare problemi durante il sonno, né “rubare” prezioso ossigeno a chi risiede negli ambienti.
Infatti, una pianta di medie dimensioni produce solo 0,02 grammi di anidride carbonica all’ora, contro i 24 emessi da una persona che dorme nello stesso periodo di tempo. Qualche vaso è perciò del tutto consentito: per avere un reale effetto sulla salute, bisognerebbe avere decine e decine di piante in camera.
Il reale rischio degli allergeni
Una seconda preoccupazione riguarda la possibilità che le piante, posizionate in prossimità del letto, possano riempire gli ambienti di pollini e allergeni, non solo disturbando il sonno, ma anche con conseguenze negative sulla salute dei polmoni.
Per quanto sia vero che alcune piante possano rilasciare grandi quantità di pollini, soprattutto nel periodo primaverile, non si tratta solitamente delle specie che vengono coltivate a livello domestico.
Uno studio condotto dall’American Lung Association, nel ridimensionare le capacità di purificazione dell’aria delle piante domestiche, ha confermato alcune evidenze importanti:
- alcune piante possono produrre polline e allergeni, o aumentare il rischio di muffa, ma si tratta di eventi molto rari. In linea generale, è sufficiente scegliere per la camera da letto delle specie ipoallergeniche, quali ad esempio il pothos;
- considerando l’assenza di questioni relative all’ossigenazione notturna, gli esperti sono giunti alla conclusione che i benefici psicologici del verde sono di gran lunga superiori ai remoti rischi, di conseguenza le piante nella stanza da letto sono addirittura consigliate.
Naturalmente, bisogna fare riferimento anche alla propria personale esperienza: se si è a conoscenza di varietà a cui si è ipersensibili, o si assiste a un peggioramento del proprio sonno, in via cautelativa è sempre utile posizionare le piante in altri ambienti della casa.
Le piante migliori per la camera da letto
In considerazione delle bufale smentite dalla ricerca scientifica, e del sostanziale via libera alla coltivazione di piante ornamentali anche in ambienti dedicati al riposo, quali sono le migliori piante per la camera da letto?
In linea generale, è sempre preferibile scegliere piante che non generano molti fiori – appunto, per ridurre il rischio di pollini e allergeni – e capaci di adattarsi anche a un’illuminazione ridotta, come quella tipica delle stanze da letto. Ancora, è meglio scegliere delle specie con del potenziale purificante – seppur non vi sia accordo scientifico in tal senso, come visto dai precedenti studi – per ridurre alcuni degli inquinanti più comuni presenti in casa. Fra le tante, si consigliano:
- il pothos, che può crescere facilmente anche in ombra, non richiede grandi annaffiature e, come visto, è anche ipoallergenico;
- lo spatifillo, poiché capace di regolare l’umidità degli ambienti e dal buon potere filtrante, anche se può rilasciare pollini in alcune stagioni dell’anno;
- la sansevieria, una pianta estremamente resistente, purificante e ottima per le stanze da letto, perché assorbe CO2 anche di notte, anziché produrla;
- la palma areca, per chi vuole un tocco tropicale anche in camera da letto, perché a bassissimo rischio di allergeni e molto efficace per la regolazione dell’umidità interna;
- le felci, come la comune felce di Boston, adatta soprattutto per le stanze secche e, fatto non meno importante, priva di pollini.
In definitiva, decorare la stanza da letto con qualche vaso non è assolutamente dannoso, né per il sonno né per la salute: via libera, allora, a tanti angoli verdi, rilassanti e benefici per l’umore.
No Comments