Punto di vista

Rivoluzione 5G


Sviluppo tecnologico e rischi per la salute: a che punto siamo?

L’Italia si sta preparando a quella che viene definita la “rivoluzione” del 5G. Ma, mentre le sperimentazioni di questa nuova tecnologia di connessione mobile sono già in corso, circolano anche grandi timori sui rischi che potrebbe comportare per la salute pubblica. Infatti, come tutto quello che rappresenta una novità in campo tecnologico i dubbi sono sempre tantissimi: quanto saranno nocive le onde elettromagnetiche sprigionate dalla nuova tecnologia 5G? Saranno davvero a rischio le nostre informazioni più intime e gli Stati sapranno proteggere adeguatamente la nostra privacy? Marco Pizzuti, autore del Dossier 5G, l’inchiesta non autorizzata sulla tecnologia destinata a cambiare la nostra esistenza, fa il punto della situazione sulla rivoluzione tecnologica in arrivo, rivelandoci come un progresso promettente e “scintillante” possa nascondere anche degli aspetti inquietanti. Ecco gli aspetti salienti del suo saggio

  • Cos’è e come funziona il 5G

Il 5G è la rete di quinta generazione e rispetto alle precedenti reti sarà il mezzo con cui verrà dato inizio ad una radicale trasformazione della società e del nostro modo di vivere quotidiano poiché si inserisce nel contesto della quarta rivoluzione industriale. La grande mole di informazioni che consente di trasferire il 5G permetterà quindi di collegare ogni dispositivo elettrico all’intelligenza artificiale e di trasformarlo nella sua versione smart. Per questo motivo, la rete 5G è stata giustamente soprannominata l’internet delle cose da cui l’acronimo inglese IOT (Internet of Things). Si tratta insomma della tecnologia che utilizzeranno i nostri smartphone, ma anche e soprattutto, i tanti oggetti connessi intorno a noi, destinati a essere sempre più numerosi (elettrodomestici, auto, semafori, lampioni, orologi etc.). 

In breve tempo le vecchie fabbriche diventeranno autonome e potranno essere sostituite dalle smart factory mentre le città diventeranno smart city con trasporti, vigilanza e ogni genere di servizio pubblico e privato gestito direttamente dall’intelligenza artificiale. Tutte le connessioni dati passeranno attraverso il 5G la cui principale caratteristica è proprio quella di riuscire a controllare contemporaneamente un milione di device per kmq. Ciò è possibile grazie all’uso di onde millimetriche (millimeter waves) e di frequenze molto elevate che garantiscono un esponenziale aumento dellavelocità nel trasferimento dati e una drastica riduzione dei tempi di latenza. La velocità di picco in download può raggiungere i 20 Gigabit per secondo (Gbps) e il ritardo nella risposta del segnale di trasmissione è nell’ordine di 1 millesimo di secondo (ms).

  • Vantaggi e svantaggi

Dal punto di vista industriale, il 5G sarà un boom per la produzione dei novi device “5G ready” che nel corso del tempo andranno a sostituire tutti i precedenti dispositivi elettronici per un giro d’affari di più di 1000 miliardi in pochi anni. Per i governi e le multinazionali potrebbe essere uno strumento di orientamento e controllo della popolazione e dei consumatori, e anche per i militari rappresenterà un “must have” perché tutte le smart weapons di ultima generazione come droni e sistemi di combattimento robotizzati richiedono l’uso del 5G. Nel campo sanitario invece, permetterà ai medici di effettuare complicate operazioni chirurgiche a distanza senza pericolosi tempi di latenza. Le nostre città saranno sempre più smart attraverso sensori che comunicheranno in tempo reale a una centrale operativa i dati rilevati sul traffico, la congestione dei parcheggi, l’illuminazione, la situazione dei rifiuti, consentendo di gestire da remoto e in modo rapido le situazioni critiche o migliorabili. O ancora la rete 5G potrà portare miglioramenti nel monitoraggio ambientale, delle condizioni delle infrastrutture pubbliche e private (ponti, ferrovie, strade, autostrade ecc.) e per la prevenzione delle catastrofi o nei soccorsi. Gli ambiti di applicazione sono innumerevoli, ma come tutte le novità oltre ai pro ha anche molti contro: tutto sarà costantemente collegato ad internet, le cose quanto noi stessi, saranno letteralmente circondati da sensori che ci controllano in maniera costante ed estremamente pervasiva. Sfruttando appieno le potenzialità del 5G, lo Stato e le imprese potrebbero esercitare un controllo permanente sul comportamento dell’individuo attraverso la creazione di un database con i suoi gusti, le sue abitudini, i suoi vizi, le sue idee politiche e di tutto ciò che fa o scrive in rete durante la sua esistenza. Saremo sicuramente più assistiti, ma anche più monitorati, più profilati e più bombardati da raffinate strategie di marketing. Ogni nostra azione verrà registrata, catalogata e elaborata con inevitabili ripercussioni sulla privacy. In altre parole, la nuova rete metterà tutti i nostri dati in un “big data” che oltre a potere essere utilizzati per orientare i nostri consumi con pubblicità personalizzate, potrebbero essere sfruttati anche per ottenere il massimo controllo politico-sociale dell’intera popolazione. 

  • Effetti sulla salute

Riguardo alla salute, non c’è stato alcun sereno dibattito sui grandi media mainstream tra gli scienziati favorevoli e gli scienziati contrari. I tanti articoli di giornale e i servizi televisivi sul 5G enumerano solo i vantaggi mentre qualsiasi tipo di dubbio sulla sicurezza viene bollato come complottismo o tecnofobia. La verità è che il vecchio elettrosmog prodotto dalle precedenti reti mobili è già stato associato, da tanti studi, allo sviluppo di patologie gravi come cancro, sterilità e abbassamento delle difese del sistema immunitario mentre il 5G utilizza un tipo di onde cha buona parte della comunità scientifica ritiene essere ancora più pericolose. 

Purtroppo, le linee guida internazionali per la tutela della nostra salute sono state fissate dall’ICNIRP, un ente privato con sede a Monaco da anni al centro di gravi conflitti d’interessi che nel 2017 è stato coinvolto nel grave scandalo “Phone Gate”, con cui aveva truccato il sistema di misura dell’esposizione alle radiazioni emesse dai cellulari per favorire i produttori. Come se non bastasse, l’ICNIRP riconosce solo gli effetti termici e non anche gli effetti biologici avversi delle radiofrequenze nonostante decine di migliaia di ricerche pubblicate anche sulle più prestigiose testate scientifiche. Una sentenza della Corte d’Appello di Torino del gennaio 2020 ha infatti riconosciuto la connessione tra lo sviluppo di neoplasie e l’esposizione alle radiofrequenze e 180 scienziati accademici di tutto il mondo hanno chiesto il rispetto del principio di precauzione (prima gli studi sulla sicurezza e poi le antenne) per il 5G che non andrà a sostituire le vecchie reti ma si andrà ad aggiungere ad esse. 

Nel libro di Pizzuti vengono riportati tantissimi studi che dimostrano gli effetti negativi sulla salute del 5G a differenza di quelli che vengono maggiormente comunicati e diffusi che invece sostengono la sua innocuità.

Chi ha ragione? Il quadro che emerge è sicuramente contraddittorio ma va considerato che la scienza molto spesso subisce le pressioni dell’industria per alterare i risultati delle ricerche come è già successo con il tabacco, l’amianto, la benzina al piombo, il DDT e numerosi altri prodotti. In questa fase sperimentale dunque, non ci resta che affidarsi al buonsenso e adottare privatamente il principio di precauzione, riducendo il più possibile l’esposizione alle onde elettromagnetiche prodotte dai cellulari e sperare che la ricerca scientifica indipendente prevalga sugli affari. 

  • Il punto di vista di Legambiente

Legambiente dice sì alla banda ultralarga, con la fibra e il 5G, per colmare il divario digitale in Italia, ma con tutte le precauzioni necessarie a minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici. L’avvento della tecnologia di quinta generazione è importante, ma impone un approccio fortemente cautelativo, in linea con le evidenze scientifiche. Secondo l’associazione ambientalistagli scenari che si apriranno con l’introduzione del 5G modificheranno il livello di esposizione complessivo della popolazione a seguito di importanti cambiamenti nell’architettura della rete. Crede inoltre, che la copertura di digitalizzazione in Italia sia una necessità pressante, ma la diffusione della banda larga deve avvenire senza alcuna modifica della Legge Quadro 36/2001, che detta limiti di esposizione (6 V/m) e di attenzione cautelativi di fronte ai rischi sanitari che invece interverrebbero con un loro aumento. Non esiste alcuna ragione tecnica, se non economica, per innalzare i limiti di esposizione e attenzione attualmente vigenti in Italia, mentre ne esistono di sanitari, anche ormai piuttosto evidenti, per evitare che questo accada. In questa occasione Legambiente ha scritto ai ministri  lanciando una petizione per chiedere al Governo di attuare il principio di precauzione, senza quindi modificare i limiti di esposizione oggi previsti dalla normativa italiana, di investire nella ricerca epidemiologica indipendente sulle onde millimetriche e facendo un’adeguata campagna di informazione sui rischi connessi a comportamenti scorretti dei cittadini nell’uso del cellulare.

Ecco la mia video-intervista a Marco Pizzuti

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