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Spese veterinarie, tutto quello che c’è da sapere e come risparmiare


Tessa Gelisio con Jack e Viola

Vivere con un animale offre innumerevoli vantaggi, rende più ricco e dinamico il quotidiano e dona tanta
gioia. Un’esperienza che migliora l’umore e strappa le persone da condizioni di forte sedentarietà e
demotivazione emotiva. Di sicuro migliora la vita e allontana il senso di solitudine, per questo accogliere un quadrupede è sempre una scelta valida. Ovviamente prendersene cura ha anche dei costi, non solo legati all’alimentazione e agli accessori, ma anche alle spese veterinarie. Il benessere e la salute del cane e del gatto di casa sono fondamentali, ma il più delle volte le spese veterinarie sono alte.

Una condizione da non sottovalutare e che può impattare sull’economia domestica. Le cifre appaiono sempre elevate, diretta conseguenza dell’impiego di cure e macchinari altamente professionali, oltre che del consulto degli esperti del settore. Una situazione necessaria, specialmente per un animale molto malato o anziano, e che non può avvalersi di un sistema sanitario nazionale come invece accade per l’uomo.

Spese veterinarie, cosa si può detrarre

Gattino

Cure, alimentazione, accessori e controlli di routine, sono tutte necessità per assicurare ai propri animali una vita serena e protetta. A partire dagli esami e dalle visite mediche, una ritualità fondamentale che però spesso pesa sull’economia familiare. Come vi avevo anticipato le spese veterinarie risultano alte proprio per la specificità di alcuni rimedi e interventi, per la presenza di macchinari e per il supporto di professionisti di settore. Ad aggravare il tutto è proprio la mancanza di un sistema sanitario nazionale che non consente di sfruttare la possibilità di pagare cifre inferiori o calmierate.

Se consulti, vaccinazioni e anche operazioni possono costare in modo eccessivo, in tanti non sanno che una parte di queste spese si può detrarre e recuperare. Basta conservare scontrini e fatture così da allegarle alla dichiarazione dei redditi, usufruendo della detrazione del 19% sulle spese veterinarie sostenute. Per una cifra massima che nel 2022 si aggirava intorno ai 550 euro, un importo introdotto durante la pandemia da Covid-19 per aiutare le famiglie e per abbattere il randagismo. Con un esborso annuo che, nel 2023, è sceso a un massimo di 387,34 euro, e con una detrazione del 19% sulla quota eccedente la franchigia di 129,11 euro. Ovvero il limite minimo sotto il quale non è prevista nessuna detrazione. Facendo due calcoli la detrazione massima è di 49 euro (19% di 258 euro, ovvero la somma risultante dal massimale di spesa meno la franchigia). Ma per avvalersi di questa soluzione è importante rispettare alcune condizioni:

  • il pagamento delle cure delle viste deve risultare tracciabile, ovvero va effettuato tramite bonifico, bancomat, carta di credito, solo per citarne alcuni. Ad eccezione dei farmaci gestiti attraverso il Sistema Sanitario Nazionale;
  • rientrano nella detrazione fiscale le spese sostenute per le prestazioni veterinarie, eventuali esami clinici e di laboratorio e gli interventi effettuati presso le cliniche veterinarie;
  • sono compresi nella detrazione i costi dei farmaci per animali venduti in strutture diverse dalle farmacie, ma sempre gestiti dal Ministero della Salute, oltre ai medicinali che non hanno l’obbligo di prescrizione medica come ed esempio i farmaci antiparassitari;
  • la detrazione vale solo per le spese sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di
    compagnia o per la pratica sportiva (Circolare 14.06.2001 n. 55/E, risposta 1.4.1);
  • per detrarre le spese veterinarie lo scontrino deve riportare il Codice Fiscale di ha pagato il costo, con la tanto di specifica della natura, oltre alla qualità e alla quantità dei medicinali acquistati. Questa verifica di acquisto si può effettuare attraverso il codice di autorizzazione di messa in commercio del medicinale o con codifica FV (farmaco per uso veterinario).

Nel caso la spesa superi 550 euro si può richiedere una detrazione massima pari a 80 euro, a prescindere
dal numero di animali posseduti.

Cosa accade ha chi ha un reddito basso

Cagnolino dal veterinario

In supporto di chi ha un reddito basso e possiede un animale domestico è stato introdotto il bonus animali domestici, utile per chi ha un reddito ISEE inferiore a 35.000 euro. La procedura è la stessa ovvero si può usufruire del bonus in sede di dichiarazione dei redditi, allegando le spese sostenute e pagate attraverso metodologie
tracciabili.

Alcuni comuni e Asl locali, da tempo, si sono attrezzati fornendo cure e assistenza veterinaria a costi bassi o del tutto gratuita. Destinato, in particolare, a chi possiede un reddito molto basso oppure è indigente e vive una condizione di fragilità. Oppure con il supporto di alcune associazioni e circuiti solidali in grado di sostenere le spese veterinarie al posto dei proprietari, così da offrire un servizio valido e gratuito.

Prendersi cura dei propri cani e gatti di casa è fondamentale per il loro benessere, per questo non bisogna trascurare visite e controlli di routine. Ma prima di prendere un amico a 4 zampe è bene valutare anche l’impegno economico che esse comporta, che con l’avanzare dell’età inevitabilmente tende ad aumentare.

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