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Transizione energetica: la rivoluzione verde parte dall’energia


Abbandonare i combustibili fossili e passare alle fonti rinnovabili, il punto della situazione in Italia e nel mondo

Fonte: buonenotizie.it

Autunno, tempo di bilanci…energetici! E’ proprio in questo periodo dell’anno, infatti, che le maggiori istituzioni del settore energia pubblicano i nuovi dati relativi ai consumi energetici mondiali nei principali settori: industriale, civile e dei trasporti.

Il report più importante, uscito lo scorso 24 Settembre, arriva dalla Energy Information Administration (EIA), che ha pubblicato l’annuale International Energy Outlook (IEO2019).

Non solo uno sguardo al bilancio energetico planetario, ma soprattutto il quadro della situazione in merito alla transizione energetica, il passaggio dall’utilizzo di fonti energetiche esauribili e ad alto impatto ambientale a fonti energetiche alternative, rinnovabili e pulite. Dai combustibili fossili all’energia green: un processo promesso e promosso dai Paesi tecnologicamente più avanzanti e, diciamolo, più sensibili ai temi ambientali.

Il meccanismo di decarbonizzazione è diventato ormai inesorabile, non solo per la tutela del pianeta ma soprattutto considerando le accertate previsioni di esaurimento delle riserve mondiali di combustibili fossili.

L’uomo si prepara ad una nuova era dell’energia. Idrica, eolica, solare, biomassa, geotermica e mareomotrice: sarà questo il mix energetico di fonti alternative a basso impatto ambientale in grado di muovere in un futuro ormai prossimo il mondo dell’economia, delle automobili, delle industrie e, a livello più capillare, a far funzionare le nostre case.

Partiamo dai dati. Secondo EIA, sarà il fortissimo sviluppo economico e tecnologico di Paesi come India, Cina e di aree come il Sud-Est asiatico a far impennare i consumi mondiali di energia primaria, che cresceranno mediamente del 50% entro il 2050.

Fonte: Energy Information Administration (EIA)

Dopo il settore industriale e quello dei trasporti, saranno le strutture civili residenziali e commerciali a causare i maggiori consumi energetici, promossi dal miglioramento generale degli stili di vita, dalla crescente urbanizzazione e dal sempre maggiore accesso all’elettricità, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

La forte crescita in tutti i tre settori richiederà un aumento del 79% nella produzione di elettricità, sempre appunto entro il 2050.

Come si inseriscono le fonti rinnovabili in questo quadro?

Secondo i risultati dell’International Energy Outlook, in termini di produzione e fornitura di energia primaria, sempre maggiore spazio avranno le soluzioni alternative e pulite, leva fondamentale per la transizione del sistema energetico mondiale verso la decarbonizzazione e la riduzione dell’inquinamento e delle emissioni.

In particolare, l’IEO19 prevede che le fonti rinnovabili – solare fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermico, biomassa, biocarburanti – diventeranno l’energia primaria più utilizzata in assoluto, superando il gas naturale ed il carbone entro il 2030, ed il petrolio entro il 2050.

Fonte: Energy Information Administration (EIA)

Se il futuro ad energia pulita è ormai alle porte, l’Italia sembra essere tra le capofila della cordata dei Paesi più green.

Oggi, secondo i dati presentati quest’anno dal GSE, il Gestore dei Servi Energetici, il nostro Paese ha un ruolo di primo piano nel mondo nelle energie rinnovabili: l’Italia è prima nell’Unione europea con il 18,3% per quota di rinnovabili nel consumo interno lordo (davanti a Spagna, 17,3%, Francia, 16%, Germania, 14,8%, Regno Unito, 9,3%). Un valore superiore, per il quarto anno consecutivo, agli obiettivi che il nostro Paese deve raggiungere entro il 2020, secondo quanto stabilito dall’Unione Europea.

Avanti tutta, quindi, verso la completa transizione energetica.

Il nostro Pianeta è quindi salvo? Possiamo tirare un sospiro di sollievo?

Non proprio. Purtroppo, secondo gli esperti il processo globale di decarbonizzazione energetica è certamente avviato ma non procede abbastanza rapidamente, soprattutto in relazione alle emissioni di gas serra.

Abbiamo ormai imparato che PIL ed emissioni climalteranti vanno di pari passo. Un dato che va attentamente considerato quando si elencano i risultati positivi dell’attuale transizione energetica.

Infatti, nonostante un energy mix mondiale a ridotta intensità di carbonio, la considerevole crescita economica e demografica (saremo 10 miliardi nel 2050!) e il conseguente aumento dei consumi energetici non potranno che produrre un aumento costante delle emissioni.

Gli esperti lo dicono chiaramente: al ritmo attuale le temperature globali del Pianeta aumenteranno di 2,4°C rispetto ai livelli preindustriali. La rivoluzione energetica verso un futuro a basse emissioni sta procedendo più o meno speditamente, ma l’attuale velocità di cambiamento non sarà sufficiente a contenere il riscaldamento globale entro +1,5°C, valore limite raccomandato dal mondo scientifico, accordato tra gli obiettivi della COP21 e stabilito nell’Accordo di Parigi. 

Fonte: Di Caprio Foundation

Ottimizzazione, risparmio e riduzione: saranno queste le parole chiave della nuova era dell’energia. Una rivoluzione globale che non può riguardare soltanto le fonti di energia primaria, ma che deve coinvolgere gli impianti produttivi, le reti di distribuzione, i sistemi di fornitura e soprattutto noi consumatori finali.

Siamo noi in prima linea nella lotta per la tutela del pianeta e proprio a noi spetta il difficile compito di imparare a gestire meglio l’energia, ottimizzandola, risparmiandola e riducendone drasticamente i consumi.

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