Punto di vista

Trovate microplastiche nelle nuvole: che impatto hanno?


Microplastiche nelle nuvole

Le microplastiche sono state trovate anche nelle nuvole. E ora gli scienziati si interrogano sui loro possibili effetti, in particolare sugli eventi atmosferici: si teme, infatti, che la presenza indebita di plastica possa alterare le piogge e, allo stesso tempo, trasportare le stesse microplastiche in luoghi remoti.

Con questa scoperta, non ci sono più dubbi: le microplastiche sono davvero ovunque. Sono infatti state rilevate sia negli abissi oceanici, ad esempio nella Fossa delle Marianne, che sulle cime dei monti più alti del mondo, compreso l’Everest. Un vero e proprio dramma per l’ambiente e per la salute, poiché non solo è praticamente impossibile raccoglierle, ma entrano nella catena alimentare e vengono inalate con la respirazione. Che fare?

Microplastiche nelle nuvole: lo studio

Microplastiche

Il sospetto che le microplastiche avessero raggiunto addirittura le nuvole lo si aveva da tempo: in alcune zone incontaminate del mondo, gli scienziati avevo già rilevato elevate concentrazioni di frammenti di plastica al suolo dopo intense piogge. Ora arriva la conferma ufficiale, con uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Science & Technology Letters e condotto da un gruppo di ricercatori cinesi.

Tramite alcune avanzate tecnologie, i ricercatori dell’Università di Shandong hanno raccolto circa una trentina di campioni di acqua, estratti dalle nuvole che normalmente sovrastano il monte Tai. Tutti i campioni mostravano quantità importanti di microplastiche, variabili a seconda della tipologia di nuvole e della loro altitudine.

Cosa è emerso dai campioni

Dall’analisi dei campioni, i ricercatori sono stati in grado sia di isolare le microplastiche che altri composti chimici presenti sulla loro superficie o, ancora, dovuti alla composizione della stessa plastica. Dall’analisi è emerso che:

  • più le nuvole sono dense e basse, maggiore è la presenza di microplastiche;
  • la maggior parte dei polimeri rinvenuti proviene da plastica di uso comune;
  • le dimensioni dei frammenti vanno dai 100 ai 1.500 micrometri;
  • i frammenti, in particolare quelli più vecchi e consumati, presentano sulla loro superficie molte molecole di piombo e mercurio.

Microplastiche nelle nuvole: quali problemi possono causare

Come ho già spiegato in apertura, la presenza di microplastiche nelle nuvole non è da sottovalutare. Potrebbero infatti avere conseguenze negative sia sugli eventi atmosferici che sul clima, molte delle quali tutt’oggi difficili da prevedere. Ma quali sono le maggiori preoccupazioni dei ricercatori?

Distribuzione più rapida delle microplastiche

Per quanto le microplastiche siano già ubiquitarie, alcuni luoghi della terra ne vedono concentrazioni minori rispetto ad altri. La loro presenza nelle nuvole, tuttavia, apre nuovi scenari: questi frammenti potrebbero essere distribuiti più velocemente, aumentando la contaminazione in tutte le aree del globo.

Secondo le ipotesi dei ricercatori, le microplastiche – presenti negli oceani e al suolo – per effetto dell’evaporazione dell’acqua raggiungono gli altri strati dell’atmosfera, rimanendo poi intrappolate fra le nuvole. Con le piogge, questi frammenti di plastica ricadono ovviamente al suolo, incrementando la contaminazione già presente.

Alterazione dei cicli della pioggia

Microplastica e pioggia

Tra le preoccupazioni espresse dai ricercatori cinesi, anche la possibilità che le microplastiche possano alterare i normali cicli della pioggia. In particolare, gli scienziati temono che le sostanze chimiche presenti nella plastica possano modificare il processo di formazione delle nuvole.

Oltre ai polimeri di cui le microplastiche sono fatte, a generare allarme è la presenza di quantità rilevanti di mercurio e piombo, come ho accennato nei precedenti paragrafi, che potrebbero peraltro rendere le piogge particolarmente inquinanti.

Modifica della rifrazione solare

Forse non tutti sanno che le nuvole hanno anche l’importante funzione di riflettere i raggi solari, evitando così il repentino aumento delle temperature al suolo. I nembi e gli ammassi di vapore contribuiscono infatti all’effetto albedo: le zone chiare del Pianeta – montagne innevate, ghiacciai e appunto le nuvole – riflettono la radiazione solare e prevengono il surriscaldamento al suolo.

Semplificando, la presenza di particelle di plastica estranee potrebbe non solo alterare il modo con cui avviene la rifrazione dei raggi solari, ma anche rendere le stesse nuvole più scure, quindi meno efficaci proprio nel riflettere la radiazione del Sole.

Microplastiche, un problema complesso da gestire

Microplastiche e nuvole

Di fronte all’ennesimo studio che conferma la distribuzione ubiquitaria – e soprattutto la possibile pericolosità – delle microplastiche, la domanda è una sola: che fare? Purtroppo, la gestione di questi frammenti di plastica è estremamente complessa, tanto da essere una delle sfide ambientali più difficili per l’uomo.

Le microplastiche sono praticamente impossibili da raccogliere, date le dimensioni infinitesimali. Alcuni sistemi di filtraggio delle acque sono in grado di trattenerle, evitando così l’immissione di nuovi frammenti nell’ambiente, ma per quelli già ormai presenti nel suolo e nelle acque non è stata ancora trovata una soluzione efficace. La scienza si sta orientando sullo studio di batteri e altri microorganismi in grado di digerire la plastica, ma si tratta di un percorso ancora agli albori.

Nel nostro piccolo, possiamo contribuire evitando di immettere nuove microplastiche nell’ambiente. Ad esempio, un ciclo di capi sintetici in lavatrice può produrre oltre 700.000 microplastiche, tanto che quella tessile è proprio una delle principali fonti di produzione di questi pericolosi frammenti. Utilizzando gli appositi sacchetti per bucato, oppure installando speciali filtri sulle tubature della lavatrice, oppure acquistando modelli che hanno già un filtro ad hoc, questo problema può essere notevolmente ridotto.

Ancora, impariamo a usare quanto meno plastica possibile – ad esempio scegliendo prodotti con imballaggi in carta, cartone o alluminio – e a smaltirla correttamente. Piccole attenzioni ecocentriche che possono davvero fare la differenza, per la nostra salute e per l’ambiente!

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