Un recente studio americano ci mostra, ancora una volta, come la nostra salute sia strettamente legata a quella dell’ambiente
Colesterolo, fumo, alcool, vita sedentaria, stress… Sono i terribili 5 fattori che ci hanno sempre detto mettere a rischio le nostre arterie e le nostre coronarie. Ed è tutto vero. Eppure il benessere del sistema cardiocircolatorio non dipende solo dal nostro stile di vita. Ce lo dice un articolo pubblicato un paio di mesi fa sul Journal of American College of Cardiology dai ricercatori della NY State University.
Dopo aver studiato il livello di ristringimento delle arterie carotidi (presenti ai lati del collo) in un campione di 300.000 pazienti residenti nelle aree urbane di NY, New Jersey e Connecticut hanno realizzato che lo smog è un fattore di rischio per l’ictus quanto lo sono il diabete o il fumo.
Nei pazienti esposti a livelli maggiori d’inquinamento atmosferico le carotidi presentavano un maggiore tasso di ristringimento dovuto alla presenza di placche. Le placche aterosclerotiche presenti nelle arterie del collo poi possono staccarsi e andare a provocare seri danni al cervello occludendo vasi più piccoli. Dallo studio pare che la popolazione esposta a livelli più alti di particolato corra un rischio di quasi il 25% in più di ristringimento delle arterie rispetto a quelli esposti ai livelli più bassi presi in esame dallo studio.
La verità è che questo studio mette l’accento su un problema noto sin dagli anni ’50 quando, sempre in America, si era arrivati a intuire una correlazione tra picchi di inquinamento atmosferico e la recrudescenza di infarti cardiaci e ictus.
L’articolo dei clinici newyorkesi sembra creare una legame stretto tra il particolato PM 2,5 (particelle inferiori ai 2,5 milionesimi di millimetro) e il restringimento delle carotidi. Queste temibili microparticelle sono prodotte dai motori a scoppio e dalla combustione di legna e carbone quindi parte integrante dello smog cittadino.
Ora questo non vuol dire che visto che esistono anche rischi ambientali per infarti e ictus si possa anche rinunciare a una buona dieta o fumare come dei dannati! Notizia come questa ci fanno capire soltanto una cosa: se l’ambiente sta bene, noi stiamo bene. Se invece l’ambiente sta male…
Paolo Magni
5 Luglio 2015 at 19:25…ma da che pulpito vengono queste scoperte?! Proprio dai cancrotrafficanti americani insegnanti di vita per gli altri popoli del mondo…i veri americani sono i popoli purtroppo confinati nelle riserve: gli Indiani d’America…loro sì che avevano rispetto per Madre Natura…niente a che vedere con le genti che attualmente occupano il suolo americano di origine guarda a caso europea…che hanno ridotto il territorio ad un colabrodo…