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Crisi idrica: 10 modi per risparmiare acqua


Siccità, crisi idrica

È una forte crisi idrica quella che sta caratterizzando questa estate 2022: i bacini sono sempre più a secco, molti corsi d’acqua risultano letteralmente prosciugati e ai cittadini è così richiesto di risparmiare quanta più acqua possibile. Certo, per limitare il rischio siccità servono degli interventi strutturali, come la manutenzione dell’intera rete idrica italiana, oggi responsabile di ben il 40% dello spreco d’acqua. Ma anche noi, nel nostro piccolo, possiamo dare un contributo importante per preservare questa risorsa preziosa. E il tutto, senza nemmeno troppe rinunce.

Seguo da sempre delle facili regole per ridurre gli sprechi d’acqua a livello domestico e, mai come in questo periodo, queste pratiche di buon senso sono diventate dei veri e propri imperativi. Ho quindi voluto suggerirvi 10 facili metodi che, senza troppo stress, vi permetteranno di risparmiare parecchi litri di acqua ogni giorno.

Fare la doccia anziché il bagno

Crisi idrica, doccia

Forse non tutti lo sanno, ma per risparmiare acqua è meglio fare la doccia anziché il bagno. Proprio così: per un bagno rilassante servono dai 100 ai 160 litri, a seconda della grandezza della vasca da riempire. Una doccia ne richiede dai 25 ai 50, un consumo di meno della metà. 

È però necessaria una piccola precisazione: i vantaggi della doccia diminuiscono con il passare del tempo, più si rimane sotto il getto dell’erogatore più consumiamo. Gli esperti consigliano di non superare i 5 minuti di doccia, consumando così al massimo dai 25 ai 30 litri d’acqua: una tempistica non impossibile, ma per molti molto ristretta. Per chi non è particolarmente veloce, si consiglia di non superare mai i 10 minuti, pari a circa 50 oppure 60 litri d’acqua.

Raccogliere l’acqua fredda, in attesa della caldaia

A quanti capita di aprire il rubinetto dell’acqua calda e di attendere anche diversi minuti, prima che arrivi un gettito effettivamente tiepido? Molte sono le ragioni: dalla caldaia non propriamente istantanea alle lunghe tubature che separano il rubinetto dalla caldaia stessa. Eppure, tutta quest’acqua può essere recuperata.

Ad esempio, posizionando un secchio oppure un catino sotto l’erogatore della doccia, possiamo recuperare dai 5 ai 15 litri d’acqua, a seconda della reattività del nostro impianto. Un bene prezioso che può essere poi riutilizzato per pulire casa, annaffiare le piante, lavare i piatti e molto altro ancora. Un gesto semplice, che non chiede nessuno sforzo e che può davvero influire positivamente sui nostri consumi.

Chiudere il rubinetto quando si spazzolano i denti

Lavarsi i denti

Avreste mai detto che un gesto tanto quotidiano come lavarsi i denti potesse rappresentare una grande fonte di spreco d’acqua? Proprio così: la cattiva abitudine di non chiudere il rubinetto quando ci si spazzolano i denti può comportare la perdita di 10-15 litri d’acqua che, moltiplicati per tre lavaggi al giorno, possono arrivare a ben 45 litri. Se poi si riprende la sana abitudine di usare un bicchiere riempito per risciacquare spazzolino e bocca sia arriva a consumare solo quello! E lo stesso vale per molte altre attività legate all’igiene personale, come lavarsi i capelli, le mani o farsi la barba.

La regola è quindi solo una e, si spera, inviolabile: quando ci si insapona, oppure si spazzolano i denti, il rubinetto deve essere rigorosamente chiuso.

Crisi idrica: è tempo di installare gli erogatori frangigetto

Ridurre il nostro impatto sulla crisi idrica? Niente di più facile che installare gli erogatori frangigetto su tutti i rubinetti di casa. Questi piccoli dispositivi, dal costo di pochissimi euro, permettono infatti di risparmiare fino al 50% dell’acqua. Il tutto, senza perdere intensità del flusso.

Ma come funzionano? Gli erogatori frangigetto dispongono di una struttura a maglie, pensata per mescolare l’aria all’acqua ogni volta che si apre il rubinetto. Così facendo, l’intensità percepita del flusso rimarrà la consueta, tuttavia si consumerà molta meno acqua. E installarli è facilissimo: basta svitare la parte finale del rubinetto e sostituire il piccolo erogatore interno, quel “tappino” da dove esce l’acqua. Poca spesa, altissima resa.

Riutilizzare l’acqua di cottura

Crisi idrica, acqua di cottura

Dopo il bagno, la cucina è uno dei luoghi della casa dove si consuma più acqua. Ed è facile capire perché: tra necessità alimentari e quelle di pulizia, i rubinetti sono spesso aperti. Ma allora perché non recuperare l’acqua di cottura, per utilizzarla ad altri scopi?

Ad esempio, l’acqua di bollitura della pasta può essere utilizzata per pulire le superfici dure, grazie anche all’amido che tende a sciogliere lo sporco incrostato oppure sgrassare piatti e pentole prima di metterle in lavastoviglie. In alternativa, dalla cottura non salata delle verdure si può recuperare dell’acqua ricca di sostanze nutritive per annaffiare le nostre piante ornamentali. Le possibilità sono davvero tante, basta un pizzico di creatività e troveremo tanti originali usi per l’acqua recuperata.

Contro la crisi idrica, usiamo la lavastoviglie

Apparirà a molti come una sorpresa, ma lavare i piatti con la lavastoviglie comporta uno spreco minore d’acqua rispetto al lavaggio a mano. Proprio così: una recente ricerca ha dimostrato che lavare 12 coperti a mano richiede 103 litri d’acqua, in lavastoviglie solo 15 se di classe A. E se si sceglie la classe A++ e A+++, i litri sono addirittura solo dai 7 ai 10. Ma come è possibile?

La questione è molto semplice: l’acqua impiegata nella lavastoviglie viene raccolta sul fondo dell’apparecchio, fatta circolare attraverso vari filtri e poi rimessa in circolo per completare il lavaggio. In altre parole, dopo il primo caricamento non viene richiesta nuova acqua dall’elettrodomestico, nemmeno per il risciacquo finale per le lavastoviglie di ultima generazione. Certo, bisogna considerare il consumo energetico, ma la differenza di litri impiegati è davvero enorme.

Lavatrice a carico leggero? Evitiamola

Crisi idrica e lavatrice

Nonostante la crisi idrica in corso, fare a meno della lavatrice è davvero difficile. Non solo perché molti non hanno tempo di lavare a mano – operazione che, peraltro, come per la lavastoviglie rischia di portare a uno spreco maggiore di acqua – ma anche perché in estate i cambi di vestiti sono molto frequenti. Possiamo però imparare a ridurre i consumi dell’apparecchio.

Tipicamente, una classica lavatrice tra i 5 e gli 8 chilogrammi di carico consuma 50-70 litri d’acqua per ciclo. Un miglioramento enorme rispetto agli apparecchi degli anni ‘70 e ‘80, che richiedevano anche 120 litri per ciclo, ma di certo si tratta di una cifra importante. Per questa ragione, è necessario ridurre il numero dei cicli che facciamo partire quotidianamente, evitando di lasciare il cestello quasi vuoto.

Ancora, evitiamo il prelavaggio – utile solo in presenza di macchie particolarmente ostinate – e, per limitare i consumi energetici, cerchiamo di superare i 30-40 gradi solo quando effettivamente necessario.

Riutilizzare l’acqua del condizionatore

Con un’estate così torrida, il condizionatore sarà probabilmente acceso per gran parte della giornata. Per i modelli che rinfrescano gli ambienti recuperando l’umidità presente nell’aria, è molto probabile che esista un serbatoio di raccolta dell’acqua. E se ne arriva a produrre anche 10-15 litri al giorno, nelle giornate più afose dell’anno.

Quest’acqua passa attraverso una lunga serie di filtri, in particolare carboni attivi, ed è quindi demineralizzata. Non la si può ovviamente bere e probabilmente non sarà utile per offrire sostanze nutritive alle nostre piante, eppure la possiamo riutilizzare per altri scopi. Per lavare i pavimenti e le superfici dure, ad esempio. Ma anche per annaffiare il prato, lavare l’auto, pulire i vetri e molto altro ancora.

Raccogliamo l’acqua piovana per combattere la crisi idrica

Crisi idrica, acqua piovana

Questa estate non verrà di certo ricordata per le sue piogge frequenti, tuttavia ci ha insegnato un fatto molto importante: tutta l’acqua piovana deve essere recuperata. Soprattutto in quelle stagioni dove le precipitazioni sono più intense, per riutilizzarla poi al bisogno. Ma come fare?

Se si dispone di un giardino, o di spazio sufficiente in terrazza, è sufficiente posizionare una o più botti di legno o, ancora, recuperare dei vecchi bidoni in plastica. Per chi ha dimestichezza con il fai da te, si possono poi modificare le tubature delle grondaie affinché versino il loro contenuto proprio all’interno delle botti. Rimarrete stupiti da quanta acqua si potrà recuperare, perfetta per annaffiare l’orto oppure i nostri fiori preferiti.

E il WC?

Infine, una piccola considerazione sulle nostre toilette, in particolare sul WC. Ogni volta che tiriamo lo sciacquone, utilizziamo dai 12 ai 16 litri d’acqua. Una quantità importante, se si considera come venga usato più volte al giorno.

Per questo, se si hanno le possibilità per farlo, è utilissimo installare le cassette a doppia portata, quelle con due pulsanti separati per i nostri rifiuti solidi o liquidi. La seconda opzione permette di utilizzare non più di 4-6 litri, praticamente un risparmio del 50%.

In definitiva, per combattere la crisi idrica possiamo agire anche sul nostro quotidiano, in modo efficace e senza nemmeno troppe rinunce!

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