Le principali fonti e le sostanze più pericolose
Il famoso astrofisico britannico Stephen Hawking ha detto: “Inquinamento, avidità e stupidità sono le più grandi minacce per il genere umano.” Che poi, avidità e stupidità sono la causa principale di danni ambientali come l’inquinamento.
E a chi prende questa minaccia alla leggera, vorrei far presente qualche dato OMS: è responsabile di una morte su quattro, con quasi 13 milioni di vittime al mondo in un anno. All’Italia poi spetta il triste primato europeo, con 87.000 vittime l’anno.
Ho letto un articolo molto interessante, in cui l’inquinamento veniva definito una guerra, silenziosa ma non meno letale di quelle che si trovano sui libri di storia: se prendiamo come metro di paragone un periodo di 5 anni e mezzo, la durata della seconda guerra mondiale, scopriamo che sono molti di più i morti per inquinamento.
E parliamo di morti premature, perché se allarghiamo il campo alle malattie croniche le vittime aumentano: negli ultimi 25 anni è più che raddoppiata l’incidenza di patologie all’apparato respiratorio. E non solo: l’OMS ha stilato una classifica delle principali malattie causate dall’inquinamento atmosferico, in cui si leggono anche ictus, cardiopatie, tumori, infezioni alle vie respiratorie. Nuovi studi poi lo collegano anche a danni genetici, sclerosi multipla e altre malattie neurologiche.
Foto: www.meteoweb.eu
La principale causa di inquinamento dell’aria è lo smog, argomento tornato alla ribalta negli ultimi mesi, con questo strano inverno con temperature sopra le medie e pochissime piogge. Con queste condizioni meteo, l’aria “ristagna” e fa alzare incredibilmente la concentrazione di polveri sottili, così piccole che se respirate arrivano nei polmoni e da qui nel sangue; possono trasportare varie sostanze inquinanti, per questo sono classificate come cancerogene.
Da questo punto di vista, l’anno non si è aperto nel migliore dei modi: il rapporto “Mal’aria” di Legambiente segnalava ben 9 città italiane oltre i limiti previsti per le polveri sottili, concentrate soprattutto nella Pianura Padana. Il livello europeo di concentrazione media annua è di 25 microgrammi per metro cubo d’aria, mentre come si può vedere dall’immagine, nella zona tra Lombardia ed Emilia Romagna hanno superato gli 80 microgrammi!
Foto: Arpa Lombardia
L’inquinamento atmosferico però comprende anche un altro grosso problema, purtroppo sottovalutato: lo smaltimento dei rifiuti. Più del 40% dei rifiuti nel mondo, oltre 1 miliardo di tonnellate, viene bruciato all’aria aperta, e questi roghi costituiscono il 5% della CO2 e il 29% delle polveri sottili nel mondo; vengono rilasciate anche altre sostanze dannose per salute e ambiente, come mercurio e gas idrocarburi, causa di patologie cardiache, polmonari, disturbi neurologici e cancro.
Foto: www.legambiente.it
Questo problema riguarda soprattutto i Paesi in via di sviluppo, in cui non esistono impianti di smaltimento, come Cina, India, Brasile, Messico e Pakistan, ma anche l’Italia ha i suoi problemi. Se meno della metà dei rifiuti vengono differenziati, gli altri vengono seppelliti in discarica oppure bruciati negli inceneritori. E parliamo solo della legalità, perché se apriamo il capitolo dello smaltimento illecito il quadro non fa che peggiorare: questo settore è uno dei business preferiti dall’ecomafia, che fa sparire i rifiuti industriali per sostenere frodi ed evasioni fiscali, bruciandoli o sotterrandoli, inquinando aria, falde acquifere e coltivazioni dei prodotti alimentari.
Emblema di tutto questo è la Terra dei Fuochi, zona tra le province di Napoli e Caserta, in cui per decenni sono stati sotterrati rifiuti tossici come piombo, diossina e scorie nucleari, che oggi stanno mietendo vittime tra la popolazione locale: sono morti di tumore 8 bambini solo negli ultimi 20 giorni.
Foto: Google Maps
Sempre in tema di scarso rispetto per l’ambiente e pericolo per la salute pubblica, ci sono anche altri luoghi a rischio inquinamento, perché ospitano grossi poli industriali che con le loro attività avvelenano l’aria, il suolo e l’acqua. 6 milioni di italiani, uno su dieci, sono esposti agli effetti dell’inquinamento industriale, con conseguenze devastanti: tumori, problemi respiratori, malattie neurologiche.
Foto: www.greenstyle.it
Il Ministero della Salute ha creato una mappa delle aree più inquinate d’Italia: 44 zone superano i limiti di legge. In queste l’incidenza di tumori sta subendo un’impennata, con un aumento anche del 90% in 10 anni. E ovviamente, non sono ancora state bonificate.
Tra queste troviamo ovviamente l’Ilva di Taranto: questo impianto petrolchimico è l’industria che ha causato più vittime. Ci sono però anche aree meno conosciute come Brescia, per la concentrazione di centrali a carbone, Portoscuso (CI), dove si trovano impianti per la produzione di acido solforico e piombo, e Siracusa, con le raffinerie di Augusta e Priolo.
Foto: Ministero della Salute
In molti casi questi siti coincidono con quelli inquinati dall’amianto, considerato la sostanza cancerogena più pericolosa e diffusa nell’ambiente. La sua pericolosità è stata scoperta in tempi relativamente recenti (è stato messo al bando nel 1992), dopo decenni di utilizzi di questa fibra praticamente ovunque, dalle industrie, alle scuole, alle case, agli ospedali. Pericoloso per inalazione, lo chiamano il “killer silenzioso” perché ha tempi di incubazione molto lunghi: possono passare anche 20, 30 o 40 anni prima di vederne gli effetti; la malattia più comune è il mesotelioma, il tumore maligno alla pleura, che ancora oggi causa 1.200 vittime l’anno.
Foto: www.medicinalive.com
L’incidenza è stata riscontrata soprattutto tra Piemonte e Lombardia, in particolare a Casale Monferrato (AL) dove sorgeva la sede dell’Eternit, e a Broni (PV) dove si trovava invece quella di Fibronit. Le aree però sono tante e si trovano un po’ in tutte le regioni: sul nostro territorio ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di amianto, distribuiti in oltre 30mila siti, di cui sono stati bonificati solo poche centinaia, per colpa anche dei costi troppo alti per lo smaltimento.
Questa è l’ultima mappatura del Ministero dell’Ambiente, che risale al 2014.
Foto: Ministero dell’Ambiente
E infine, non meno pericoloso è l’inquinamento delle nostre case: tra sostanze chimiche per la pulizia, materiali di arredi, vernici, impianti di riscaldamento, combustioni (a cominciare dalle sigarette), l’aria non è certo più pulita che all’aperto. Anche l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute forniscono spesso raccomandazioni in merito: ad esempio non fumare al chiuso, perché causerebbe un’alta concentrazione di nicotina e sostanze cancerogene; attenzione anche agli impianti di riscaldamento o al condizionatore: meglio scegliere elettrodomestici di classe A e pulire regolarmente i filtri.
A proposito di combustione, anche incensi, candele e profumi per ambiente possono rilasciare COV, composti organici volatili (ne abbiamo parlato qui), così come i materiali d’arredo: siamo invasi da legno proveniente dalla Cina, trattato con sostanze tossiche. Il legno è un ottimo materiale, purché europeo e certificato FSC® per la gestione sostenibile delle foreste. Non sono da meno le vernici, un concentrato di sostanze derivate dal petrolio dannose per le vie respiratorie, che spesso contengono anche formaldeide, classificata come cancerogena.
Foto: www.ansa.it
Infine, i prodotti chimici per la pulizia: ne parliamo spesso qui su Ecocentrica, e vi offro sempre la versione naturale, che sia delle linee bio o fai da te.
Su alcune forme di inquinamento non abbiamo molto potere, altre volte invece bastano solo piccoli gesti quotidiani per regalarci un futuro migliore.
Foto copertina: nonsoloambiente.it
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