Rinunciare alle tinte chimiche a favore delle piante tintorie è possibile: leggete i consigli dell’esperto per scegliere quelle più adatte e come utilizzarle al meglio.
Il segreto dei miei capelli? Oltre alla cura quotidiana con prodotti eco-bio, è l’aver rinunciato definitivamente alle tinture chimiche. E vi assicuro che il risultato si vede eccome: non sono mai stati così belli e sani! So bene di toccare un tasto dolente: secondo le statistiche, in Italia 7 donne su 10 (tra i 15 e i 75 anni) tingono abitualmente i capelli, quindi parlare di farne a meno può sembrare un sacrificio troppo grande. Eppure ne guadagnerebbe in primis la salute, e non solo quella delle chiome: nei mix per la tintura sono contenute oltre 5.000 sostanze chimiche, come l’ammoniaca, che espongono soprattutto al rischio di allergie (trovate in questo post gli ingredienti più nocivi delle tinte per capelli).
Quello su cui voglio tranquillizzarvi è che rinunciare al colore dei capelli non è l’unica soluzione possibile: fortunatamente esiste un’alternativa, rappresentata dalle piante tintorie, che garantiscono ottimi risultati senza danneggiare né i capelli, né la cute. Ne abbiamo parlato spesso qui su Ecocentrica: vi ho raccontato la mia esperienza presso la SPA per Capelli di Michele Rinaldi, un parrucchiere specializzato proprio in questa tecnica di tintura naturale al 100%, e vi ho consigliato alcuni marchi di tinte per capelli vegetali (li trovate al link), eppure alcune lettrici sono ancora un po’ scettiche, altre mi hanno chiesto di approfondire l’argomento… e così, ho contattato nuovamente Michele, per chiedergli qualcosa di più sulla differenza tra tinte chimiche e vegetali e come funzionano le erbe tintorie; insomma, i trucchi per non sbagliare!
Tinte capelli naturali al 100%: cosa sono?
Foto: Spa per Capelli Michele Rinaldi
La più conosciuta è senz’altro l’henné, ricavato dalla pianta di Lawsonia, che dà ai capelli un colore rosso aranciato, ma le piante tintorie sono moltissime, qualche centinaio, mi spiega Michele. «Il vantaggio principale è che hanno tutte un pH acido, con valori simili a quello della nostra cute, quindi non creano i problemi delle tinte chimiche; oltre a colorare, hanno anche altre proprietà: antiforfora, anticaduta, ristrutturante. Avvolgono il capello, lo rivestono, anziché penetrare all’interno come le tinture tradizionali: in questo modo li ispessiscono, quindi sono ideali per chi ha i capelli fini. Inoltre, le piante sono completamente naturali e non inquinano l’ambiente.» Dettaglio non da poco per un’ecocentrica!
Quali risultati possiamo ottenere
Un punto su cui è meglio essere chiari: aspettative realistiche, onde evitare delusioni e convinzione che le tinte capelli naturali non possono sostituire quelle a cui eravamo abituate.
Il limite principale è uno: «Con le piante non è possibile schiarire i capelli, cosa che si ottiene solo tramite decolorazione.» Per il resto, non esistono particolari problemi: «Si può scurire, dal biondo al castano scuro, e coprire efficacemente i capelli bianchi, con qualsiasi colore si desideri. Se una donna ha tutti i capelli bianchi, il risultato sarà ovviamente una tinta unita, mentre se si tratta di qualche filo qua e là, li si può tingere di biondo o ramato; il proprio colore di base rimarrà inalterato, e si otterrà un naturale effetto meches. Le piante tintorie sono colorazioni permanenti, e durano anche più a lungo delle tinte chimiche; è sufficiente ritoccare man mano la ricrescita.»
Tinte per capelli naturali: istruzioni per l’uso
Non ci sono tinte “buone” o “cattive”: le piante pure vanno tutte bene, e non ci sono differenze sostanziali tra un marchio e l’altro. Se il risultato non è quello sperato, la causa va cercata altrove: «Bisogna prima capire come usarle, sapere i giusti tempi di posa… non sono come le tinte già pronte, il colore va creato, spesso su misura, a seconda della base di partenza.»
Per non sbagliare, il mio consiglio è di rivolgersi (almeno la prima volta) ad un professionista come Michele che possa studiare il giusto mix, ma abbiamo voluto comunque dare qualche indicazione generale su come utilizzare le tinte naturali. «Con la stessa pianta è possibile ottenere colori diversi: la differenza la fa il tempo di posa. Ad esempio, la Lawsonia (l’hennè rosso) dà un colore biondo dopo 15-30 minuti di applicazione, mentre dopo un’ora, un’ora e mezza, diventa rosso aranciato. Nei mix per il biondo aggiungo spesso anche il crespino, un tono freddo che aiuta a ridurre i riflessi dell’hennè, mentre sesi vogliono accentuare i riflessi rossi, consiglio di aggiungere la robbia o il karkadè alla miscela; anche la curcuma è un ottimo colorante, dal tono giallo-oro, però scarica più in fretta, dopo 2 o 3 lavaggi.»
Attenzione però ai capelli bianchi: «Se li si vuole tingere di un colore chiaro come il biondo, un passaggio è sufficiente; per ottenere invece colori scuri, ne servono due. Ad esempio, per una tonalità castana ramata, si fa prima un passaggio con Lawsonia, poi un secondo con Indigofera e campeggio, un color mattone. Se invece si preferisce un castano freddo, senza riflessi rossi, al secondo passaggio con Indigofera aggiungerei il mallo di noce, per ridurre l’arancione.»
Un aneddoto da sapere: «Il bicarbonato cambia il colore di alcune piante, che virano verso il viola. Se volete dei riflessi mogano sul castano freddo, aggiungete a un mix a base di campeggio, robbia, alcanna o karkadè un 10% in peso di bicarbonato.»
Infine, qualche consiglio in più per non sbagliare durante la procedura: «Preparate la pastella con acqua molto calda, meglio se bollita, per aumentare la forza tintoria delle piante; fate attenzione a non farla seccare, deve avere sempre una consistenza cremosa. La quantità è molto importante, i capelli devono essere coperti bene, e poi mantenuti umidi applicando una pellicola durante il tempo di posa. La pastella va applicata sempre sui capelli asciutti: se dovete fare due passaggi, lavateli bene dopo il primo e asciugateli prima di iniziare il secondo. I tempi sono fondamentali, quindi consiglio, verso la fine del tempo di posa, di sciacquare solo una piccola ciocca di capelli per decidere se il risultato è soddisfacente, o aspettare. E ricordate che il colore delle piante si stabilizza dopo due giorni: aspettate questo intervallo di tempo prima di lavarli.»
Spero di avervi dato qualche spunto in più e la voglia di scoprire (o riscoprire) il mondo delle tinte per capelli naturali!
1 Comment
mara miduri
3 Marzo 2022 at 20:29Ciao Tessa sono Mara e anch’io con tanto on ore porto avanti lo stesso progetto di Michele ( ci siamo visti meno di un mese fa) è bellissimo poter finalmente vedere che la cosa sei naturale non è più un miraggio e che anche noi parrucchieri possiamo fare qualcosa per far star bene l’ambiente e le clienti. In Sicilia Namaskar sta diventando sempre più una realtà concreta e tante persone si lasciano conquistare dai profumi irresistibili che i trattamenti e la colorazione naturale donano. Ogni volta che ad una cliente nuova mostro il metodo di colorazione e sento cha anche lei si innamora nasce in me un senso di gratitudine che si perde nell’emozione di aver realizzato non un semplice colore ma di aver piantato una nuova consapevolezza nella vita di quella persona. inoltre ringrazio te che con tanto amore porti avanti questo blog meraviglioso. Grazie di cuore Mara