Quando il marketing alimentare costruisce i miti: come la Kamut® International ltd vende il suo prodotto.
Se ne è sentite un po’ di tutte sul Kamut® e tra tutto quello che si dice su questo “grano” c’è qualche verità e un bel po’ di favole studiate a tavolino o lasciate deliberatamente circolare per vendere. Si capirà meglio la leggenda di questo cereale se si tiene ben presente un fatto fondamentale: “ Kamut” è un nome inventato, un marchio appartenente a una multinazionale, la Kamut International ltd. Insomma, parliamo di un prodotto che è sì della terra ma anche del marketing. Vediamo prima la verità nascosta dietro la cortina fumogena del racconto. Kamut® è il nome commerciale con cui viene chiamato il grano khorasan, una varietà orientale piuttosto antica di grano coltivata da secoli in alcune aree del Medioriente (localizzate in Turchia e Iran) e anche, in una sua variante regionale, nel centro sud del nostro paese (in Abruzzo, Molise e Campania).E’ detto grano grosso perché i suoi chicchi sono decisamente più lunghi di quelli del frumento in commercio. Ha buone proprietà nutrizionali contenendo, a quanto pare, ottime concentrazioni di sali minerali e un maggior contenuto in proteine e vitamine; pare, inoltre, essere mediamente più digeribile per chi è allergico al grano e alla farine più diffuse. Inoltre si tratta di una genetica ben conservata che non ha richiesto particolari ibridazioni per essere quello che è.
E fino a qui niente di male. Ora veniamo alle note dolenti di un prodotto, in cui alcuni pregi si mischiano a pesanti difetti. Come ho appena detto, il grano khorasan e i suoi derivati risultano essere più digeribili ma non adatti ai celiaci, come una certa disinformazione lascia intendere. Se siete celiaci Kamut® e tutti i prodotti derivati (farine, pasta, panificati, ecc) non fanno per voi, perché come qualunque altro frumento il khorasan contiene glutine. Altro punto interessante: il basso impatto. E’ vero che la Kamut Int. richiede ai suoi fornitori di grano assolute garanzie sulla coltivazione biologica del frumento (fateci caso il Kamut® che trovate in commercio è solo bio); è vero che come ogni coltivazione biologica che si rispetti non richiede uso di pesticidi o fitofarmaci; è vero anche che per produrre lavorati a base di Kamut®, ovunque vi troviate nel mondo, dovete presentare ai detentori del marchio precise garanzie di lavorazione biologica. Ma è falso che il Kamut® sia a basso impatto. Le coltivazioni che possono fregiarsi del marchio sono concentrate infatti solo in alcune regioni del Canada e in un singolo stato degli USA, il Montana. Questo perché la Kamut® Int. richiede precise condizioni geoclimatiche che si verificano, a quanto pare, soltanto nel nord del continente americano. Ora, questo fa sì che le centinaia di tonnellate di khorasan Kamut® che arrivano anche nel nostro paese compiano migliaia di chilometri in nave prima di finire sotto forma di farina o biscotti nelle nostre dispense. Quindi attenzione: Kamut® è a basso impatto fino a quando rimane sull’altra sponda dell’Atlantico.
Alcune considerazioni finali. La leggenda che vuole il Kamut® provenire direttamente dalla tomba di un faraone è, appunto, una favoletta commerciale. Il khorasan è un grano “antico” nel senso che è geneticamente conservato e questo rimane un bene anche senza bisogno di credere a certe storielle d’avventura su granaglie recuperate in un vaso egizio vecchio di migliaia di anni e che miracolosamente riprendono vita una volta piantate nel giusto terreno americano…
Ultimo punto: è etico monopolizzare una varietà di grano imponendole un marchio? E’ a difesa della biodiversità o a difesa di ovvi interessi commerciali che la Kamut® Int. ha deciso di marchiare il grano khorasan? Il dubbio rimane.
4 Comments
Silvia
19 Novembre 2014 at 5:37E noi come sempre ce la beviamo…. E poi ne vogliamo parlare di quanto costano i prodotti fatti con la farina di Kamut? Grazie Tessa per le informazioni utili che ci dai ogni giorno, quando fai un’altro libro? Baci
Silvia
ismaele
19 Novembre 2014 at 18:11Ciao,bella a sapersi,io ci sonó cascato in pieno,spero almeno che sia quel tipo di grano con le caratteristiche che hai descritto,grazie del’ info. ismaele
step
28 Aprile 2015 at 11:26Un approfondimento ulteriore su Kamut e sul libro di Bressanini:
https://www.biomeglio.com/kamut-non-e-un-tipo-di-grano-ma-e-un-marchio-registrato/
Tessa Gelisio
1 Maggio 2015 at 18:58grazie!