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Indici PUN e PSV per scegliere un nuovo operatore di luce e gas


Tessa Gelisio, indice PUN per la fornitura di energia

Per scegliere un nuovo operatore di luce e gas, andando così a ridurre le proprie bollette, l’analisi degli indici PUN e PSV è indispensabile. Grazie a questi parametri, che indicano i prezzi all’ingrosso sia per l’energia che per il gas, è infatti possibile stabilire se le offerte di un determinato operatore – nella marea di proposte presenti sul Mercato Libero – siano davvero convenienti. Ma come si usano?

Sia il PUN che il PSV sono fondamentali nella composizione delle tariffe dei singoli operatori, di conseguenza si tratta di due indici che non andrebbero mai sottovalutati. Di seguito, qualche consiglio per bollette sempre più economiche e, possibilmente, anche più sostenibili.

Indice PUN per l’energia elettrica

Indice PUN per l'energia elettrica

L’indice PUN – ovvero il Prezzo Unico Nazionale – indica il prezzo di riferimento all’ingrosso per l’acquisto di energia elettrica sul mercato italiano, in base ai valori stabiliti quotidianamente sulla Borsa Elettrica Italiana, regolata dal Gestore dei Mercati Energetici (GME).

Semplificando, si tratta del prezzo base – all’ingrosso, appunto – che viene negoziato regolarmente per ogni kWh di energia prodotta e consumata, sul quale i singoli operatori calcolano poi le proprie tariffe. Il PUN viene aggiornato di continuo, poiché il costo dell’energia all’ingrosso è influenzato da diversi fattori:

  • la domanda di energia, poiché più la richiesta energetica è elevata nel Paese – ad esempio, in inverno – maggiore è il prezzo all’ingrosso;
  • il costo delle materie prime, come gas, carbone e rinnovabili, che influenzano la stessa produzione di energia;
  • gli eventi climatici o geopolitici, che potrebbero influenzare l’approvvigionamento di materie prime, o la produzione da fonti rinnovabili, influenzando così il prezzo della componente energetica.

Ma spiegato cosa sia il PUN, come concorre a stabilire la tariffa offerta dall’operatore?

Perché il PUN influenza le tariffe degli operatori

Si è detto che il PUN gioca un ruolo chiave nella definizione delle tariffe degli operatori sul Mercato Libero. Ma come va considerato per scegliere il fornitore migliore per le proprie esigenze?

In linea generale, gli operatori offrono due grandi tipologie di offerte:

  • la tariffa a prezzo fisso, solitamente composta dal prezzo al kWh proposto dall’operatore, a cui si aggiungono gli oneri di gestione e di distribuzione, nonché le imposte, questi ultimi uguali per tutti gli operatori;
  • la tariffa a prezzo variabile, di norma composta dal valore del PUN, più una quota per kWh stabilita dall’operatore al momento della sottoscrizione, nonché i già citati oneri di gestione, di distribuzione e le imposte.

Le tariffe fisse sono solitamente a cadenza annuale – o, in alcuni casi, a 24 mesi – e permettono al consumatore di avere sempre la certezza della spesa per ogni singolo kWh consumato, poiché non sono influenzate dalle fluttuazioni del PUN. Per contro, bisogna tenere presente che sono mediamente più elevate rispetto a quelle variabili al momento della sottoscrizione.

Le tariffe variabili, come già spiegato, prevedono una composizione fluttuante della componenta energia. Ipotizzando che il PUN medio di periodo sia di 0,14 euro al kWh, e la quota dell’operatore di 0,010 euro, per ogni kWh si pagheranno 0,15 euro, più gli oneri di gestione e distribuzione, nonché le imposte. Questa tariffa è particolarmente conveniente nei periodi di PUN stabile verso il basso, tuttavia bisogna sempre considerare che il mercato energetico può modificarsi anche repentinamente.

Come consultare il PUN e scegliere la tariffa migliore

Contatori energia elettrica

Per consultare i valori odierni del PUN, così come verificare l’andamento nel tempo dell’indice, è sufficiente collegarsi al sito del GSE. Ma come scegliere la tariffa migliore? Non c’è una ricetta che valga per tutti, in generale è utile considerare che:

  • nei periodi che presentano un andamento stabile del PUN, le tariffe variabili sono mediamente più vantaggiose. Molto dipende, però, dall’operatore scelto: ve ne sono alcuni, ad esempio, che non aggiungono quote aggiuntive per ogni kWh consumato, di fatto si va quindi a pagare solo il PUN, più gli obbligatori oneri e le imposte;
  • nei periodi dove la componente energia è più fluttuante, le tariffe fisse sono migliori nel proteggere la spesa, perché non presentano sorpresa in bolletta.

Dopodiché, è necessario anche valutare lo stile di consumo, poiché la maggioranza delle offerte disponibili sul mercato possono essere monorarie o multifascia. Ad esempio, chi consuma molto di giorno risparmia con la monoraria, chi più la sera e nei weekend invece con le fasce.

L’indice PSV per il gas

Indice PSV per il gas

Le offerte metano non si basano sul PUN, bensì sul PSV, ovvero il Punto di Scambio Virtuale gestito dalla rete SNAM. In altre parole, si tratta della media aritmetica mensile della compravendita di gas naturale all’ingrosso, calcolata in euro al metro cubo.

A differenza del PUN, largamente influenzato dalla domanda di energia e dal costo delle materie prime, il PSV si basa soprattutto sui prezzi di scambio del gas a livello internazionale sul  TFT – la Title Transfer Facility – ovvero il principale hub di scambio del gas naturale a livello europeo. I prezzi su questo mercato sono perlopiù influenzati dalla produzione di metano, nonché dalle condizioni geopolitiche internazionali, mentre meno rilevante è la domanda.

Perché il PSV influenza le tariffe degli operatori

Anche in questo caso, il PSV influenza le tariffe che gli operatori propongono sul Mercato Libero, con due grandi categorie di offerte:

  • la tariffa fissa, pari a un valore stabilito dall’operatore per ogni metro cubo consumato, a cui si aggiungono gli oneri di gestione, di distribuzione e le tasse;
  • la tariffa variabile, pari al PSV più la quota stabilita dall’operatore per metro cubo, a cui aggiungere i costi di gestione, distribuzione e le tasse.

In termini di vantaggi, la logica è la medesima spiegata con il PUN. Le tariffe fisse sono proposte solitamente a 12 o 24 mesi e, pur garantendo la stabilità della spesa, tendono a essere più elevate di quelle variabili al momento della sottoscrizione. Le tariffe variabile, invece, sono generalmente più convenienti proprio alla sottoscrizione, ma possono essere soggette anche a modifiche importanti nel tempo.

Come consultare il PSV e scegliere la tariffa migliore

Fornello a gas

I valori mensili del PSV possono essere verificati da varie fonti, come il già citato GSE, ma anche l’ARERA e numerosi operatori privati. Anche in questo caso, la scelta delle tariffe dipende molto dalle proprie esigenze:

  • nei periodi di relativa stabilità del mercato gas, le tariffe variabili sono più convenienti, soprattutto se si trovano operatori che non prevedono quote aggiuntive al PSV per ogni metro cubo consumato;
  • quando i prezzi della componente gas sono in rapida ascesa, invece, le tariffe fisse permettono di evitare sorprese in bolletta, poiché non sono soggette alla fluttuazione del mercato.

In definitiva, analizzare l’andamento del PUN e del PSV è fondamentale per scegliere nuovi operatori luce e gas, sia per valutare le singole offerte che per stabilire se scegliere una tariffa fissa o variabile.

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