Viaggiare crea dipendenza e, quando si supera un certo limite, regala desideri sempre più difficili da realizzare ma anche orizzonti sempre più lontani cui aspirare.
Visto che siamo vicini all’anno nuovo, mi pare giusto esprimere qualche desiderio. Sono stata molto fortunata, lo ammetto: al mio lavoro ho sacrificato molto ma molto mi ha dato. Soprattutto mi ha permesso di girare un sacco, di vedere posti che in genere si vedono solo nei documentari del National geographic come l’Amazzonia o il Perito Moreno. Più lo esplori più il mondo ti sembra piccolo e più ogni angolo del pianeta ti sembra raggiungibile prima o poi. E allora lasciatemi sognare con le mitiche dieci mete che mi frulleranno per la testa da qui a 100 anni!
Prima di tutto, vorrei vedere l’Antartide, il continente ghiacciato ai confini del mondo.Beh, il Polo sud è uno dei pochi posti della Terra che mantiene ancora intatto il fascino dell’ultima frontiera. Quindi, l’Antartide è la meta più adatta per aprire questa mia personalissima hit parade: là, dove osano i pinguini!
Sapete cos’è un tepuy? E’ una specie di massiccio roccioso che spunta dalla foresta amazzonica, come un enorme palazzo di pietra compatta dalle pareti lisce sbucato dal nulla. Sulla cima di questi colossi alti fino a mille metri fioriscono interi ecosistemi completamente isolati da millenni! Arrampicarsi sulla cima anche per rocciatori esperti richiede un paio di giorni: le spedizioni spesso si trovano a dormire sospese nel vuoto, dondolando scosse dal vento a centinaia di metri sopra la foresta. Una volta arrivati in cima, si ha la sensazione di essere sbarcati su un pianeta alieno: le rocce sono state disegnate dal vento e dalla pioggia in forme bizzarre e ogni animale ha caratteristiche uniche. Ora, come si fa a resistere alla prospettiva di un’avventura del genere?
Le Galapagos sono un mito per tutti gli appassionati di ecologia e natura, siano professionisti o amateur. Quello sperduto arcipelago del Pacifico, popolato da alcune delle specie più strane del pianeta come le iguane marine, il cormorano attero o le gigantesche testuggini, è il luogo che ha dato spunto a Darwin per immaginare una delle più rivoluzionarie teorie della storia del genere umano: quella dell’evoluzione per selezione naturale. E allora anche io vorrei approdare, come il buon vecchio Charles fece a bordo del brigantino di Sua Maestà Beagle, in una di quelle taglienti baie vulcaniche e darmi a scorribande naturalistiche godendomi tutto con la meraviglia di una bambina.
Che ami il mare penso ormai sia cosa ben nota a tutti… E allora perché non sognare una lunga, appassionante traversata dell’Atlantico in barca a vela? Spazi enormi che ti permettono di misurare miglio per miglio lo spazio tra il Vecchio e il Nuovo continente. Una quasi impresa non del tutto impossibile, che un domani… chissà!
L’Okavango è un fiume africano lungo un migliaio di chilometri che crea un immenso delta interno (ossia che non sbocca in alcun mare) dando vita a uno dei più meravigliosi ecosistemi del mondo. Migliaia di isole e isolotti affiorano, lambiti da un’acqua tanto scura quanto ancora pura. Qui fiorisce rigogliosa la vita: ovunque gazzelle, ippopotami, elefanti, bufali e svolazzanti uccelli acquatici. Il delta dell’Okavango è forse lo scenario più simile all’Eden che possa immaginare. Girare in canoa lungo quegli stretti canali pullulanti di specie… un sogno.
Ogni anno, in Borneo, viene individuata una nuova specie e ogni anno le sue intricate foreste pluviali sono sempre più in pericolo a causa dei tagliatori indonesiani, malesi e cinesi. I suoi meravigliosi abitanti, come l’orango, sono sempre più rari in stato di libertà, oggetto come sono di particolare interesse da parte dei bracconieri. Vorrei tanto andare a visitare di persona una delle terrepiù preziose del pianeta, ecologicamente parlando. Certo, un’escursione nella più intricata foresta pluviale del Sud est asiatico non sarebbe una passeggiata di salute, ma il Borneo rimane una cattedrale della biodiversità. Visitarla prima della sua distruzione significherebbe molto per me.
Ho paura degli squali. Ebbene sì, lo confesso, faccio outing: vederne o solo immaginarne uno in mare mi terrorizza. Come sub piuttosto esperta e come conduttrice di Pianeta Mare ne ho incontrati molti, ma continuo a essere una vittima di Spielberg e del suo “Lo Squalo”. Nonostante ciò, il Reef australiano, la più grande e brillante barriera corallina è una meta che presto o tardi raggiungerò. E mi immergerò per perdermi in tanta bellezza, fregandomene degli squali che in zona sono tanti e di tante taglie!
Se non gli avete mai visti, vi prego andateli a cercare su youtube: i macachi del Giappone che d’inverno fanno lunghi bagni nelle sorgenti termali di Jigokudani a Nagano. Vederli lì, con qui musi rossi a crogiolarsi come vecchi signori in vasche di acqua calda… quelle facce godute nel mezzo della neve… Beh, date un occhio voi stessi e ditemi se non sarebbero un motivo sufficiente per attraversare il mondo!
Una decina di anni fa vidi “Il Popolo migratore”: 4 anni di riprese per un piccolo capolavoro della documentaristica in cui una troupe colossale ha letteralmente rincorso stormi di uccelli migratori su e giù per il mondo. Le scene riprese dal deltaplano che vola fianco a fianco con le oche canadesi in formazione durante il loro volo di migrazione… Beh, è stata una folgorazione. Voglio farlo anche io! E che cavolo, Putin ha volato con le gru siberiane e io non posso farlo?! Scherziamo?! Ok, prima devo imparare a volare in deltaplano… Tempo al tempo.
Bene, eccomi alla fine della carrellata con il sogno più sogno di tutti. Se tutti gli altri sono viaggi realizzabili (più o meno, vedremo quanto impiego a imparare a volare in deltaplano, eheheh) rimane un ultimo desiderio che con buona probabilità rimarrà tale: andare in orbita. Già, perché se mai realizzerò i nove desideri che ho espresso sin qui, lasciare la Terra rappresenterebbe l’ultima frontiera. Penso che vedere il pianeta con il suo verde e il suo azzurro, il sole fare capolino oltre la curva dell’orizzonte mentre sfreccio in orbita e il vero cielo stellato come solo fuori, oltre l’atmosfera, si può ammirare regalerebbe un’emozione straordinaria con cui si potrebbe coronare veramente un’esistenza. Esagero? Beh, ragazzi, se si sogna tanto vale farlo in grande!
8 Comments
Ilaria
20 Dicembre 2014 at 18:19Wow… tra i miei ‘sogni difficili’ invece ci sono i parchi degli stati uniti, un safari in africa, e magari un tour tra patagonia e Antartide… visto che sognare non costa niente, tanto vale farlo in grande!!
Paolo Castellani
20 Dicembre 2014 at 18:45Cara Tessa, un bellissimo racconto di sogni di viaggi incantevoli davvero. Io personalmente sarei subito tentato di visitare l’ okavango per il mio continuo mal d’Africa 🙂 ma anche il Giappone e il Perito Moreno mi affascinano molto…chissà forse un giorno…nel frattempo sogno (e mi informo leggendo molto di luoghi lontani) che tanto non costa niente giusto? Un abbraccio grande e approfitto del post per farti i miei migliori auguri per un sereno e allegro Natale. Con affetto, Paolo
Tessa Gelisio
20 Dicembre 2014 at 19:30Africa… Il continente che preferisco! Tantissimi auguri anche a te!
Maurizio
20 Dicembre 2014 at 19:00bellissimo leggere quello che hai scritto!
È stato un piccolo viaggio ad occhi aperti! I posti che hai scelto sono spettacolari e si percepisce che non sono stati selezionati a caso ma con cognizione di causa…per quanto riguarda lo spazio…beh che dire…se ti serve compagnia fai un fischio
Tessa Gelisio
20 Dicembre 2014 at 19:27Grazie!!! Tantissimi auguri
Maurizio
20 Dicembre 2014 at 19:44Che sbadato mentre “viaggiavo” ho dimenticato di farti gli auguri di buone feste! Spero che lo passerai divertendoti e rilassandoti con le persone che ami e con un occhio verso il futuro ricco di emozioni! Un Abbraccione e buona serata Tess…
Gianfranco Piccinelli
21 Dicembre 2014 at 10:57Grazie Tessa e Complimenti, Buone Feste ! Bellissimi Posti, saranno anche i Sogni Miei !
tessa
22 Dicembre 2014 at 11:55bacioni e tantissimi auguri anche a te!