Cos’è la colite e i consigli sui cibi da preferire
Dolori addominali, crampi, gonfiore, nausea, pesantezza dopo i pasti, difficoltà digestive, irregolarità intestinale… sono i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile, chiamata comunemente colite: un disturbo sempre più diffuso dato che ne soffre circa il 10% della popolazione mondiale, specialmente quella femminile.
Non è mai stata accertata una causa specifica, si suppone che le donne siano più “a rischio” perché l’intestino risente dei cambiamenti ormonali; spesso si tende a incolpare anche lo stress: non ci sono prove, ma se è vero che l’intestino è il nostro “secondo cervello”, è possibile che le nostre preoccupazioni si riflettano sulla pancia! Il fatto che possa essere un disturbo legato all’emotività, però, non significa che sia da trascurare, perché si rischia di peggiorare.
Foto: www.donnamoderna.com
Peccato che non esista una diagnosi esatta, e chi ne soffre sia costretto ad affrontare un lungo percorso di visite ed esami. La diagnosi infatti è ad esclusione: si sospetta che sia colite solo dopo aver escluso altre patologie con cui può essere confusa, come celiachia, malattie infiammatorie o infezioni intestinali.
Quando viene diagnosticata, poi, spesso i medici dicono che è una patologia cronica e che dovrai rassegnarti a farci i conti tutta la vita! Al massimo, l’unica terapia proposta sono farmaci antispastici, che magari allevieranno anche i sintomi sul momento, ma non risolvono il problema nel lungo periodo.
Fortunatamente ci sono anche specialisti che sostengono che, prima ancora dei farmaci, l’alimentazione giusta sia la chiave per affrontare anche questo problema. La strada migliore per tenere a bada la colite parte dalla nostra tavola: per questo ne ho parlato con un’esperta in materia, Sofia Bronzato, Medico Nutrizionista, esperta in Nutrizione Clinica, che tratta diverse patologie sviluppando piani nutrizionali personalizzati.
«Diversi studi hanno dimostrato che i pazienti affetti da colite vedono aggravare i propri sintomi consumando cibi ricchi in carboidrati fermentabili: questi infatti, in soggetti predisposti, sono più difficilmente assorbiti dall’intestino e tendono rapidamente a fermentare, provocando gonfiore addominale e interferendo con l’assorbimento dei nutrienti. Sono presenti ad esempio nei prodotti lattiero-caseari, grano, cipolle, aglio, alcuni tipi di frutta e verdura, dolcificanti.»
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Come si procede in questi casi? «In un primo momento, andranno ridotti tutti questi alimenti, ovviamente sotto stretto controllo medico: non basta eliminare certi cibi dalla propria dieta, ma occorre sostituirli adeguatamente. Il rischio maggiore infatti è quello di restringere troppo il campo di alimenti concessi, privando così l’organismo di elementi nutrizionali importanti. Successivamente, si prova a reintrodurli, testando diverse quantità e combinazioni di vari alimenti, fino a trovare la dose individuale che non reca problemi. Non tutti infatti potrebbero tollerare le stesse porzioni o gli stessi abbinamenti, e consumandone troppi si rischia di “risvegliare” i sintomi della colite, mentre consumandone pochi di fare pasti non equilibrati».
Posto che il piano alimentare è quindi strettamente soggettivo, e che in questi casi si sconsiglia il fai da te, quali sono i cibi più adatti a un intestino capriccioso e quali quelli da evitare?
«Tra i cereali e gli pseudocereali sono da preferire quelli senza glutine, come il riso (basmati, rosso, venere), la quinoa, il miglio, il mais, il grano saraceno. Tra i latticini è meglio scegliere prodotti magri e senza lattosio, come la ricotta, il primosale, il caprino, i fiocchi di latte, lo yogurt magro e lo yogurt greco, tutti disponibili in versione delattosata; i formaggi molto stagionati contengono percentuali trascurabili di lattosio, ma ne consiglio un consumo moderato per il loro contenuto in sale e grassi saturi. Si possono provare anche alcuni tipi di latte vegetale, come quello di riso o di mandorla; meglio invece ridurre il consumo di soia e i suoi derivati. Veniamo al mondo vegetale: la scelta deve sempre ricadere su cibi di stagione e freschi. In primavera ed estate si possono consumare frutti rossi, fragole, banane, melone, kiwi, pesche (senza buccia); no alla frutta fermentabile come mela, anguria, ciliegie. Le verdure più facilmente digeribili sono sicuramente le zucchine, le melanzane, le carote, i cuori del carciofo, le bietoline, il sedano, i fagiolini e i tuberi come le patate. I legumi, ricchi di proprietà benefiche per la salute, sono da limitare in una fase iniziale acuta, meglio aspettare la successiva reintroduzione.»
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Il percorso come detto è molto individuale: in alcuni casi si risolve prima, in altri può volerci un po’ di più di tempo; dipende anche dalla condizione di partenza: per questo è importante intervenire il prima possibile e non aspettare che i sintomi diventino seri.
Ma come sempre, l’alimentazione è la chiave di tutto: siamo davvero quello che mangiamo.
La Dott.ssa Bronzato si è resa disponibile ad essere contattata per eventuali richieste: potete scriverle all’indirizzo e-mail sofia.bronzato@hotmail.it
Foto copertina: www.chedonna.it
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Louisa
5 Agosto 2016 at 22:26I like to talk funny play video game like minecraft and pokepark2 (pokepark was junk) also i like to play with my friends Kanekoa Carl Kamakana Jake and my brother NaluI also play guitar and just learned a song but am still working on it.I hate the piano and love technology animals. the guy in the video must love violin (obviously) and the song he did sounded like the legend of zelda song.(cool) i like music to i want to play my favorite songs someday. =) be happy be health -N;a8#&217eole