Da quando ho installato una colonnina domestica per la mia auto elettrica, ho notato un importante risparmio sulla spesa mensile per le ricariche. Certo, si tratta di un sistema più lento rispetto alle colonnine di strada, tuttavia basta lasciare la vettura collegata di notte per ritrovare ogni giorno le batterie al pieno della loro capacità. Proprio in merito alle differenti stazioni di ricarica oggi disponibili, quali sono i principali vantaggi e svantaggi?
Le auto elettriche rappresentano il futuro più immediato della mobilità sostenibile: un nuovo modo di spostarsi che permette di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Anche con l’attuale mix energetico, così come dimostrano i numerosi studi LCA condotti proprio sulle vetture a batteria. E si tratta anche di veicoli più vantaggiosi sul fronte dei costi di gestione: oltre a una ridotta manutenzione, ricaricare l’auto richiede una spesa ben più ridotta rispetto a un pieno di carburante. Ecco perché è utile informarsi sulle colonnine di ricarica, per capire quale configurazione sia migliore per le proprie esigenze.
Tipologie di colonnine di ricarica
Prima di parlare dei vantaggi e degli svantaggi delle modalità di ricarica oggi disponibili sul mercato, è necessario distinguere tra le diverse tipologie di colonnine di cui è possibile usufruire. In linea generale, si possono identificare tre grandi gruppi:
- colonnine domestiche: chiamate anche wallbox, servono ovviamente per ricaricare l’auto direttamente presso la propria abitazione, approfittando così di costi più bassi per l’energia. Se poi si ha pannelli… gratis. Le potenze vanno dai 3 kW – come un classico impianto domestico – ma possono arrivare fino a 7.4 kW. Si tratta però della modalità di ricarica più lenta: per un’auto di media autonomia, può essere necessaria anche tutta la notte. I prezzi vanno da 0.15 a 0.25 euro al kWh consumato, a seconda del contratto sottoscritto con il proprio fornitore;
- colonnine di strada tradizionali: prevedono l’erogazione di corrente alternata fino a 22 kW e, di conseguenza, sono più veloci rispetto alle wallbox domestiche. La ricarica media richiede circa tre ore per poter essere completata, con ovvie differenze a seconda della vettura, e il costo medio è di circa 0.50 euro a kWh;
- colonnine di ricarica rapida: raggiungono potenze fino a 50 kW, a corrente diretta, e permettono di ricaricare l’auto in poco più di un’ora. La tariffa media è di 0.80 euro a kWh;
- colonnine di ricarica ultrarapida: sempre a corrente diretta, erogano fino a 350 kW di potenza, ovviamente se la vettura a propria disposizione supporta questo limite. Permettono il recupero dell’autonomia residua in poche decine di minuti, a un prezzo medio di circa 95 centesimi al kWh. È però doveroso sottolineare come spesso le colonnine di ricarica ultrarapida siano associate ad abbonamenti mensili, che permettono di risparmiare notevolmente sui costi.
Auto elettriche: quanto si spende per ricaricarle
Dopo aver visto le diverse tipologie di stazioni di ricarica oggi disponibili, per comprendere i vantaggi e svantaggi di ogni soluzione è necessario anche pensare alla spesa tipo per una ricarica. Nel precedente paragrafo ho illustrato le tariffe medie al kWh, ma quanto costa nei fatti ricaricare un’auto elettrica?
Ipotizzando di avere a disposizione un’utilitaria o una city-car, con una capacità di 41 kWh totali, considerando il prezzo unitario a kWh si andrà a spendere:
- 10.25 euro per la ricarica domestica;
- 20,50 euro per le ricarica tramite colonnine tradizionali;
- 32,80 euro tramite colonnine rapide;
- 38,95 euro approfittando per le colonnine di ricarica ultrarapide.
Naturalmente, a queste tariffe andranno aggiunti altri costi – come gli oneri di distribuzione dell’energia e altre tassazioni – che variano a seconda del contratto di fornitura sottoscritto.
Sempre ipotizzando che la capacità di 41 kWh delle batterie assicuri circa 395 chilometri di autonomia, è utile fare un confronto con le vetture endotermiche. Considerando sempre un’utilitaria o una city-car, con una media di circa 18 chilometri percorsi con un litro di carburante, per percorrere la stessa distanza si spenderebbero circa 47 euro per la benzina e 40,5 euro per il diesel.
I vantaggi e gli svantaggi delle colonnine domestiche
Fatte le considerazioni precedenti, è possibile tirare le somme dei vantaggi e degli svantaggi di ogni tecnologia di ricarica. Partendo dalle colonnine domestiche, il fattore positivo è facilmente intuibile: si tratta infatti della modalità più economica oggi disponibile. Se si considera che con poco più di 10 euro si ha la possibilità di percorrere quasi 400 chilometri, il risparmio mensile è enorme. Con una vettura endotermica si andrebbe a pagare quattro volte tanto. E per chi ha la possibilità di autoprodurre energia, ad esempio per la presenza di un impianto fotovoltaico sufficientemente dimensionato, i costi di ricarica sono praticamente zero.
In merito ai fattori negativi, invece, è necessario considerare:
- i costi iniziali di adattamento dell’impianto domestico, con l’installazione della wallbox e, se necessario, la predisposizione di un contatore separato o alzare la potenza a 6 kw, il minimo consigliato;
- la lentezza della ricarica, che può richiedere anche 8 ore consecutive a seconda della potenza installata per la colonnina. Un elemento, però, facilmente aggirabile ricaricando la vettura durante la notte.
I vantaggi e gli svantaggi delle colonnine di strada
Si tratti di soluzioni classiche oppure rapide, le colonnine di strada sono altrettanto importanti per chi ha deciso di passare a un’auto elettrica. Non sempre è possibile ricaricare l’auto a casa e, fatto non meno importante, durante i lunghi spostamenti potrebbero rendersi necessarie più soste alle colonnine pubbliche.
In questo caso, il grande vantaggio è rappresentato dalla velocità di carica, decisamente più generosa rispetto ai classici impianti domestici. Lo svantaggio è invece nei costi:
- per un medesimo ciclo di ricarica, possono essere più del doppio rispetto a una colonnina domestica;
- se si ha la possibilità di approfittare della ricarica ultrarapida, la spesa non si allontana molto da quella di un pieno di benzina o diesel;
- la rete di colonnine non è ancora pienamente capillare sul territorio italiano.
Come ho già specificato nei precedenti paragrafi, bisogna sempre considerare anche la disponibilità di piani in abbonamento, che permettono di risparmiare anche notevolmente sui singoli costi di ricarica: sono ideali per lavoratori pendolari o, ancora, per chi macina molti chilometri al mese.
In definitiva, quando si decide di acquistare un’auto elettrica bisogna sempre valutare anche l’installazione di una colonnina domestica, per abbattere notevolmente le spese mensili di ricarica. Se ciò non è possibile, o si percorrono spesso lunghi tragitti, utile è scegliere piani in abbonamento per le stazioni di ricarica di strada.
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