A tavola

Baby food industriale, a rischio la salute dei più piccoli


Allarme OMS diretto alle mamme: la dieta zucchero-dipendente indotta dagli alimenti confezionati può causare obesità infantile

Si sa, l’arrivo di un neonato in famiglia stravolge i normali ritmi quotidiani. Il piccolo richiede attenzioni costanti e spesso manca il tempo di cucinare cibi freschi. Così le mamme sono costrette a ricorrere ai prodotti confezionati soprattutto per le merende e gli spuntini.

Attenzione, però, ai cibi pronti. Nonostante il packaging simil bio e le confezioni colorate con pupazzi e orsetti, il baby food è oggi sotto accusa per l’eccessivo contenuto in zuccheri, inadatti e pericolosi per l’organismo soprattutto nelle prime fasi di crescita.

L’allarme arriva dall’organizzazione Mondiale della Sanità, che ha analizzato circa 8 mila alimenti confezionati destinati all’infanzia e commercializzati in alcune delle principali città europee.

Dai risultati è emerso che in circa la metà dei prodotti più del 30% delle calorie totali proviene dagli zuccheri contenuti. Inoltre, circa un terzo dei prodotti elencano zucchero, succo di frutta concentrato o agenti dolcificanti tra gli ingredienti.

Sono, però, proprio gli aromi e gli zuccheri aggiunti, somministrati nelle fasi precoci dello sviluppo del bambino, ad influenzare i suoi gusti e le sue preferenze alimentari, aumentando il gradimento verso i cibi più dolci e condizionando le sue future scelte nutrizionali.

Oltre all’eccessivo apporto calorico rispetto al fabbisogno energetico, gli zuccheri rendono i cibi più gradevoli e coprono il naturale sapore degli alimenti, soprattutto della frutta, della verdura e dei cereali. Un’abitudine che può creare una vera e propria assuefazione al dolce, soprattutto nei primi mesi di vita, quando è invece fondamentale stimolare il neonato a sperimentare sapori diversi e indirizzarlo verso una dieta sana e variegata.

Oltre ad ostacolare una corretta educazione nutrizionale, la dipendenza da zucchero può seriamente compromettere la salute dei più piccoli, causando un aumento di peso sproporzionato rispetto alla normale crescita corporea e aumentando il rischio di obesità infantile, disfunzioni metaboliche e malattie cardiovascolari in età adulta.

Non sono solo gli zuccheri a destare la preoccupazione dei medici. Anche gli elevati livelli di grassi saturi e sale possono rivelarsi estremamente dannosi per la salute dei lattanti.

Come sapete, le etichette riportano sempre una tabella nutrizionale, dove sono indicati diversi valori medi calcolati per 100g di prodotto. Il primo valore è solitamente il contenuto energetico, espresso in Kj e Kcal.

Lo studio dell’OMS ha rivelato come alcune marche di baby food (molte zuppe, omogenizzati e pasti pronti a base di pesce o carne) forniscano molta meno energia rispetto ad una equivalente quantità di latte materno. L’apporto energetico risulta, invece, eccessivo in molte merendine e biscotti confezionati, per non parlare della presenza di conservanti e additivi potenzialmente tossici.

Stesso discorso per il sale. I cibi somministrati ai neonati non dovrebbero assolutamente contenere sodio aggiunto. Bocciato anche in questo caso il baby food commerciale, che presenta in alcuni casi quantitativi minimi di sodio pari a 50 mg: un cracker con sale grosso destinato agli adulti, per capirci.

Lo studio dell’OMS lancia anche un ulteriore allarme: circa la metà (da 28% a 60% a seconda del Paese) dei marchi di baby food ad alto contenuto di zuccheri e maggiormente diffusi nelle grandi catene di distribuzione viene indicata come adatta ai bambini di età inferiore a 6 mesi.

Una proposta commerciale di per sé non illegale – le normative dell’Unione Europea consentono, infatti, tale dicitura – ma fuorviante e in contrasto con le raccomandazioni scientifiche indicate nella Guida Globale dell’OMS, dove si ricorda che nei primi mesi i neonati dovrebbero essere alimentati esclusivamente con latte materno (se la mamma ha la fortuna di averlo!) oppure con latte in formula. Lo svezzamento, infatti, è consigliato soltanto a partire dal 6 mese ed è consigliato farlo con cibo fresco. Nessun alimento industriale potrà mai essere sano quanto il cibo preparato in casa con materie prime fresche e di stagione.

Il Report dell’OMS evidenzia anche importanti indicazioni rivolte alle aziende produttrici di baby food. Secondo gli esperti, infatti, il packaging colorato e fantasioso, con disegni e fumetti che attirano l’attenzione dei più piccoli, contribuirebbe a veicolare un messaggio educativo sbagliato. Le confezioni divertenti possono influenzare i piccoli nella scelta dei cibi, stimolando la loro curiosità verso snack e bevande commerciali invece che verso i piatti freschi preparati in casa e offerti durante i pasti in famiglia.

Per aiutare le scelte dei genitori, l’OMS ha contribuito a sviluppare un modello di profilo nutritivo per bambini di età compresa tra 6 e 36 mesi, includendo anche severe raccomandazioni circa i metodi di confezionamento, etichettatura e promozione del baby food in tutta l’Unione Europea.

Ecco i punti chiave, mamme fate molta attenzione a:

  • non utilizzare zuccheri aggiunti o agenti dolcificanti;
  • non insaporire le pietanze con il sale;
  • non dare ai più piccoli dolci, snack, merendine o succhi di frutta. Mai. Anche se l’etichetta indica che sono adatti ai bambini. Molto meglio un frutto grattugiato, una fetta di pane con pomodoro e olio evo oppure una torta semplice fatta in casa con uova fresche. Se vi mancano le idee, ecco qualche ricetta per preparare una merenda sana e gustosa per i vostri bambini.
  • oltre ai cibi complementari suggeriti dal vostro pediatra, mantenere per il primo anno di vita l’alimentazione a base di latte: materno, artificiale o, se più grandicelli, vaccino o vegetale. I cuccioli di uomo crescono bene soprattutto con quello!

E poi…ricordate che il cibo deve essere anche un divertimento, un gioco, un modo per fare esperienza con sapori nuovi e sconosciuti.

Fino al primo anno di vita “Food is just for fun”, dicono gli inglesi, e hanno pienamente ragione!

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