Fino a pochi anni fa in Italia non si sapeva nemmeno cosa fosse, oggi milioni di consumatori ne rimangono stregati: è il Black Friday, la tornata di grandi sconti antecedente alle festività natalizie. Il “venerdì nero dello shopping” sembra aver conquistato davvero tutti, ma quale è il suo reale impatto sull’ambiente?
Non vi è dubbio: risparmiare sui propri acquisti, in un periodo caratterizzato dalla crisi dovuta alla pandemia, è una possibilità che alletta i più. Ma quando ci si appresta a fare “spese pazze”, come quelle tipiche del Black Friday, bisognerebbe anche domandarsi quale peso abbiano davvero le nostre scelte di consumo sul Pianeta. Di seguito, vi propongo alcune considerazioni sull’impatto ambientale di questa ricorrenza importata dagli Stati Uniti.
Black Friday, quali sono le origini di questo fenomeno?
Così come ho accennato in apertura, quella del Black Friday è una ricorrenza recentissima per i consumatori italiani. Fino a pochissimi anni fa quasi nessuno ne conosceva l’esistenza, anche perché si tratta di un’usanza tipicamente a stelle e strisce.
L’idea nasce infatti negli anni ‘50 negli Stati Uniti, quando le grandi catene commerciali iniziarono a proporre dei forti sconti per inaugurare la stagione delle compere natalizie. Così si decise che il primo venerdì dopo il Giorno del Ringraziamento – celebrazione che negli USA cade il quarto giovedì di novembre – dovesse essere dedicato a promozioni dai prezzi folli. Il nome “Black Friday” è giunto qualche anno più tardi, dai commercianti di Filadelfia: il “venerdì nero” venne così chiamato per il traffico intenso di automobili che bloccava le strade della metropoli.
In Italia questa giornata di sconti è giunta di recente, all’incirca una decina di anni fa, come fenomeno inizialmente solo digitale. Le grandi multinazionali iniziarono infatti ad offrire gli sconti proposti negli Stati Uniti anche in altre nazioni, uniformando così i loro listini online. Poco più tardi, l’esperimento venne ripetuto con il Cyber Monday: il lunedì dedicato agli sconti sull’elettronica high-tech.
I costi del Black Friday sull’ambiente
Non è di certo un segreto: una tornata di vendite promozionali che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo, tanto da saturare sia la rete che bloccare le strade adiacenti ai centri commerciali, non può che avere come prima conseguenza un certo impatto sull’ambiente. La corsa al risparmio, per quanto faccia bene al nostro portafoglio, non è però sempre amica del Pianeta. Ma quali problematiche causa il Black Friday?
Inquinamento da trasporto
Sin dalla sua prima apparizione in Italia, la maggior parte degli acquisti effettuati durante il Black Friday avviene online. D’altronde, le grandi piattaforme del commercio elettronico possono permettersi percentuali di sconto non sempre possibili per i negozi fisici e, in più, vi è la comodità di comprare dal salotto di casa, con pochi tocchi sullo smartphone.
Acquistare online ha però un certo peso sull’inquinamento da trasporto: il prodotto comprato deve infatti essere consegnato al cliente, spesso passando da una parte all’altra del Paese – o addirittura arrivando dall’estero – rimbalzato da un magazzino all’altro. Se questa procedura è accettabile di tanto in tanto, quando milioni di consumatori si muovono contemporaneamente ha dei costi ambientali non indifferenti.
Uno studio condotto lo scorso anno nel Regno Unito ha rivelato come, solo in Gran Bretagna, le emissioni da trasporto per le consegne del Black Friday equivalgano a 435 voli andata e ritorno dall’Europa a New York. Si tratta di ben 429.000 tonnellate di CO2 che vengono rilasciate in atmosfera in pochissimi giorni, emissioni che non venivano prodotte nel Vecchio Continente prima di una decina di anni fa. E, purtroppo, ogni anno le vendite durante il “venerdì nero dello shopping” crescono del 14%, con tutto quello che ne consegue in termini ambientali.
Imballaggi e crescita dei rifiuti
I prodotti acquistati online non possono essere semplicemente consegnati nel loro packaging originale, devono ovviamente essere protetti da speciali imballaggi affinché non si rompano durante la spedizione. E ciò comporta ovviamente un aumento dei rifiuti prodotti, soprattutto se le aziende a cui ci si affida non ricorrono a materiali più sostenibili come la carta e il cartone.
Sebbene la quantità di rifiuti dovuta la Black Friday sia difficile da calcolare, secondo il Freight Leaders Council – l’associazione che riunisce le aziende leader nella logistica – questa tornata di shopping genera il più alto tasso di scarti da imballaggio nell’intero anno. Perlopiù plastica, come sacchetti e pellicole, ma anche polistirolo e altri derivati. E non è tutto, poiché la ricorrenza genera anche moltissimi RAEE, ovvero rifiuti elettronici: considerando come l’80% degli acquisti del Black Friday sia proprio relativo a un device digitale, viene a crearsi un ricambio eccessivo per prodotti che potrebbero ancora garantire molti anni d’utilizzo, andando così ad alimentare le discariche.
Acquisti non necessari: il problema della FOMO
Bisogna anche essere sinceri: non sempre gli acquisti che facciamo durante le grandi tornate promozionali, come il Black Friday, sono davvero necessari. Questo perché veniamo anche inconsapevolmente spinti all’acquisto, con pubblicità martellanti e percentuali di sconto folli.
È quello che gli esperti descrivono come FOMO (“Fear of Missing Out”), un problema che si è fatto sempre più insistente con l’avvento di Internet. Semplificando al massimo, si tratta del timore inconscio di rimanere esclusi da eventi – reali o virtuali – a cui tutti partecipano, di non poter approfittarne così come fanno tutti gli altri.
Uno studio condotto dalla Ross School of Business dell’Università del Michigan ha rivelato come, durante il Black Friday, non sia tanto l’entità dello sconto a far presa sui consumatori. D’altronde, prestando attenzione alle catene commerciali, riduzioni di prezzo analoghe si trovano anche in altri momenti dell’anno. Il problema è che questo venerdì nero è diventato un vero e proprio rituale, difficile da interrompere perché “distruggere i rituali crea nelle persone disorientamento”. E la dimostrazione la si è avuta lo scorso anno, spiegano gli esperti, quando il Black Friday ha avuto la funzione collettiva di offrire un “appuntamento normale” in un anno complesso di pandemia.
Black Friday: come comprare responsabilmente
Ma l’impatto del Black Friday sull’ambiente deve spingere a rinunciare allo sconto da tanto tempo atteso, ad evitare l’acquisto di quell’elettrodomestico che da tanto tempo desideriamo? Non necessariamente: come tutte le scelte quotidiane, serve responsabilità.
Se proprio non vogliamo perdere i vantaggi del Black Friday, limitiamone l’impatto seguendo alcuni consigli:
- Preparare con anticipo una lista di prodotti e rispettarla: questo ci permetterà di acquistare solo quel che davvero ci serve, evitando di farsi irretire da offerte record per prodotti che in realtà non useremo;
- Scegliere negozi: detesto comprare dalle multinazionali on-line che pagano pochissime o nulle tasse in Italia e sanno facendo una strage di commercianti. Io compro sempre da negozianti o direttamente dai produttori;
- Scegliere negozi e magazzini poco distanti: ciò permette di ridurre i costi ambientali dovuti al trasporto, data la tratta più breve da percorrere;
- Scegliere imballaggi riciclabili: prima del Black Friday, informarsi se il negozio da cui si intende acquistare faccia ricorso a imballaggi riciclabili – come carta e cartone. Da qualche anno, diverse grandi catene offrono la possibilità di scegliere online il tipo di imballaggio desiderato, offrendo anche ulteriori sconti per chi opta per contenitori a basso impatto ambientale;
- Compensare le emissioni: molti negozi online, in particolare quelli più piccoli, hanno ormai da tempo avviato dei servizi di compensazione della CO2 per ogni acquisto effettuato. Nella pratica, queste aziende si offrono di riforestare aree boschive per compensare l’anidride carbonica emessa: le più serie offrono anche servizi di tracciamento e localizzazione delle loro coltivazioni;
- Qualità e riciclo: ricordiamoci infine di acquistare sempre prodotti di elevata qualità, poiché più durevoli e quindi dal minor impatto ambientale, così come del riciclo. Il vecchio smartphone può essere donato ad amici e parenti, un vecchio abito può trasformarsi in nuovi e bellissimi vestiti, e così via.
In altre parole, bastano pochi passi per rendere anche il Black Friday più sostenibile: un piccolo impegno che però ha grandi effetti sul nostro Pianeta!
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