Punto di vista

Come riconoscere i cosmetici biologici e naturali?


Si fa presto a dire ecosostenibile, ma quanti dei prodotti presentati come tali lo sono davvero? Vediamo insieme come riconoscere i cosmetici 100% naturali.

Agli italiani piace bio. Un settore che non ha conosciuto crisi nemmeno durante il terribile periodo della pandemia, anzi, ha visto una crescita esponenziale, con cifre che ogni anno raddoppiano rispetto al precedente: secondo l’ultimo Rapporto Bio Bank, pubblicato a febbraio 2023, il mercato del bio in Italia vale ormai 5 miliardi.

La sensibilità dei consumatori verso i prodotti naturali è notevolmente aumentata: si è sempre più attenti agli acquisti, dando una netta preferenza a tutto ciò che garantisce maggior sostenibilità ambientale ma anche sicurezza per la salute. Entrando nel merito di bellezza e igiene personale, i vantaggi dei cosmetici naturali sono diversi: hanno standard elevati circa la qualità della materia prima, la biodegradabilità degli ingredienti, il packaging; sono più ricchi di principi attivi, perché le formule non vengono compensate con sostanze di sintesi come i siliconi, e sono privi di sostanze allergizzanti come conservanti, coloranti e tensioattivi di sintesi. E tutto questo garantendo comunque un’offerta sempre più ampia, in grado di soddisfare tutte le esigenze, e performances che non hanno nulla da invidiare ai brand più famosi, anzi.

Insomma, tanti i punti a loro favore, che li rendono la scelta d’elezione per un numero di donne (e uomini) sempre maggiore, disposti anche a spendere di più se necessario. È senz’altro vero che il pubblico guida le decisioni delle aziende: ma, se qualcuna ha davvero deciso di impegnarsi per migliorare le proprie linee cosmetiche e renderle sempre più green, altre investono più che altro nel marketing; anche Altroconsumo, la famosa associazione di consumatori, ha denunciato più volte diverse pratiche ingannevoli create ad arte solo per attirare i consumatori, ma che con i cosmetici naturali e bio hanno poco a che fare.

Meglio diffidare delle diciture come “ecosostenibile”, “amico dell’ambiente”, “con ingredienti naturali”, che di per sé non garantiscono nulla perché non hanno nessun valore legale, complice anche una legge europea troppo generica: l’unica normativa per la cosmesi è il Regolamento CE 1223/2009, che stabilisce degli standard di sicurezza per tutti gli ingredienti, naturali o sintetici, ma non definisce cosa si intenda per cosmesi naturale. Ma allora come fare acquisti consapevoli e sapere con certezza cosa stiamo applicando sulla pelle? Per fortuna, c’è più di una soluzione per destreggiarsi in questa giungla.

Vediamo insieme come riconoscere i cosmetici davvero naturali ed evitare le trappole degli eco-furbi!

Cosa sono i cosmetici naturali e biologici?

Hanno un comune denominatore, perché in entrambi i casi le formulazioni sono a base di ingredienti di origine naturale e vegetale, facilmente biodegradabili, mentre sono bandite sostanze di sintesi, in particolare quelle di derivazione petrolifera come PEG e siliconi. Inoltre, spesso le aziende produttrici sono molto attente alla sostenibilità in generale, preferendo i processi produttivi a basso impatto ambientale, uso di fonti rinnovabili, packaging facilmente riciclabile e il più possibile plastic free, e così via.

I cosmetici biologici, però, hanno una marcia in più, perché le materie prime, oltre ad essere naturali, sono anche coltivate con agricoltura biologica, quindi senza OGM né pesticidi di sintesi.

Bisogna anche dire che esistono ottimi prodotti naturali, conformi al bio, ma non ancora certificati come tali perché in attesa del procedimento (lungo ed oneroso).

Come riconoscere i cosmetici naturali e bio?

Riconoscere i cosmetici bio è decisamente più facile, perché sulla confezione riportano il marchio dell’ente certificatore, come NaTrue, ICEA, AIAB o Ecocert, per citare i più famosi.

Alcuni di questi marchi hanno anche un disciplinare dedicato ai cosmetici naturali, anche se non biologici: ad esempio la certificazione Cosmesi Naturale di ICEA è del tutto sovrapponibile a quella di Eco Bio Cosmesi, con l’unica differenza che per i prodotti della Cosmesi Naturale non è previsto l’obbligo di ingredienti biologici. Secondo lo standard di CCPB, invece, per essere definito naturale, un prodotto cosmetico deve contenere almeno il 90% di materie prime naturali e deve essere privo di derivati di origine petrolifera e sintetica.

C’è una lacuna importante, perché ancora non c’è uniformità a livello normativo, né una definizione univoca di cosmetico naturale e bio: tutte le certificazioni sono volontarie e si basano su standard privati. Si potrebbe certamente fare di più, anche se al momento questi enti rappresentano la migliore garanzia di acquisti ecosostenibili.

Attenzione agli eco-furbi: le trappole più comuni

Per qualcuno che si impegna davvero a garantire una produzione responsabile, sicura per la salute e per l’ambiente, anche a costo di investire più tempo e denaro, c’è qualcun altro che gioca sull’apparenza: una nuova confezione, un ingrediente naturale in bella mostra sull’etichetta, un nuovo slogan pubblicitario, e il gioco è fatto!

Un classico? Diciture come “Cruelty Free” o “Non testato su animali”, un ottimo sistema per attirare l’attenzione dei clienti più sensibili al tema, che vengono catturati da quello che viene presentato come un valore aggiunto; in realtà, dall’11 marzo 2013 vige una legge europea che vieta di condurre esperimenti e di importare ingredienti che siano stati testati su animali, perciò se un prodotto si vanta di essere cruelty free, sappiate che non ha nulla di speciale.

Altra tattica molto comune, puntare tutto sull’utilizzo di un ingrediente di origine biologica: questo purtroppo non garantisce che sia certificato (o certificabile) come completamente bio tutto il prodotto, anzi, spesso nella formulazione si trovano anche sostanze vietate dai disciplinari di cosmesi naturale e bio. Attenzione poi ai vari “Senza…” decantati in etichetta: spesso le sostanze eliminate sono semplicemente sostituite con molecole meno conosciute ma dagli effetti simili, se non peggiori!

Per non sbagliare: leggere le etichette

Una buona notizia è che la normativa europea obbliga le aziende produttrici di cosmetici a scrivere la lista degli ingredienti in etichetta: consultando l’INCI (acronimo che sta per “nomenclatura internazionale degli ingredienti cosmetici”), possiamo imparare a identificare le sostanze di sintesi. In questo post vi avevo accennato agli ingredienti cosmetici da evitare: ad esempio, i siliconi sono facilmente riconoscibili perché i loro nomi terminano con –thicone o –siloxane; ancora più semplici da identificare i parabeni, conservanti sospetti interferenti endocrini, perché hanno una desinenza comune (ad esempio, Methylparaben, Propylparaben, e così via). Ci vuole un po’ di dimestichezza all’inizio, ma con l’esperienza il compito diventerà più facile; per non sbagliare, potete affidarvi a uno strumento utilissimo come il portale EcoBioControl, disponibile anche sotto forma di app.

Certo, imparare a riconoscere i cosmetici veramente naturali richiede un po’ di pazienza e un po’ di tempo, ma ne vale la pena: non vorremo darla vinta agli eco-furbi!

N.B.: Le mie considerazioni sugli ingredienti le ho fatte alla luce di studi scientifici, opinioni di esperti di cui mi fido, fonti come EcoBioControl o i regolamenti delle certificazioni eco-biologiche.

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