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COV o VOC: cosa sono e quali sono i rischi per ambiente e salute


COV e vernici

Una minaccia invisibile contamina le nostre case, con gravi effetti per la salute e l’ambiente: sono i COV, detti anche VOC, ovvero i composti organici volatili. Delle sostanze chimiche rilasciate da una lunga lista di materiali che, per loro composizione, evaporano rapidamente a temperature ambiente, facilitandone così l’inalazione e la diffusione sia in spazi chiusi che aperti. Ma quali sono i principali VOC e quali i rischi a cui ci si espone quotidianamente?

Sebbene un piccolo gruppo dei COV venga rilasciata da alcune sostanze del tutto naturali, nella maggior parte dei casi si tratta di composti chimici di produzione industriale, introdotti sul mercato nei primi decenni del ‘900 per la realizzazione di solventi, vernici, plastica, gomme e derivati vari del petrolio.

Cosa sono i composti organici volatili

Composti Organici Volatili, fumo

I composti organici volatili – che possono essere indifferentemente identificati dalla sigla COV o VOC, quest’ultima derivata dall’inglese Volatile Organic Compounds – sono delle sostanze chimiche contenenti carbonio che, per loro composizione molecolare, presentano una pressione di vapore elevata a temperatura ambiente. In altre parole, i COV evaporano molto rapidamente, anche in spazi dalla temperatura modesta.

Come già spiegato, alcuni COV esistono anche in natura, basti pensare ai terpeni – il più comune è il limonene – che vengono rilasciati dagli oli essenziali vegetali. La maggior parte è però di produzione umana e possono comprendere:

  • solventi derivati dal petrolio o sottoprodotti da combustione, come benzene, toluene, metano, etano, tetracloruro di carbonio e via dicendo;
  • composti di sintesi necessari per la produzione di plastiche e gomme, come ad esempio l’isoprene;
  • sostanze utilizzate ed emesse da soluzioni domestiche comuni come vernici, adesivi, detergenti, cosmetici e materiali da costruzione, come lo xilene, la formaldeide, l’acetone e l’etanolo.

La lista è virtualmente lunghissima e, proprio per questa ragione, più che per tipologia vengono classificati in base alla loro volatilità:

  • VVOC (Very Volatile Organic Compounds): tutti i composti estremamente volatili, e per questo anche più pericolosi, come il propano;
  • VOC: i già citati composti organici volatili come il toluene;
  • SVOC (Semi-Volatile Organic Compounds) composti meno volatili, ma comunque contaminanti, come i principali pesticidi.

Dove si trovano i COV in casa

Composti organici volatili e vernici

Oltre alle definizioni scientifiche, è importante comprendere dove si trovino i COV all’interno delle nostre case. Queste sostanze vengono rilasciate da numerosi oggetti e materiali di uso assolutamente quotidiano e, poiché spesso risultano anche inodore, è pressoché impossibile accorgersi della loro presenza. 

In particolare, i composti organici volatili possono derivare da:

  • vernici, colle, adesivi e rivestimenti utilizzati per pareti, pavimenti, mobili ed elettrodomestici. In particolare, vengono rilasciati soprattutto formaldeide e toluene, soprattutto nei primi mesi dalla loro installazione;
  • prodotti chimici per la pulizia e la gestione degli ambienti, come detergenti per superfici, deodoranti ambientali e candele profumate, con l’emissione soprattutto di etanolo e limonene;
  • prodotti chimici per l’igiene o la bellezza personale, come smalti, acetone per unghie, cosmetici e sostanze spray o in nebulizzazione;
  • elettrodomestici vari, dai frigoriferi alle stampanti per computer, che possono rilasciare quantità variabili di COV, di diversa tipologia;
  • sistemi di combustione domestica come stufe e camini;
  • fumo di sigaretta, vapori delle sigarette elettroniche e dei riscaldatori di tabacco.

Gli effetti sull’ambiente dei COV

COV e smog

I composti organici volatili sono ormai delle sostanze contaminanti pressoché ubiquitarie, data non solo la loro rapidità di diffusione, ma anche il numero enorme di oggetti e materiali che li emettono quotidianamente. Ma quali sono i principali effetti sull’ambiente?

A livello atmosferico, diversi studi hanno dimostrato che i COV accelerano la formazione di due due elementi particolarmente inquinanti:

  • l’ozono troposferico, ovvero quello che si accumula a livello del terreno, uno dei più pericolosi gas climalteranti;
  • il particolato sottile, ovvero i PM 2.5, particolarmente insidioso per le vie respiratorie.

In particolare, i composti organici volatili reagiscono facilmente con gli ossidi di azoto – ovvero, ai NOx – emessi di continuo dai sistemi di riscaldamento e dai motori termici a combustione. Tramite l’esposizione alla luce solare, si innescano delle reazioni fotochimiche che producono ozono: quest’ultimo, indispensabile in alta atmosfera per proteggerci dalle radiazioni solari, al livello del suolo è dannoso sia per la salute che per lo sviluppo della vegetazione.

Composti organici volatili e salute: i rischi

Composti organici volatili e problemi respiratori

I VOC non provocano solo un peggioramento delle condizioni di inquinamento atmosferico, aumentando la portata dei gas climalteranti, ma determinano anche delle gravi conseguenze per la salute. Soprattutto in ambiente domestico, dove vengono inalati costantemente, senza che vi sia la possibilità di accorgersene. 

L’esposizione ai composti organici volatili può determinare innanzitutto effetti acuti, quali:

  • irritazione delle prime vie respiratorie, degli occhi, delle mucose e della pelle. In particolare, alcune ricerche confermano come l’esposizione a formaldeide sia una delle prime cause di questi disturbi;
  • conseguenze neurologiche, come mal di testa, vertigini e confusione, in particolare quando si è a lungo esposti al toluene.

Vi sono poi degli effetti perenni anche molto gravi, tutt’altro che sottovalutare:

  • disturbi respiratori cronici, come asma o broncopatia ostruttiva cronica (BPCO);
  • tumori, poiché alcuni COV – come il benzene o la formaldeide – sono classificati come cancerogeni dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC).

Come limitare l’esposizione da COV

Arieggiare casa per i COV

Come facile intuire, i rischi dovuti ai composti organici volatili sono maggiori negli ambienti chiusi, dove queste sostanze tossiche hanno minore capacità di disperdersi. Non a caso, rappresentano uno dei principali parametri valutati per la Sindrome dell’Edificio Malato, ovvero l’analisi di come i luoghi di vita, di lavoro o di istruzione possono esporre a forti rischi per la salute.

Ma è possibile limitare l’esposizione a queste sostanze? Per quanto si tratti di composti ubiquitari, e quindi particolarmente difficili da rimuovere completamente, si possono adottare delle strategie di mitigazione del rischio:

  • arieggiare frequentemente i locali, assicurando il massimo della ventilazione possibile;
  • se possibile, ricorrere a depuratori e filtri per l’aria domestica;
  • accendere sempre la cappa aspirante quando si cucina;
  • scegliere prodotti a concentrazione ridottissima di COV, come i detergenti e i cosmetici ecobio, oppure vernici naturali ed elementi d’arredo certificati VOC-Free;
  • evitare il fumo di sigaretta in casa, così come anche sigarette elettroniche e riscaldatori di tabacco;
  • aprire le finestre dopo aver stampato grandi quantità di documenti.

In commercio esistono anche dei sensori capaci di rilevare le concentrazioni di VOC negli ambienti domestici, tuttavia, sulla loro effettiva affidabilità i pareri sono discordanti.

In definitiva, i composti organici volatili rappresentano una grave minaccia sia per la salute che per l’ambiente: dei contaminanti invisibili, difficili da gestire soprattutto a livello domestico.

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