Non è di certo un segreto: la cura dei denti è fondamentale per la salute di tutto l’organismo. I disturbi che colpiscono il cavo orale, dalle infezioni gengivali alla carie, possono infatti riflettersi su molti organi, primo fra tutti il cuore. Ed è proprio per questo che non dobbiamo mai rinunciare alla nostra routine quotidiana con dentifricio, spazzolino e filo interdentale. Ma esistono delle alternative, affinché la cura del nostro sorriso sia a basso impatto ambientale?
Quando si parla di igiene orale, bisogna sempre mantenere alta la guardia: è innanzitutto necessario mettere in pratica tutte le indicazioni fornite dal dentista e dall’igienista e, ancora, sottoporsi a regolari controlli. Per questo, prima di scegliere metodi a basso impatto ambientale o rimedi naturali, è indispensabile parlarne proprio con lo specialista: non sempre, infatti, potrebbero rappresentare la soluzione adatta alle proprie necessità. Una volta ricevuto il via libera, per un sorriso amico dell’ambiente, basta seguire pochi ma efficaci consigli.
Dentifricio: come sceglierlo a basso impatto ambientale
Come già ho spiegato in apertura, il dentifricio è il miglior alleato per la salute dei denti. L’uso quotidiano permette infatti non solo di ridurre la carica batterica all’interno del cavo orale, ma anche riduce la formazione della placca – e, nel tempo, del tartaro – e limita le possibilità di sviluppare carie. Purtroppo, non tutti i dentifrici in commercio sono però amici dell’ambiente e della salute: che fare?
Le sostanze inquinanti spesso presenti nei dentifrici
Prima di indagare le alternative a basso impatto del dentifricio, è utile chiedersi in che modo alcuni prodotti di largo consumo possano inquinare l’ambiente. Per quanto generalmente sicuri per l’uso umano, anche se faccio molta attenzione perché comunque una parte la ingeriamo, bisogna prestare attenzioni a ingredienti come:
- tensioattivi (SLES): sono sostanze dall’attività schiumogena, che aiutano a sciogliere residui che normalmente non sono idrosolubili. Molti sono però inquinanti per gli ambienti marini e, ancora, tendono a superare filtri negli scarichi e impianti di depurazione;
- coloranti: diversi coloranti chimici, aggiunti nei dentifrici solo per ragioni di marketing poiché non hanno alcuna utilità per la pulizia dei denti, possono rappresentare dei pericolosi inquinanti marini;
- microsfere: similmente a quanto accade per gli scrub per la pelle, anche i dentifrici con microsfere possono determinare contaminazioni con le ormai ubiquitarie microplastiche;
- antibatterici chimici: sono sostanza che aiutano a ridurre la carica batterica all’interno del cavo orale, tuttavia si disperdono nell’ambiente tramite gli scarichi e, anche in questo caso, rappresentano degli inquinanti marini;
- conservanti: parabeni, in particolare che, oltre a essere contaminanti, possono scatenare allergie o disturbi endocrini nei soggetti predisposti.
Naturalmente, c’è anche il problema del packaging: la gran parte dei dentifrici distribuiti sulla grande distribuzione vengono offerti in tubetti di plastica, di difficile smaltimento, poiché spesso diversa dalle tipologie attualmente riciclabili, come il PET.
Le alternative a basso impatto al classico dentifricio
Fortunatamente, sul mercato esistono numerose alternative a basso impatto ambientale. Innanzitutto, il mio consiglio è quello di preferire sempre dentifrici certificati ecobio, affinché si abbia la sicurezza non contengano sostanze chimiche inquinanti o dannose per la salute. Dopodiché, è sufficiente preferire:
- dentifrici ecobio offerti in tubetti di alluminio e packaging di cartone, facilissimi da smaltire e riciclare;
- i dentifrici solidi, sotto forma di compresse da sciogliere in acqua, davvero poco inquinanti e molto pratici da portare con sé anche in viaggio.
In genere, i dentifrici ecobio vengono venduti in confezioni più piccole rispetto a quelli classici: questo perché, data l’assenza di conservanti dannosi per l’ambiente, la loro durata nel tempo è più limitata. Non lo è però la loro efficacia, basta controllare le etichette: la maggior parte di questi prodotti sono approvati dalle principali associazioni odontoiatriche europee.
È anche vero che online sono disponibili numerose ricette per creare dei dentifrici fai da te a partire da rimedi naturali – come l’argilla verde, il Tea Tree Oil, i chiodi di garofano e l’eucalipto – ma può essere molto difficile regolarsi con le dosi e l’efficacia non è provata. Forse meglio non rischiare, quando si parla di salute dei denti.
Uno spazzolino amico dell’ambiente
Lo spazzolino rappresenta il secondo alleato per un sorriso sempre splendente e sano. In linea generale, dovremmo cambiarlo ogni tre mesi o, ancora, in base alla sua usura. Tuttavia, la quasi totalità degli spazzolini domestici sono realizzati in plastica e presentano fibre sintetiche: un vero e proprio incubo ambientale. Anche perché, fatta eccezione per pochi esemplari, nella maggior parte dei casi vanno gettati nell’indifferenziato perché non si tratta di plastica riciclabile. Che fare?
La risposta è molto semplice, basta scegliere spazzolini più sostenibili, preferendoli:
- con corpo in legno;
- con setole in fibre naturali.
In merito alle setole in fibra naturale, sono però necessarie ulteriori considerazioni:
- gli inserti morbidi sono solitamente realizzati in gomma naturale e, di conseguenza, sono più che sostenibili;
- le setole in bambù hanno un impatto minore rispetto alla plastica, ma non sono a impatto zero: bisogna verificare provengano da coltivazioni certificate;
- le setole in fibre animale, naturalmente, potrebbero non essere la soluzione più adatta per chi ha deciso di non utilizzare derivati animali per motivi etici.
Come fare con lo spazzolino elettrico?
Lo spazzolino elettrico è sempre più diffuso, non solo per una questione di comodità: garantisce una pulizia dei denti superiore, riducendo l’accumulo di placca e batteri anche negli spazi interdentali. Ma come renderlo più sostenibile?
La maggior parte degli spazzolini elettrici prevedono un corpo in plastica e testine rimovibili. Se nel primo caso l’impatto in termini di produzione viene compensato nel tempo, perché il corpo dello spazzolino può durare anche anni, le testine ogni tre mesi devono essere sostituite. In questo caso:
- esistono in commercio testine di terze parti, ma compatibili con le principali marche, realizzate in plastica riciclata;
- anche in questo caso, meglio orientarsi su setole in fibre naturali.
Denti sani con un filo interdentale a basso impatto
Utilizzare regolarmente il filo interdentale è una buona abitudine – spesso dimenticata – che riduce sensibilmente il rischio di imbattersi in problematiche dentali. Soprattutto se usato in modo corretto, ovvero raggiungendo anche le gengive, per rimuovere eventuali residui di cibo.
Tuttavia, la maggior parte delle alternative in commercio sono in nylon e politetrafluoroetilene (PTFE), due materiali di origine plastica inquinanti, e possono presentare cere e disinfettanti, anch’essi dannosi per gli ecosistemi marini. Quali alternative più ecologiche abbiamo a disposizione? In linea generale:
- il filo interdentale naturale, solitamente ricavato da fibre di mais;
- il floss – un nastrino da usare esattamente come il filo interdentale – da PET riciclato.
È inoltre utile preferire il classico filo alle soluzioni con bastoncini applicatori, perché non solo sono realizzati in plastica monouso, ma non sempre possono essere riciclati. Ancora: mai gettare il filo nel WC. Finisce negli scarichi e può raggiungere gli ambienti acquatici, diventando una vera e propria minaccia per gli animali marini!
E se si preferiscono gli scovolini al filo? Prestiamo sempre attenzione alle fibre e scegliamoli con impugnatura in gomma naturale.
In definitiva, curare il proprio sorriso può essere un’abitudine non necessariamente dannosa per l’ambiente: basta scegliere i prodotti giusti!
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