I detersivi per piatti spesso sono allergizzanti e inquinanti per l’ambiente: impariamo a controllare che non contengano ingredienti tossici.
Lavare piatti, bicchieri e utensili da cucina, a mano o in lavastoviglie: lo facciamo tutti i giorni, più volte al giorno, ovviamente. Certo, l’alternativa sono i terribili piatti usa e getta, quindi ben venga il lavaggio e il riutilizzo delle stoviglie! Bisognerebbe, però, scegliere con attenzione i detersivi che utilizziamo. Innanzitutto, per l’ambiente: non dimentichiamo che gli scarichi delle nostre case finiscono nei corsi d’acqua e poi in mare, e spesso nelle formule dei detersivi, compresi quelli per piatti e lavastoviglie, sono presenti ingredienti tossici per gli organismi acquatici. Secondariamente (ma non per importanza) la nostra salute: per quanto alla fine si risciacqui, un po’ di detersivo può rimanere depositato sulle stoviglie, e noi lo ingeriamo. Per non parlare poi del lavaggio a mano: non sempre mettiamo i guanti, e il continuo contatto con la pelle favorisce lo sviluppo di dermatiti irritative o vere e proprie allergie, sempre più diffuse (e che vedono proprio i detersivi tra i principali colpevoli).
Un po’ di allarme l’ha creato un’indagine realizzata da Environmental Working Group, una no profit americana dedicata ai consumatori dallo stile di vita sostenibile: hanno passato in rassegna 232 detersivi per piatti in commercio, e 58 di questi contenevano ingredienti potenzialmente tossici. È vero che non tutti i marchi venduti oltreoceano sono presenti nei supermercati italiani, ma non significa che siamo esenti da rischi: vale sempre la pena chiedersi cosa contengono i prodotti che utilizziamo quotidianamente.
Di certo lo ha fatto la famosa organizzazione Altroconsumo: nell’ambito dell’iniziativa “CLEAN” ha analizzato 115 detergenti per stoviglie, tradizionali ed ecologici (o perlomeno presentati come tali), valutando efficacia, packaging, formulazione e coerenza con quanto dichiarato in etichetta. I risultati sono stati desolanti: il 70% conteneva almeno un ingrediente dannoso per l’ambiente. Alla faccia del green, insomma: più che altro una trappola degli “ecofurbi”. L’unico modo che abbiamo noi consumatori per difenderci, è essere più furbi di certi produttori, non fermandoci ai claim ma indagando più a fondo.
Cosa contengono i detersivi per piatti? Controllate subito l’etichetta dei vostri prodotti abituali e verificate che non ci siano ingredienti tossici per ambiente e salute!
Partiamo da una premessa: le etichette dei detersivi non sono così trasparenti come quelle dei cosmetici, che devono obbligatoriamente riportare l’INCI sulle confezioni. Per i prodotti per le pulizie, esiste un regolamento europeo sull’etichettatura, ma le diciture sono molto vaghe, generiche e quasi incomprensibili ai non addetti ai lavori; dovrebbe essere indicato l’indirizzo web in cui poter reperire l’intera formulazione del prodotto e la relativa scheda di sicurezza, ma purtroppo non sempre è così. Quindi, sull’etichetta di un detersivo per piatti potreste trovare il nome preciso di una sostanza (che vi consiglio di cercare sul portale EcoBioControl per verificare di cosa si tratta), ma anche diciture molto più generiche, come tensioattivi, coloranti, profumi; quello che si può fare, è riconoscere i gruppi principali in cui sono classificate le sostanze, e sapere quali sarebbe meglio evitare.
Gli ingredienti (potenzialmente tossici) nei detersivi per piatti
Iniziamo dalle categorie più generiche. Tutti i prodotti con azione detergente contengono tensioattivi, molecole che possono essere ottenute da fonti vegetali, ma quelle di origine petrolifera sono le più utilizzate dai marchi “tradizionali” perché molto più economici; un esempio? Il Sodium Laureth Sulfate (che potete trovare anche come SLES), e in generale quelli con suffisso -eth. Occhio anche a PEG e PPG, che potete trovare come PPG-5-laureth-5, sostanze poco o nulla biodegradabili e per questo vietate o fortemente limitate dai disciplinari come Ecolabel.
Coloranti e profumi sono quasi sempre sintetici, sono tra i principali responsabili delle allergie e sono inutilmente dannosi, perché non hanno nessun beneficio in termini di efficacia del prodotto.
Fondamentali invece nella composizione di un detersivo, i conservanti: la buona notizia è che generalmente vengono specificati, anche perché la presenza di alcuni di essi va obbligatoriamente segnalata in etichetta. Da evitare Benzisothiazolinone, Methylisothiazolinone e Methylchloroisothiazolinone, non biodegradabili e allergizzanti, più DMDM Hydantoin, Imidazolidinyl urea e Diazolidinyl urea, che sono anche cessori di formaldeide.
Cosa contengono i prodotti in commercio?
Ho controllato qualche prodotto al supermercato, soprattutto quelli che catturano l’attenzione grazie agli ingredienti naturali presentati in etichetta come aceto, limone o fiori, generali richiami alla natura, diciture come “amico dell’ambiente” o anche più precise come “biodegradabile al 99%”.
Ecco cos’ho trovato: ovunque, SLES come tensioattivo, Benzisothiazolinone e Methylisothiazolinone come conservanti, in un caso anche Dimethicone (siliconi); onnipresenti, coloranti e il generico “Parfum”. Degli ingredienti naturali presenti sulla confezione neanche l’ombra, sulla biodegradabilità, come avrete capito, c’è qualche incongruenza…
Attenzione al greenwashing
L’indagine di Altroconsumo puntava il dito soprattutto contro le trovate del marketing che fanno riferimento a natura, rispetto dell’ambiente, minor impatto, facendo leva sulla sensibilità dei consumatori, che ignari acquistano un prodotto credendo che sia migliore di tanti concorrenti, mentre invece non ha nessun valore aggiunto (non parlo ovviamente di efficacia, non conoscendoli, ma sono di ingredienti impiegati nella formula).
Sulla trasparenza delle aziende produttrici c’è ancora tanto da fare, purtroppo, ma quello che possiamo fare da parte nostra è informarci ed essere più consapevoli possibile.
Come sempre, non posso che consigliarvi (se ancora non l’avete fatto!) di optare per i detersivi veramente ecologici. In generale, sostengo spesso anche l’autoproduzione, ma concordo con Fabrizio Zago che nel caso dei prodotti per lavare le stoviglie è più semplice orientarsi verso i marchi eco-bio, certificati Ecolabel, ICEA o AIAB, a base di tensioattivi e altre materie prime biodegradabili: sono più efficaci e non sono più inquinanti dei rimedi fai da te. Su Ecocentrica trovate tantissime recensioni e suggerimenti: in questo post trovate alcuni ottimi detersivi green per lavastoviglie, mentre in questo gli ultimi detersivi per piatti ecologici che ho provato, anche in panetto solido, comodissimi in viaggio!
N.B.: Le mie considerazioni sugli ingredienti le ho fatte alla luce di studi scientifici, opinioni di esperti di cui mi fido, fonti come EcoBioControl o i regolamenti delle certificazioni eco-biologiche.
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