Punto di vista

Eccellenze italiane nella lotta contro l’HIV


Una spinta per la nostra economia e cure più efficaci per tutti

L’AIDS era una malattia sconosciuta fino all’inizio degli anni ’80, quando scoppiò la prima epidemia, a partire dagli Stati Uniti. Ci volle qualche anno perché gli scienziati individuassero la causa nel virus dell’HIV, il quale agisce attaccando il sistema immunitario, lasciando il malato privo di difese e vulnerabile anche alla più banale infezione. Inizialmente una diagnosi di sieropositività equivaleva a una sentenza di morte (quasi il 100% di chi contraeva l’HIV sviluppava l’AIDS e andava incontro al decesso): è stato il caso anche di molte star internazionali, come Freddie Mercury, Rock Hudson, Keith Haring, Emile Ardolino, regista del celebre “Dirty Dancing”.

Poi, nel 1996, una svolta storica: venne messa a punto una combinazione di farmaci capaci di bloccare l’evoluzione del virus, evitando così che il malato diventi immunodepresso; certo, non è una vera e propria cura, ma il virus dell’HIV non uccide quasi più, si è trasformato in una malattia cronica con cui si può benissimo convivere, tanto che l’aspettativa di vita è più o meno la stessa delle persone sane.

Foto: www.meteoweb.eu

In pochi anni la scienza ha fatto passi da gigante, regalando un’esistenza quasi normale a chi una volta non aveva speranze. E la buona notizia è che il progresso non si è fermato, anzi, gli studi continuano a procedere a passo spedito, nel mondo come in Italia. Un vanto del nostro Paese è sicuramente il nuovissimo impianto della casa farmaceutica britannica GlaxoSmithKline, inaugurato appena una settimana fa: come riportato da questo articolo pubblicato su Adnkronos (https://www.adnkronos.com/salute/farmaceutica/2018/10/12/parma-culla-innovazione-produrra-nuovo-anti-hiv-per-mondo_ySOimUXzPk9RqT6PGJMzBP.html), la struttura di 1.500 metri quadrati è stata realizzata a San Polo, frazione del comune di Torrile, in provincia di Parma, in tempi record (poco più di un anno) e sarà dedicata alla produzione di nuovi farmaci, tra cui un farmaco sperimentale che agisca contro il virus dell’HIV.

Foto: www.huffingtonpost.it

Se i test clinici daranno i risultati che gli esperti si aspettano, avremo una nuova speranza terapeutica per gli oltre 34 milioni di persone affette dal virus dell’HIV e tutti coloro che hanno visto non riuscire, o riuscire solo in parte, le cure tradizionali, ad esempio perché in alcuni casi il virus dell’HIV può sviluppare resistenza (più o meno come i batteri sviluppano resistenza agli antibiotici, che a quel punto non agiscono più sull’infezione).

La produzione a Parma di un farmaco che verrà esportato in tutto il mondo rappresenterà anche un fattore di prestigio per il nostro Paese, per quanto già affermato nel settore. L’industria farmaceutica in Italia, infatti, è in testa alla classifica dei Paesi dell’Unione europea per la produzione (si parla di 31 miliardi di euro di fatturato l’anno), ma è anche prima per crescita occupazionale, ovvero creazione di posti di lavoro. La ricerca medica quindi, oltre che fine a se stessa, diventa anche un aiuto per la nostra economia e un fiore all’occhiello agli occhi del mondo.

Secondo gli esperti, se gli studi sul virus dell’HIV continuano a procedere questo ritmo, la cura definitiva potrebbe non essere più un’utopia, un futuro molto lontano. Per raggiungere l’obiettivo occorre lavorare su più fronti, a cominciare dalla prevenzione e dalla diagnosi precoce per le persone infettate, in modo che possano iniziare le cure il prima possibile e prendano le precauzioni necessarie per non contagiare gli altri: questo rallenterebbe la diffusione della malattia, di cui ogni anno vengono diagnosticati circa 4.000 nuovi casi solo in Italia, nell’attesa che venga scoperto un vaccino o il modo per guarire completamente dall’infezione.

Foto: www.tantasalute.it

La vittoria è dietro l’angolo? Speriamo. Certo è che se (o, per meglio dire, quando) succederà, il merito sarà anche dei centri di avanguardia che danno opportunità di lavoro agli scienziati. La bella notizia, per tutti, è che la ricerca italiana si è guadagnata un posto in prima fila.

 

Foto copertina: salute.pourfemme.it

 

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