Il fotovoltaico a uso residenziale può rappresentare un buon investimento, non solo in termini di risparmio energetico ma anche di guadagno? È questa, con molta probabilità, la domanda che si stanno ponendo molte famiglie, nel decidere se installare un impianto fotovoltaico sul tetto o nelle pertinenze della propria abitazione. D’altronde, con questa crisi energetica che ormai perdura da tempo, sempre più persone stanno valutando alternative per l’autoproduzione di energia, così da rendersi meno dipendenti. Contribuendo inoltre alla riduzione di emissioni climalteranti con una fonte rinnovabile e pulita di energia. Ma quali sono i costi, dopo quanto rientra la spesa e, soprattutto, si ha la possibilità di ottenere un guadagno nel tempo?
Di queste questioni – e di altri interessanti temi sul fotovoltaico – ne ho discusso di recente con Paolo Rocco Viscontini, il fondatore di Italia Solare, nel corso di una diretta per Ecocentrica OnAir. Ed è emerso che il fotovoltaico non è solo un mezzo per risparmiare sulla bolletta, riducendo i consumi dell’energia fornita dalla rete, ma anche un ottimo investimento finanziario nel tempo.
Il dimensionamento e i costi dell’impianto
Innanzitutto, per comprendere se il fotovoltaico sia un buon investimento a livello residenziale, si deve ovviamente partire dai costi. Quanto deve essere dimensionato un impianto domestico affinché possa garantire energia sufficiente alle necessità delle famiglie e, soprattutto, quale spesa bisogna sostenere?
I costi di base dell’impianto fotovoltaico
Viscontini ha spiegato nel corso della diretta che tipicamente un impianto fotovoltaico a uso familiare vede una potenza installata tra i 4 e i 6 KW, con una media di installazione attorno ai 5. Questo dimensionamento vale per una famiglia italiana tipo, quindi di quattro persone, per necessità di consumo che prevedano anche la presenza di una pompa di calore per il riscaldamento degli ambienti. Considerando circa 5 metri quadrati per ogni KW installato, per un impianto da 5 KW si occuperanno circa 25 metri quadrati: sul tetto di casa o, ancora, nelle pertinenze come pergolati, garage e altre costruzioni disponibili in giardino. Su questa seconda opzione, però, è sempre necessario chiedere preventivamente al proprio Comune di residenza se siano necessarie autorizzazioni e, ancora, se il piano regolatore preveda questa modalità di installazione.
Grazie ai costi del fotovoltaico diventati sempre più vantaggiosi dal 2013 ai giorni nostri, oggi installare un KW di pannelli costa in media 2.000 euro. Le cifre possono variare leggermente a seconda della qualità scelta, degli accordi con il fornitore, nonché a eventuali costi extra di installazione, come nel caso di esigenze particolari. Un tipico impianto da 5 KW verrà quindi a costare sui 10/12.000 euro, inclusa la messa in posa e la componentistica elettronica di base, quali ad esempio gli inverter.
I costi con il sistema di accumulo
Vi ho appena descritto un impianto di base pensato per il consumo diretto dell’energia prodotta. In altre parole, si tratta di un sistema privo di soluzioni d’accumulo: l’energia può essere consumata istantaneamente o, in alternativa, immessa in rete. Come facile intuire, la sera o nelle giornate scarsamente assolate, sarà quindi necessario appoggiarsi alla normale fornitura elettrica per assecondare i bisogni domestici.
Ma di quanto potrebbe aumentare la spesa per l’impianto, se si decidesse di installare anche un sistema di accumulo? Sempre Viscontini spiega come, per una soluzione di accumulo sufficientemente dimensionata per i 5 KW e di buona qualità, si devono aggiungere dai 6.000 agli 8.000 euro ai costi base dell’impianto. Si passa quindi da 10/12.000 euro a 16/18.000 euro: un incremento importante, che tuttavia è possibile ammortizzare in diversi modi, a partire dalle detrazioni fiscali.
Fotovoltaico e detrazioni: la spesa complessiva
Da qualche anno a questa parte, è possibile approfittare di importanti detrazioni fiscali per l’installazione di un impianto fotovoltaico a uso residenziale. Introdotte per la prima volta con il Decreto Sviluppo 2012 – e riproposte di anno in anno in diverse forme, ad esempio con l’attuale Bonus Ristrutturazioni – le detrazioni fiscali oggi prevedono il recupero del 50% dei costi sostenuti, in 10 rate annuali, per un tetto massimo di 96.000 euro.
In altre parole, per l’impianto base senza sistema di accumulo, si spenderanno inizialmente 10/12.000 e, nell’arco di 10 anni, verranno restituiti sotto forma di detrazioni 5/6.000 euro. In presenza di soluzioni per l’accumulo, la spesa iniziale sarà di 16/18.000 euro e, sempre in un decennio, si recupereranno 8/9.000 euro. Non è però tutto, poiché – come sempre nel caso del Bonus Ristrutturazioni – si può anche approfittare di un’IVA al 10% anziché al 22% sulla spesa complessiva, se l’installazione viene effettuata dalla stessa azienda che fornisce i moduli fotovoltaici.
Fotovoltaico come investimento: tra risparmi e guadagni
Compresi i costi per dotare la propria abitazione di un impianto fotovoltaico, e le detrazioni fiscali per ridurre questa spesa di ben il 50%, è arrivato il momento di parlare di questa tecnologia come un vero e proprio investimento per la famiglia. Sia perché permette di risparmiare sulle bollette che perché, nel tempo, rappresenta una forma di guadagno assolutamente simile ad altre tipologie di investimento. Ecco perché.
I risparmi con il fotovoltaico
Come facile intuire, poter disporre di un impianto fotovoltaico significa tagliare i costi in bolletta. Anche in questo caso, come Viscontini ha precisato durante la diretta, vi sono livelli differenti di risparmio a seconda della tipologia di impianto installata, sempre prendendo in considerazione i 5 KW di potenza:
- Impianto base: l’autoconsumo diretto rappresenta in media circa il 35% di tutto il fabbisogno annuale di energia. Questo perché, ovviamente, non sempre si ha la possibilità di sfruttare l’energia prodotta: ad esempio di sera o, ancora, nelle cupe giornate invernali. In media, il risparmio in bolletta è di circa 1.000 euro annuali, a cui vanno aggiunti i kWh che si immettono in rete e che vengono quindi ricompensati dal fornitore di energia;
- Impianto con accumulo: la soglia dell’autoconsumo aumenta fino ad arrivare all’80% del fabbisogno, quindi la bolletta si riduce ulteriormente, lasciando praticamente qualche centinaio di euro l’anno per il consumo da rete e i vari oneri di sistema. Ovviamente, con l’accumulo si riduce la quota di kWh che vengono scambiati sul posto.
In questo calcolo, si rendono necessarie due considerazioni aggiuntive:
- i kWh autoprodotti e autoconsumati sono economicamente più vantaggiosi rispetto al consumo da rete, perché ovviamente sono privi degli oneri di distribuzione e altri costi. In questo modo, il rientro dalla spesa iniziale sarà più veloce;
i kWh ceduti, e quindi scambiati sul posto, vengono ricompensati solo per la componente energetica e sono tassati come reddito, quindi bisognerà inserirli in sede di dichiarazione fiscale.
Investire nel fotovoltaico, i guadagni
Se si considerano le detrazioni fiscali e il risparmio annuale in bolletta, per rientrare dalla spesa iniziale per l’installazione del fotovoltaico servono all’incirca cinque o sei anni. Questo significa che, in linea teorica, dal sesto anno in poi tutto l’energia che si produce rappresenta un guadagno. Innanzitutto, bisogna considerare che:
- i moduli fotovoltaici durano all’incirca 25 anni, con una piccola perdita d’efficienza nel tempo, pari all’incirca allo 0,5% all’anno;
- le parti meccaniche dell’impianto sono garantite per circa 10/12 anni, ma di norma durano più a lungo, con un’adeguata manutenzione;
- le componenti elettroniche, come ad esempio l’inverter, potrebbero aver bisogno di aggiornamenti ogni 10/15 anni.
Ora, abbiamo detto che – una volta rientrata la spesa – tutto ciò che si produce con il fotovoltaico diventa un guadagno. In altre parole, anche avendo a disposizione un impianto privo di sistema di accumulo, dal sesto al venticinquesimo anno si risparmieranno circa 1.000 euro annuali, pari a circa 19.000 euro. Se si trasforma questa somma nel rendimento dell’investimento – ovvero l’IRR, Internal Rate of Return – ci si trova a quote superiori al 10%, più di altre tipologie d’investimento oggi disponibili sul mercato.
In definitiva, il fotovoltaico non rappresenta solo una soluzione per risparmiare in bolletta approfittando di energia al 100% rinnovabile, ma è una tecnologia sia in grado di ripagarsi da sola nel tempo che di garantire un guadagno interessante per le famiglie.
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