Diagnosi precoce, l’arma più efficace per fermare la degenerazione del nervo ottico e scongiurare il rischio cecità
Il glaucoma non è una delle patologie più conosciute, non solo in questo particolare momento storico, in cui il coronavirus ha tutta la nostra attenzione: è un potenziale rischio per la salute di cui siamo poco o nulla consapevoli.
Il Ministero della Salute afferma che il glaucoma è la seconda malattia oculare più diffusa al mondo, colpisce almeno 55 milioni di persone; in Italia si stima che ne soffra un milione, di cui però almeno la metà ignora di averlo. Com’è possibile? Non è un caso se questa malattia viene definita dagli esperti come “ladro silente della vista”, perché progredisce senza manifestare sintomi, se non quando ormai è troppo tardi: è una delle prime cause di cecità e ipovisione (una condizione in cui la vista è molto limitata, tanto da impedire le normali attività quotidiane, ed è impossibile da correggere con lenti ed occhiali).
L’arma a nostro vantaggio però c’è, ed è la prevenzione. Perché gli effetti del glaucoma si possono evitare, a patto di una diagnosi precoce. E il primo passo per prevenire, è conoscere.
Ogni anno, in questo periodo, si tiene la Settimana Mondiale del Glaucoma; in Italia è l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia Onlus a occuparsi di informare e sensibilizzare i cittadini sulle malattie della retina e del nervo ottico, come il glaucoma, nonché a proporre iniziative volte alla prevenzione. Sono previste visite oculistiche gratuite (fino ad esaurimento posti) in diverse città d’Italia presso i gazebo di IAPB attrezzati con ambulatori mobili; vista l’emergenza coronavirus, che ha costretto ad isolare la regione Lombardia e alcune province, non so però se cambierà qualcosa nello svolgimento delle iniziative. In ogni caso, alla comunicazione non c’è nessun limite: perciò, se siete tra i tanti che non conoscono il glaucoma, vi invito a leggere i consigli degli esperti e non diventare una di quelle “1 persona su 2” che è malata senza saperlo.
COS’È IL GLAUCOMA
La pressione all’interno degli occhi, per essere definita corretta, deve rispettare parametri definiti: non dev’essere né più bassa, né più alta. Quando è eccessiva, può portare a malattie come il glaucoma, una patologia degenerativa che colpisce il nervo ottico, la preziosa struttura nervosa che trasmette le informazioni visive dalla retina al cervello. Se non si interviene in tempo, la malattia progredisce al punto da restringere il campo visivo, a partire dalle zone laterali fino alla porzione centrale, portando all’ipovisione o alla cecità.
È stato soprannominato dagli esperti “il ladro silenzioso della vista” perché è una malattia subdola, che non dà sintomi fino alle fasi più evolute e pertanto tardive, quando il nervo ottico è danneggiato irrimediabilmente e il recupero funzionale della vista è ormai impossibile.
Secondo i dati OMS, il glaucoma è la seconda causa di cecità al mondo (dopo la cataratta), ma la prima di tipo irreversibile.
L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE
La buona notizia è che, se diagnosticato in tempo, il glaucoma si può trattare, fermando la degenerazione del nervo ottico: solitamente sono sufficienti colliri in grado di mantenere la corretta pressione oculare; nei casi più gravi si può intervenire anche chirurgicamente o con terapie laser.
L’importante è intervenire tempestivamente: come nel caso di molte altre malattie umane, il fattore tempo è cruciale, ed ecco quindi che la diagnosi precoce diventa l’unica, vera arma per individuare i segnali di un glaucoma.
COME SCOPRIRE SE SI HA IL GLAUCOMA?
Semplice: sottoponendosi a controlli periodici. In particolare, il protocollo proposto dalla Società Oftalmologica Italiana per la prevenzione del glaucoma prevede una visita oculistica all’età di 40 anni e successivamente una visita ogni 4 anni fino ai 50 anni; dopo i 50 anni, l’osservazione medica si intensifica con una visita oculistica ogni 2 anni mentre la raccomandazione dopo i 60 anni è di un controllo annuale.
Le visite oculistiche prevedono innanzi tutto la misurazione della pressione all’interno degli occhi, attraverso uno strumento chiamato tonometro, che funziona sfruttando un semplice soffio d’aria sull’occhio; altrettanto importanti sono l’esame del fondo oculare, del campo visivo e dell’aspetto del nervo ottico. È possibile che lo specialista richieda anche altri esami, come la pachimetria, che misura lo spessore della cornea, ma si tratta comunque di procedure non invasive e non dolorose!
Esistono persone più a rischio di sviluppare un glaucoma: in particolar modo, tutti gli over 40 e chi ha altri casi in famiglia. La malattia sembra favorita anche da altri fattori, come presenza di miopia o ipermetropia molto accentuate, assunzione di farmaci a base di cortisonici, diabete.
È POSSIBILE FARE PREVENZIONE?
Alcuni specialisti suggeriscono anche l’importanza di una prevenzione primaria, cioè l’insieme di azioni che si possono compiere allo scopo di evitare l’insorgenza della malattia.
Esistono molti dati che dimostrano come alcune corrette abitudini di vita siano elementi protettivi rispetto alla progressione del glaucoma. Innanzi tutto, la dieta, tale da permettere di mantenere un peso corporeo controllato e ricca di sostanze antiossidanti, ad esempio vitamina C, A, E, o minerali come lo zinco.
L’esercizio fisico, anche moderato, purché svolto con regolarità: bastano 20 minuti di camminata per quattro giorni a settimana per contribuire a mantenere stabile la pressione oculare.
Attenzione poi a quei comportamenti dannosi, non solo per il glaucoma, come fumare e non proteggere adeguatamente gli occhi dai raggi UV.
La vista è un dono prezioso: non sottovalutiamola!
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