L’autunno è ormai entrato nel vivo e, con la riduzione delle temperature, è tempo di recuperare dall’armadio i caldissimi maglioni. E anche nella scelta di un indumento tanto irrinunciabile in questa stagione si può – e si deve – tentare di ridurre il nostro impatto ambientale. Come? Optando per aziende che limitano al minimo le emissioni sia nella fase di produzione della materia prima che nella tessitura vera e propria o, ancora, capaci di recuperare vecchi filati e dare loro nuova vita.
Perché essere alla moda senza pesare sul Pianeta non è solo un buon proposito, ma un vero e proprio imperativo morale: ecco qualche realtà da cui prendere ispirazione.
Cangiari: l’arte della tessitura calabrese
Sul fronte della maglieria più sostenibile, Cangiari è un nome che sta diventando sempre più protagonista. Questo progetto si presenta come il primo marchio di moda etica in Italia e ha fatto del rispetto dell’ambiente – e anche di lavoratori e consumatori – il cardine della propria filosofia produttiva.
La storia di Cangiari prende le mosse dall’antica arte della tessitura calabrese, di origine bizantina e grecanica, per portarla nel nuovo millennio. E parte dalle cosiddette “majistre”, le anziane tessitrici calabresi che hanno mantenuto viva per secoli la tradizione dei telai, una vera e propria arte che richiede dedizione e impegno. Non a caso, i telai tradizionali prevedevano la gestione contemporanea di 1.800 fili di ordito, che dovevano essere intrecciati con precisione matematica per ottenere il disegno prescelto.
Oltre a rinvigorire questo antico artigianato, Cangiari ha anche deciso di puntare sull’ambiente. Tutti i materiali utilizzati sono sostenibili e biologici, come confermato dai più rigidi standard della certificazione G.O.T.S. Sostenibilità che non è solo ambientale, ma anche sociale, con una filiera cooperativa partecipata dagli stessi lavoratori e percorsi speciali di inserimento lavorativo.
Le collezioni riflettono questa attenzione con uno stile curato e intramontabile, che si sviluppa dai classici maglioni passando per le felpe, dagli abiti in maglieria fino a giacche e giacconi. Dal Gilet Idra in lana cotta biologica al poncho Krater in cotone bio, lana vergine e alpaca, fino al maglione-top Faggio in trama bizantina.
Tutti i capi sono disponibili sul sito ufficiale, con prezzi a partire da circa 370 euro.
Filotimo: innovazione con canapa e ortica
Anche Filotimo, azienda veneta sempre più apprezzata nell’universo della maglieria, ha deciso di sposare un approccio più sostenibile alla creazione di splendidi abiti. Questa realtà ha fatto dell’artigianato italiano la propria colonna, creando una vera e propria rete di fornitori sparsi per tutto il territorio. E non solo le materie prime vengono trattate secondo pratiche tradizionali e a basso impatto, ma tutto l’intero processo è certificato.
Dalla raccolta delle fibre naturali presso i fornitori alla loro lavorazione a basse emissioni, Filotimo è in grado di ricavare filati animali e vegetali con pochissimi costi ambientali. Non solo la classica lana e il cotone, ma anche alternative sempre più richieste e apprezzate come la canapa, il cotone biologico e certificato e il lino. Di particolare interesse è anche la seta buretta, che si raccoglie solo quando il baco ha terminato la sua metamorfosi senza così alterare il suo ciclo di vita e ucciderlo, a cui si aggiunge un particolare filato ricavato dall’ortica. Ovviamente, non urticante.
Le collezioni sono ricche di idee alla moda, perfette per ogni occasione. Dalla classica maglia rasata in lana merino, passando per gli eleganti maglioni a costa inglese, vi è l’imbarazzo della scelta. E non solo maglioni: camicie, giacche, abiti corti e lunghi, nonché uno sguardo sui tessili della casa: tutto sempre nell’ottica di rispettare la natura.
Tutti i prodotti sono disponibili sul sito ufficiale, con prezzi a partire da circa 70 euro.
Artknit: lunga durata per una moda “zero-waste”
Filiera a chilometro zero e approccio zero spreco: sono questi due dei principi che alimentano Artknit Studio, una realtà nata a Biella nel bel mezzo della valle della lana italiana. Gli obiettivi dichiarati sono semplici: ridurre i consumi con prodotto che siano duraturi, rendere accessibile il lusso a tutti e sposare una produzione completamente etica, sia nella scelta dei materiali che nella valorizzazione del capitale umano.
Per farlo, Artknit ha scelto un modello “business direct-to-consumer”, per tagliare sensibilmente i costi ambientali dovuti agli intermediari di mercato. Ancora, i partner di Artknit sono tutti italiani e a chilometro zero, per limitare le emissioni dovute alla produzione, e vengono scelte unicamente fibre naturali. E se questo non bastasse, questa realtà si impegna anche in una filosofia “zero-waste”, a partire dall’assenza di collezioni stagionali per preferire capi che superino le mode passeggere e durino tutta la vita.
I capi di Artknit sono disponibili sia per l’acquisto immediato che in modalità “made-to-order”, ovvero realizzati solo dopo l’effettiva richiesta del consumatore. In questo modo, si evitano sprechi producendo solo ciò che davvero serve. Sul fronte maglieria, i tagli sono tutti molto eleganti, con una predominanza della lavorazione a coste, sempre molto attuale. Dai sempreverdi gilet smanicati, passando per i maglioni con scollo a “U” e a “V”, non mancano cardigan, lupetti, dolcevita e molti altri ancora. E in più una lunga serie di accessori, a partire dai caldi cappellini.
Tutte le proposte sono disponibili sul sito ufficiale, con prezzi a partire da circa 90 euro.
Sartoria Vico: l’hub della maglieria sostenibile
Tra le realtà più giovani e dinamiche della maglieria più sostenibile, emerge il nome di Sartoria Vico. Il progetto, nato in quel di Milano, si caratterizza per un approccio moderno e contemporaneo all’antica arte del filato, senza però abbandonare le tradizioni. E il tutto nell’ottica della sostenibilità, con partner certificati e artigiani specializzati nella lavorazione a basso impatto delle materie prime, per maglie durature e di elevata qualità.
Sartoria Vico è una vera e propria famiglia, fatta di tanti produttori locali e perlopiù a chilometro zero, che lavorano in sinergia per ridurre al minimo i costi ambientali legati a trasporto e produzione, il tutto senza lesinare la qualità finale del prodotto. Un occhio di riguardo è poi garantito alle fibre di origine vegetale, certificate e ricavate secondo antichissime procedure.
Il risultato è rappresentato da maglioni decisamente alla moda ma allo stesso tempo dallo stile intramontabile, che si adattano perfettamente al corpo femminile, valorizzando le forme di qualsiasi tipologia di corpo. Dal classico girocollo Turtle a righe, passando al Sailor Jumper con scollo a V, fino al bellissimo maglione Cloud a trama larga: l’eleganza è assicurata per qualsiasi occasione.
Tutte le proposte di Sartoria Vico sono disponibili sul sito ufficiale, con prezzi a partire da circa 200 euro.
Insomma, concedersi un caldo abbraccio in un morbido maglione non è solo il modo migliore per trascorrere le stagioni più fredde, ma anche l’occasione per rinnovare il nostro guardaroba in un’ottica più sostenibile!
No Comments