A chi non è mai capitato di acquistare della marmellata o della confettura di produzione industriale, magari per rendere più dolce e sana la colazione? Per quanto molte proposte siano abbastanza soddisfacenti sul fronte del sapore, basta leggere l’etichetta per accorgersi quanto siano lontane dalle marmellate e dalle confetture fatte in casa. Conservanti, aromi e dolcificanti artificiali sono solo alcuni dei problemi di questi prodotti, per non parlare della scarsa concentrazione di frutta. Ma che fare?
È imperativo imparare a leggere correttamente le etichette, essere consapevoli dei rischi e, possibilmente, scegliere sempre marmellate e confetture da produzione biologica.
Marmellata e confettura: le distinzioni di legge
Innanzitutto, è necessario comprendere la differenza tra marmellata e confettura, poiché definita dalla legge e, di conseguenza, indispensabile anche per interpretare correttamente le etichette.
Per quanto nel linguaggio comune i due termini vengano utilizzati come sinonimi, in realtà vi è una precisa differenziazione, riconosciuta anche dalla legge. Il D.Lgs. 50/2004, che recepisce la Direttiva Europea 2001/113/CE, infatti specifica che:
- sono marmellate solo i prodotti a base di agrumi – arance, limoni, mandarini, pompelmi – purché presentino un contenuto minimo di frutta pari al 20%;
- sono confetture i prodotti che contengono le altre tipologie di frutta, quindi fatta eccezione per gli agrumi, purché contengano almeno il 35% di frutta. Se la concentrazione supera il 45%, si parla allora di “confettura-extra”.
Leggere l’etichetta: cosa contengono marmellate e confetture industriali
Quando si decide di acquistare della marmellata o della confettura di produzione industriale, bisogna procedere sempre con una certa attenzione. A seconda della qualità del prodotto, potrebbero essere presenti ingredienti o additivi non sempre amici della salute, tanto da differenziarle enormemente dalle alternative fatte in casa. Ma cosa controllare in etichetta?
Il primo fattore da verificare è la percentuale di frutta utilizzata, che deve essere esplicitamente riportata in etichetta. Come già visto, le marmellate devono contenere almeno il 20% di agrumi e le confetture almeno il 35% di altra frutta. Affinché il prodotto possa considerarsi sufficientemente di qualità, è sempre meglio orientarsi su concentrazioni almeno al 45-50%. Per confronto, basti pensare che la maggior parte delle classiche preparazioni casalinghe preveda un rapporto minimo di 1:1: il 50% di frutta e il 50% di zucchero, una configurazione peraltro tra le più sicure contro il botulino.
Dopodiché, mentre le marmellate e le confetture fai da te vengono realizzate sostanzialmente con frutta, zucchero e tanta pazienza, quelle commerciali possono prevedere numerosi altri ingredienti. In particolare:
- dolcificanti alternativi al saccarosio, come lo sciroppo di glucosio o di fruttosio, ottenuto dalla trasformazione enzimatica dell’amido di mais, di patate, di riso o di frumento. È molto economico, più del saccarosio, ed esalta la dolcezza dei cibi, rendendoli anche più granulosi e gelatinosi;
- conservanti artificiali, sebbene le normative vigenti non li impongano. Alcuni prodotti, soprattutto quelli qualitativamente inferiori, possono contenere elementi come il sorbato di potassio (E202) o il benzoato di sodio (E211);
- additivi, come la pectina (E440), un gelificante di origine naturale utilizzato per rendere marmellate e confetture più compatte. Come facile intuire, la pectina non ha impatti negativi sulla salute;
- acidificanti, per correggere sia il pH del prodotto che equilibrarne il sapore, di cui il più comune è l’acido citrico (E330). Anche in questo caso, si tratta di un ingrediente sicuro, da sempre usato in campo alimentare.
- coloranti, ammessi tuttavia solo per alcune tipologie di confetture – lamponi, uva spina, ribes rosso, prugne e lamponi – anche se solitamente sono di origine naturale. Si impiegano soprattutto l’enocianina, ricavata dalla buccia dell’uva nera, oppure il succo di barbabietola rossa. Ovviamente, se il colorante è di origine naturale, non desta preoccupazioni.
I problemi degli ingredienti di origine industriale
Ma quali sono i problemi legati agli ingredienti di marmellate e confetture di origine industriale? Il principale è legato al ricorso allo sciroppo di glucosio o di fruttosio che, per quanto molto dolcificante ed economico, non è propriamente un alleato della salute:
- aumenta sensibilmente l’indice glicemico del prodotto che, unito a un’alimentazione ricca di alimenti processati, può aumentare il rischio di sviluppare diabete di tipo 2;
- può avere un effetto sull’aumento dei trigliceridi, perché il fruttosio in eccesso viene metabolizzato dal fegato, con un possibile aumento del rischio cardiovascolare;
- può comportare problematiche al fegato, per un accumulo di grassi che vengono accumulati a livello epatico;
- può comportare stati infiammatori, in particolare agli organi digestivi, nonché aumentare il rilascio di radicali liberi, i principali responsabili dell’invecchiamento cellulare.
Le conseguenze di una dieta ricca di questi zuccheri possono essere addirittura maggiori e, sebbene non vi siano ancora disponibili degli studi finali, alcuni esperti ritengono che l’eccesso di tali zuccheri possa favorire il proliferare di cellule per alcune tipologie di tumore.
Non vi sono invece profili di preoccupazione per la pectina, una sostanza ricavata da frutta come la mela, così come da correttori di acidità come l’acido citrico. I conservanti di sintesi, invece, possono determinare reazioni allergiche, orticaria, problemi cutanei e alterare il microbiota intestinale. Alcuni di questi, inoltre, possono alterare il corretto assorbimento delle vitamine, in particolare la vitamina C.
Cosa evitare quando si acquistano marmellate e confetture
Fatte queste premesse, cosa evitare quando si vuole comunque acquistare una marmellata oppure una confettura di produzione industriale? In linea generale, bisognerebbe prestare attenzione a:
- il contenuto in frutta che, come già visto, è indice di qualità. In particolare, attenzione massima con le confetture, meglio attestarsi sempre attorno al 45-50%;
- i dolcificanti e gli zuccheri impiegati, poiché i prodotti più salutari sono realizzati con saccarosio, anziché con sciroppo di glucosio o di fruttosio;
- alla tipologia di conservanti impiegati, soprattutto se si è soggetti ipersensibili, si hanno allergie alimentari pregresse oppure disturbi digestivi e intestinali;
- all’impiego di coloranti, tutt’altro che necessari per questa tipologia di alimenti.
Per andare sul sicuro, bisognerebbe sempre preferire confetture e marmellate di produzione biologica, realizzate senza conservanti dannosi e, peraltro, senza il rischio di contaminazione della frutta con pericolosi pesticidi. Gustare un’ottima colazione, senza danneggiare la salute, è in definitiva possibile: basta prestare attenzione quando si fa la spesa!
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