Green lifestyle

Mascherine riciclate e riciclabili


Le alternative green ai dispositivi di protezione individuale per contrastare il virus

Nonostante l’arrivo del vaccino che, con buone probabilità ci aiuterà ad uscire da questa pandemia, nessuno si è illuso che le mascherine sarebbero diventate immediatamente un brutto ricordo. A quanto pare i dispositivi di protezione individuale ci accompagneranno nella vita quotidiana ancora per un po’! Per questo è necessario superare il concetto di usa e getta e iniziare a pensare a soluzioni green per ridurre l’enorme impatto ambientale che queste hanno sul pianeta. Lo smaltimento delle mascherine, come era prevedibile, sta diventando un problema molto serio e rischia di andarsi a sommare ai tanti fronti aperti che ancora abbiamo nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti. Tutte le mascherine monouso, tanto quelle chirurgiche quanto le più performanti, come le ffp2 e ffp3, privilegiate come prima scelta nell’uso quotidiano, sono basate sull’utilizzo di più strati di tessuto non tessuto in materiali plastici, normalmente polipropilene o poliestere, per ottenere il filtraggio e l’impermeabilità richiesti. Tutti materiali non riciclabili che vanno conferiti nella raccolta indifferenziata e che fanno più danni della plastica usa-e-getta. Sin dai primi giorni di pandemia abbiamo iniziato a liberarci senza troppa cura di mascherine e guanti usa e getta: strade, parchi e marciapiedi sono diventati il ricettacolo più visibile dei dispositivi di protezione che utilizziamo ogni giorno. 

Per fortuna, per far fronte a questa emergenza nell’emergenza si è mobilitata anche la Scienza mettendo a punto mascherine in materiali riciclati e riciclabili ad alta efficienza prestazionale da riutilizzare più volte. Ma non solo: nella prima fase della pandemia, vista la grande richiesta di mascherine protettive e considerate le generali difficoltà che molti hanno avuto nel reperirle, anche diverse aziende e piccole imprese che prima facevano altro, hanno convertito la loro produzione in modo da riuscire a realizzare mascherine riutilizzabili, composte da un solo materiale o da più materiali facilmente scomponibili per avviarle a riciclo. Tutti prodotti da riutilizzare e riusare, attraverso il cambio di un solo pezzo, il filtro, dopo un’operazione di lavaggio in acqua calda e con una semplice igienizzazione a base di alcol. 

Ecco quindi una carrellata di soluzioni green italiane e internazionali che, grazie a idee innovative e riuso, permettono di ridurre l’impatto ambientale dei dispositivi di protezione individuale:

Cliu Mask

Mascherina Hi-tech

Tra le nuove proposte nel mercato delle mascherine riutilizzabili spunta Cliu mask, un progetto italo spagnolo che, per la sua realizzazione, utilizza filtri in materiali bioattivi con forte attività antimicrobica, originati da scarti agroalimentari e forestali, realizzati in collaborazione con Siena BioActive, uno spin-off del Dipartimento di biotecnologie dell’Università di Siena. Il design a “museruola” consente la rapida scomposizione dei diversi materiali a fine vita, per facilitare il riciclo o il recupero separato. Ne esiste anche una versione Pro dotata di bluetooth, microfono e sensori, utilizzabili, insieme all’app integrata, per monitorare il respiro e lo stato di salute personale, in relazione alla qualità dell’aria esterna. Viene offerta anche la possibilità di un abbinamento a una lampada integrata a raggi Uv per la sanificazione.

Leaf Mask

Mascherina autopulente

Leaf mask è una mascherina trasparente made in Usa, realizzata con gomma siliconica, biocompatibile e classificata di grado N100 (un filtro antiparticolato in grado di filtrare il 99,97% delle particelle sospese nell’aria). E’ riutilizzabile e riciclabile al 100% grazie al design monocomponente. Il telaio strutturale rigido, separabile per favorire il riciclo dei componenti, utilizza policarbonato ad alte prestazioni, resiliente e riciclabile. Anche i filtri, sostituibili, sono riciclabili al 100%. Leaf mask è autopulente, grazie all’adozione della tecnologia auto sterilizzante UV-C (un metodo di sterilizzazione senza contatto, testato per distruggere i microbi). La sterilizzazione inizia dieci minuti dopo che la maschera è stata tolta e, una volta collegata a una presa Usb, richiede due minuti per essere completata. Leaf Mask è dotata di filtri Hepa (High efficency particulate airfilter) in grado di contrastare l’inquinamento atmosferico e di rimuovere fino al 99,97% di tutti i particolati presenti nell’aria con diametro superiore a 0,3 μm. Infine la maschera offre la possibilità di addizionare al tessuto del filtro N95 di espirazione, olii botanici naturali al 100%.

Mymic

Mascherina inclusiva 

Mymic è la proposta francese di una mascherina inclusiva, pensata per essere durevole e sostenibile. Con Mymic infatti, è stata creata una soluzione di una maschera trasparente e integrativa, realizzata in plastica trasparente morbida di origine biologica, che mantiene in vita la comunicazione non verbale, soprattutto per tutte le persone che sono costrette a leggere i movimenti delle labbra. Questa mascherina utilizza filtri tessili che vanno sostituiti ogni quattro ore, ma che possono essere lavati in lavatrice. Dispone inoltre, di un contenitore in tessuto, flessibile, per portarla sempre con sé e riporla quando non è in uso, mentre una piccola tasca aggiuntiva consente di riporre i filtri usati e un’altra di contenere quelli di ricambio. Dietro questa innovazione c’è una squadra internazionale di giovani designer.

Le mascherine di comunità in materiali riciclati o naturali

Eco 2 Mask

Mascherina in carta riciclabile

Si chiama Eco 2 Mask ed è una mascherina in carta filtro “MASK E20” (doppio strato) elaborata con una speciale carta ottimizzata con fibre di cotone per renderla più morbida e confortevole al contatto con la pelle. Si tratta di un prodotto concepito con un’attenzione particolare all’ambiente, poiché il cordoncino messo in dotazione può essere riutilizzato gettando via esclusivamente la parte che è andata a contatto diretto con il viso. Inoltre, la carta filtro “MASK E20″ è atossica (la sua composizione è studiata per creare un ambiente che è chimicamente sfavorevole alla sopravvivenza dei virus) biocompatibile secondo ISO 10993-1:2010, non irritante, monouso. E una volta utilizzata va semplicemente va riciclata e recuperata nella carta.

Ecoalf

Mascherina in poliestere riciclato

Dal brand Ecoalf, azienda spagnola fondata nel 2009 con l’obiettivo di creare la prima generazione di prodotti riciclati di qualità, design e tecnici, nasce la prima mascherina in tessuto agli ioni d’argento, in grado di eliminare virus e batteri. Prodotta con poliestere riciclato e riciclabile al 100%, in modo da proteggere anche l’ambiente, si avvale della tecnologia Silverplus che offre protezione igienica e freschezza con un livello protettivo del 70% dalla filtrazione delle particelle. Mantiene le sue proprietà fino a 60 lavaggi e possiede comodi cordini regolabili dietro le orecchie, oltre ad essere certificata dagli Standard Europei CEN (European Commitee for Standartization). 

Maeko Tessuti

Mascherina in fibra di canapa 

Anche la canapa è divenuta proposta alternativa alle mascherine chirurgiche monouso. L’italiana Maeko, azienda specializzata in tessuti e filati naturali, ha realizzato mascherine chirurgiche riutilizzabili in fibra di canapa, che ha un effetto naturalmente battericida, e uno strato interno in nylon (quindi senza l’uso di alcuna sostanza chimica impermeabilizzante) per il blocco degli aerosol. Tutte le varianti sono lavabili e gli strati sono separabili, per permettere un riciclo differenziato. I materiali di scarto infine, possono essere utilizzati come fertilizzanti organici ed evitare così di creare scarti dannosi per l’ambiente. Maeko è una delle tante aziende tessili che, in occasione della pandemia, ha convertito la produzione per far fronte alla carenza di mascherine durante la prima fase del Covid. Le mascherine Maeko sono disponibili fino ad esaurimento scorte perché l’azienda ha deciso “di tornare a dedicare tempo ed energie alla produzione di filati e tessuti”, come prima della pandemia.

Innbamboo

Mascherina in fibra di bambù

Dopo la canapa non poteva assolutamente mancare il bambù, tra le fibre naturali più traspiranti e antibatteriche presenti in natura. Bamboo Masque è la prima mascherina a uso civile in tessuto misto bambù e lino, biodegradabile ed ecosostenibile, pensata per coniugare l’esigenza in termini di igiene e sicurezza con stile, comfort e vivacità, e un disegno in linea con i propri gusti. Composta da un interno caratterizzato dalla fattura irregolare e delicata e da un esterno idrorepellente in grado di assicurare un’adeguata funzione di filtraggio e protezione, Bamboo Masque è anallergica e antibatterica e può essere lavata, in modo da essere riutilizzata nel tempo.

I contenuti di questo post non sono legati a nessun tipo di operazione commerciale.

Le aziende e i prodotti segnalati sono stati recensiti di mia iniziativa e in base ai miei gusti e valori.

Tessa Gelisio

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