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Occhio al biometano


Biometano: fonte rinnovabile e fonte che rispetta l’economia circolare, che può essere utilizzata per produrre energia, e come carburante.

Abbiamo già parlato della situazione energetica in Italia, e di come la nostra nazione sia riuscita a raggiungere gli obiettivi del Piano d’Azione Nazionale per le energie rinnovabili (PAN), ma la lotta ai cambiamenti climatici è solo all’inizio e in quest’ottica è necessario essere consapevoli di quali siano le diverse strade possibili verso la decarbonizzazione. Anche se non del tutto sfruttate a dovere, le possibilità per essere più green energeticamente, sono tante, ed oggi mi voglio soffermare sul biometano, non solo una fonte rinnovabile, ma una fonte che rispetta i criteri dell’economia circolare e che può essere utilizzata per la produzione di energia, ma anche come carburante per i trasporti!

CHE COSA È E COME SI PRODUCE

Foto: SNAM

Il biometano è una fra le fonti di energia rinnovabile e si ricava dalla raffinazione di quelli che vengono chiamati biogas. Quindi per capire che cosa è il biometano è necessario innanzitutto capire cosa sono i biogas.

Il biogas è il frutto della fermentazione, da parte di batteri, di sostanze di origine organica (animale o vegetale) che deriva da residui agricoli, reflui zootecnici o fognari, colture di integrazione, frazione organica dei rifiuti urbani (ovviamente raccolti in modo differenziato); insomma tutta quella biomassa derivante da attività agricole, industriali o dai rifiuti urbani.

Il biogas è composto dal 45 al 70% da metano e nella parte restante da anidride carbonica ed altre sostanze presenti in minor percentuale (ossido di carbonio, azoto, idrogeno, idrogeno solforato). Attraverso la raffinazione del biogas, si ottiene un prodotto con le stesse proprietà chimiche, ma che può essere trasportato sfruttando le stesse infrastrutture utilizzate per il metano. Quindi successivamente alla produzione di biogas, il biometano si ottiene attraverso una fase di upgradind, ossia la fase di rimozione di tutte quei componenti non necessarie e non compatibili con l’immissione in rete, sostanzialmente avviene una purificazione del metano.

Lo so, probabilmente ve lo starete chiedendo: come può un gas essere bio? La CO2 rimanente dove va a finire? Ma, ascoltatemi, non siate diffidenti e proseguite nella lettura.

BIOMETANO: UN GAS BIO?

Il biometano, nonostante sia un gas, è considerato innanzitutto una fonte neutrale da un punto di vista di emissioni e totalmente rinnovabile, poiché la sua produzione avviene attraverso l’utilizzo di scarti e materiale organico, che in ogni caso produrrebbero emissioni!

Per il biometano agricolo, per esempio, è riconosciuto che le emissioni di CO2 prodotte durante il ciclo produttivo siano uguali alla quantità di anidride carbonica assorbita dalle colture durante la fase di crescita, rendendo il processo neutrale da un punto di vista ambientale. Ma non è finita qui. Il processo, poi, da neutrale, può diventare “negativo” (sempre da un punto di vista delle emissioni) in caso in cui l’anidride carbonica prodotta e separata nella fase di purificazione del biogas, venga utilizzata per usi industriali, una sorta di “riciclo” della CO2.

Probabilmente basterebbe già solo questo per capire le potenzialità di questa fonte rinnovabile: una fonte energetica (e non solo) derivante dai nostri stessi scarti. Ma in realtà i benefici del biometano sono tanti altri.

NON SOLO VANTAGGI, MA ANCHE BENEFICI DOVUTI AL BIOMETANO

Il biometano oltre a favorire il processo di decarbonizzazione, rende possibile anche la restituzione al terreno di sostanza organica. Difatti quello che rimane dopo il processo di digestione anaerobica, ossia il digestato, è un ottimo fertilizzante non solo in grado di arricchire e nutrire il terreno, ma di farlo anche in modo naturale; è quindi utilizzabile in alternativa ai fertilizzanti di origine fossile, di sicuro non amici dell’ambiente.

Foto: Asja

Grazie a questa peculiarità, ossia la produzione “indiretta” del compost, la produzione del biometano rientra perfettamente nei criteri dell’economia circolare, poiché il rifiuto organico viene prima trasformato come risorsa (biometano) e poi reimmesso nel ciclo produttivo (compost).

Inoltre il biometano è in grado di ridurre in modo significativo le emissioni del settore agricolo, che come  sappiamo bene sono una bella percentuale dei gas climalteranti (14%)oltre e a restituire al terreno sostanza organica.

Oltre a questi benefici, vediamo gli altri vantaggi:

  1. Minimizza i costi di decarbonizzazione: non necessita di nuovi investimenti in infrastrutture e aiuta a valorizzare scarti e sottoprodotti
  2. Contribuisce a ridurre significativamente il volume di rifiuti da conferire in discarica ed elimina il problema delle emissioni odorigene (puzzolenti).
  3. È un biocarburante a bilancio neutro di CO2 in atmosfera e, diversamente da altre forme di energia pulita, permette una produzione continuativa, programmabile e accumulabile.
  4. Per l’economia, perché consente di ridurre l’importazione di gas naturale favorendo la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro e perché rende possibile la gestione integrata dei rifiuti evitando i costi derivanti dal trasporto e dallo smaltimento degli stessi in altri comuni/regioni/paesi.
  5. Il suo utilizzo può avvenire per tutti gli usi energetici (anche come carburante nel settore dei trasporti)

AD OGGI GLI UTILIZZI DEL BIOMETANO

Il biometano è una fonte pulita che può essere utilizzata sia per la produzione di energia elettrica che termica e anche come carburante per i trasporti, compresi i mezzi pesanti; altra peculiarità del biometano, vista la scarsità di risorse energetiche rinnovabili applicabili per i trasporti.

Da uno studio della GSE (Gestore Servizi Energetici) si evince che il mix energetico italiano è formato per il 40% dal biometano. Mentre nel report del ministero della transizione ecologica “La situazione energetica nazionale nel 2021” si legge che a fine 2021 gli impianti che risultano allacciati alla rete Snam rete Gas (Società Nazionale Metanodotti) sono 46, mentre 4 sono gli impianti allacciati a rete di distribuzione.

In conclusione, c’è una crescita chiara nell’uso del biometano che sicuramente accelererà in un futuro, ma in questo scenario risulta sempre più necessario un chiaro sostegno politico per attirare più investimenti nel settore e sbloccare il pieno potenziale del biometano.

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