Punto di vista

Quando il verde ti fa vedere il futuro meno nero


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Professioni e mestieri della green economy offrono opportunità ai giovani e ai più esperti occasioni per reinventarsi

 

Molte organizzazioni internazionali si sono sbilanciate pubblicando dati entusiastici sulla nuova frontiera verde del lavoro. L’International Labour Organization un paio di anni fa prospettava addirittura fino  a 60 milioni di posti lavoro in più in tutto il mondo industrializzato per gli specialisti dell’ambiente e della sostenibilità. Ora, la crisi è stata così nera da toglierci la voglia di essere ottimisti ma, senza dubbio, i cosiddetti “green jobs” rappresentano tuttora una prospettiva per molti giovani e non più giovani costretti dal crollo dell’economia a riciclarsi. Gli ingegneri rimangono quelli più adattabili alle nuove professioni ecofriendly in quanto spesso si tratta di profili esperti in tecnologia. Ma il green non è un colore solo per laureati. Diversi mestieri tradizionali, possono essere aggiornati e ricolorati della tinta giusta: il verde-

 

Ecco un piccolo elenco di quelle professioni che nei prossimi anni potranno avere una marcia in più.

 

Progettisti per l’ottimizzazione energetica

In Europa un terzo del consumo energetico è indirizzato al riscaldamento e condizionamento degli edifici civili, in altre parole, delle nostre case. Ormai la classe energetica è una delle prime caratteristiche che andiamo a sbirciare prima di acquistare casa. In fondo qual è una delle spese più grandi per ogni famiglia italiana se non quella energetica? A fianco di architetti e installatori nei prossimi anni potrebbe (e dovrebbe) prendere piede la figura dell’esperto di efficientamento energetico, un tecnico in grado di dare chiare e precise indicazioni sul come concepire un edificio perché sia a consumo quasi zero e praticamente autosufficiente grazie allo sfruttamento di fonti rinnovabili. I master per questo tipo di profilo si stanno moltiplicando e spesso sono di ottima qualità come, per esempio, quelli del Politecnico di Milano – https://www.impiantisolarinews.it/efficienza-energetica-un-corso-avanzato-per-i-professionisti-delledilizia/.

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Installatori di sistemi basati su energia rinnovabile

Gomito a gomito con gli esperti di efficientamento energetico operano ovviamente gli installatori. E non solo di impianti fotovoltaici, ma anche pompe di calore, impianti solari termici e mini eolici, insomma di tutte quelle tecnologie concepite per produrre energia rinnovabile per edifici privati e pubblici. Tutte attività che richiedono profili tecnici precisi e la capacità di fornire servizi mirati in base alle richieste dei clienti che, va da sé, cambiano di volta in volta. Nonostante la contrazione del fotovoltaico dovuto alla  politica i, le installazioni di tecnologie energetiche verdi prenderà sempre più piede parallelamente alla crescente necessità di risparmio energetico ed ottimizzazione degli edifici.

 

Bio architetti

La bioarchitettura è una disciplina che comincia a prendere piede. Dagli anni ’80 ad oggi ne ha fatta di strada e in tutte le facoltà di architettura si affronta il tema della sostenibilità in termini di materiali e integrazione delle nuove costruzioni nell’ambiente circostante. In poche parole, il bioarchitetto progetta con un occhio all’ecologia e un orecchio alla salute senza dimenticare le necessità energetiche. Per diventare bioarchitetti bisogna intraprendere il corso di studi di architettura e quindi specializzarsi.

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Esperti nella gestione dei rifiuti

Il problema della gestione dei rifiuti è da qualche anno diventata una questione ben chiara a tutti i cittadini che hanno dovuto imparare a differenziare e hanno compreso cosa significhi non farlo grazie a terribili fatti di cronaca (la Terra dei fuochi vi dice niente?). Ma i rifiuti sono anche una risorsa. Aziende partecipate, consorzi e società private hanno trasformato la spazzatura in nuove materie prime riutilizzabili e… denaro. Più si allunga la lista dei materiali riciclabili più si ampliala possibilità di trovare lavoro nel settore a tutti i livelli: dalla logistica del rifiuto, al suo stoccaggio fino al suo riciclo. In Europa la filiera dei rifiuti occupa la bellezza di 2 milioni di persone. E ce ne sarà sempre più bisogno. Ingegneri, biologi, esperti in logistica, amministrativi, chimici… I profili che possono accedere a una specializzazione nel settore sono i più disparati. Non mancano i master per i laureati e i corsi di specializzazione per i diplomati: prego signore esignori, il mercato dei rifiuti è aperto!

 

Monitoraggio ambientale

E’ cosa nota: chi ha una laurea in biologia o scienze ambientali e tutti i corsi legati alla gestione delle risorse naturali ha spesso problemi a trovare lavoro. In questo caso un ottimo impiego può essere fornito, nel privato come nel pubblico nel monitoraggio ambientale. Chimici, biologi e naturalisti possono essere impiegati per monitorare l’impatto delle attività umane così come la bonifica di territori inquinati. Non solo le aziende regionali deputate al controllo del territorio ma anche aziende private di analisi, settore industriale e uffici di consulenza possono offrire opportunità per un impiego sempre più sicuro e ben remunerato. Occhio ai concorsi regionali ma anche alla grande industria che all’ambiente deve fare caso, eccome!

 

Certificatori

Se si opera nel campo dell’ambiente o si parla in generale di controllo di filiera e di prodotto i certificatori rappresentano una delle categorie chiave nel mondo dell’economia green. Chi mi garantisce che un’attività produttiva sia sostenibile? Chi mi garantisce che un prodotto sia bio? Chi mi garantisce che le norme di sicurezza ambientale in uno stabilimento vengano rispettate? Chi mi garantisce che questa carta provenga da foreste gestite in manierta sostenibile? I certificatori, chi se no? Operano per enti privati o pubblici e il profilo richiede un alto grado di specializzazione. Più aumenterà la richiesta di controllo del settore verde più certificatori verranno richiesti. E l’Italia è la patria dei controlli… Esistono corsi promossi da enti privati e pubblici facilmente reperibili in rete e offerti quasi ovunque sul territorio nazionale.

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Agricoltura bio

Il mercato dei prodotti biologici nel nostro paese (e non solo) cresce ogni anno. Nel 2014, in piena crisi, è aumentato del 17% e ormai la superficie coltivabile italiana è occupata per il 10% da colture bio. Quindi? Qual è il consiglio? Se sei un imprenditore agricolo comincia a pensare seriamente a una riconversione verso la produzione organica. Soprattutto per i giovani imprenditori agricoli che usano internet, cominciano ad avere nozioni di marketing e soprattutto strizzano l’occhio anche ai mercati stranieri, la produzione bio italiana rappresenta un’opportunità. Si preparino però: produrre bio non è una passeggiata. I controlli,  per esempio,sono tantissimi, fitti e molto più frequenti di quelli prevista per l’agricoltura e l’allevamento tradizionali. Quindi: il bio è il top ma solo per fortemente motivati!

 

Ecostyle

Chiedete a un tedesco, un inglese e un cinese cosa pensano dell’Italia, tutti risponderanno: ottimo cibo e moda (qualcuno citerà anche le automobili). Ok, ok, sono luoghi comuni che ci stanno un po’ stretti… Ma che c’è di male a essere famosi per la moda o il buon cibo? Anzi, è un fama che ci meritiamo e di cui possiamo vantarci. Una volta tanto. Anche la moda, dopo anni di scandali umanitari e ambientali ma che è anche terreno di grande sperimentazione, si è lanciata nell’utilizzo di nuovi materiali sostenibili. I giovani designer adorano esplorare le nuove possibilità offerte da tessuti alternativi o alla riscoperta: dalla fibra di latte alla canapa, dalla gomma riciclata ai colori naturali un mondo di possibilità tutte green. Ecco che l’ecostyle diventa la frontiera per tutti i giovani che entrano nel mondo della moda. Richiesto spirito di impresa e coraggio da leoni, ma lo spazio c’è.

 

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Dalle oscenità tossiche utilizzate dai parrucchieri cinesi alle sostanze nocive nascoste nei prodotti di marchi anche famosi… tristi scoperte che non hanno fatto altro che farci venire una gran voglia di natura in testa. Shampoo eco e colori naturali sono gli strumenti del mestiere per i parrucchieri che pensano in verde. Vi sembrerà una forzatura ma in realtà anche per un mestiere antico come questo il rispetto per la persona e per l’ambiente offrono lo spunto per aprire un futuro inaspettato per tanti professionisti del settore attenti al mood delle loro clienti.

 

 Chef bio

Che fare dopo la scuola alberghiera? Seguire le impronte dei grandi chef e ristoratori è la tendenza più naturale e allora chi è del mestiere, o ambisce ad esserlo, non può ignorare che uno dei punti fermi della cucina, specialmente in Italia, è la genuinità. E cosa c’è di più genuino di un prodotto bio di stagione a chilometro zero? Se in più ci si aggiunge l’attenzione per il consumo energetico in cucina e allo spreco alimentare ecco tracciato il profilo dello chef bio. Per i giovani cuochi un master sulle produzioni locali e bio può aprire possibilità prima difficili da immaginare.

 

 

 

 

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