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Raccolta differenziata: gli errori da non fare


Tessa Gelisio, raccolta differenziata

La raccolta differenziata è ormai da anni un’abitudine più che consolidata per gran parte degli italiani, eppure ancora si commettono degli errori che potrebbero compromettere il corretto smaltimento dei rifiuti. D’altronde, tutt’oggi vi sono dubbi a cui non è semplice rispondere: dove va buttato il tetrapack, ad esempio? E le buste di plastica biodegradabile?

Come ho già accennato, fare la raccolta differenziata nel modo più corretto è fondamentale affinché i rifiuti possano essere adeguatamente smaltiti e, all’interno anche di un’ottica di economia circolare, riciclati e utilizzati per produrre nuova materia prima. Di seguito, uno sguardo alla raccolta differenziata in Italia e agli errori da non commettere.

La raccolta differenziata in Italia

Raccolta differenziata

Non si può dire che l’Italia non abbia fatto passi da gigante sul fronte della raccolta differenziata. Dopo qualche anno di stallo, dove la differenziazione dei rifiuti faticava ad affermarsi a livello nazionale, lo Stivale nel 2023 ha raggiunto un importante traguardo: è il Paese europeo che, proprio grazie alla separazione dei rifiuti, riesce a riciclare di più. Lo conferma Assoambiente, nel riportare come il tasso di avvio al riciclo è per l’Italia di ben l’83,2% di tutti i rifiuti raccolti, contro il 60,5% della Spagna, il 54,5% della Francia e il 44% della Germania.

A partire dal 2019, la quota della raccolta differenziata è cresciuta in praticamente tutte le Regioni. La migliore performance si registra nella Provincia Autonoma di Trento, con il 76,7% di conferimento differenziato sul totale dei rifiuti prodotti. Seguono il Veneto (76,1%), la Sardegna (74,5%) e la Lombardia (73,3%). In media, sono circa 450 i rifiuti per abitante l’anno che finiscono nella differenziata, per poi essere inoltrati a società specializzate in riciclo sparse per tutto il territorio. La porzione maggiormente raccolta è l’umido, seguono la carta, il vetro e, infine, la plastica.

Gli errori più comuni nella raccolta differenziata

Sapete che, conferendo nell’umido un rifiuto non compostabile, si rischia di compromettere la produzione di prezioso concime? E, ancora, sapete che gettare un contenitore non riciclabile nella plastica riduce sensibilmente le possibilità di riciclo? È per questo che dobbiamo prestare attenzione agli errori nella raccolta differenziata: ecco i più comuni.

Cartone della pizza: carta o indifferenziato?

Cartone della pizza

È uno dei dubbi più diffusi: dove si getta il cartone della pizza? E la risposta non è così immediata come potrebbe sembrare, dipende infatti dalle condizioni in cui si trova:

  • se non sono presenti residui di cibo o macchie di unto molto grandi, può essere gettato nella carta;
  • se ci sono residui di cibo incrostati va gettato nell’indifferenziata, rimuovendo le parti di alimento più corpose, che andranno invece nell’umido.

Tetra Pak: dove si butta?

Molti pensano che il Tetra Pak, il materiale che si utilizza per i cartoni del latte o per le confezioni di succo di frutta, debba essere gettato nella raccolta differenziata. Invece, si tratta di un rifiuto che può essere largamente riciclato. Le disposizioni variano da comune a comune ma, in linea generale:

  • nella maggior parte dei casi, può essere conferito nella carta;
  • alcuni comuni lo raccolgono nella plastica, in particolare in quei luoghi dove la raccolta di metalli, alluminio e plastica è congiunta.

Attenzione, però, a eventuali tappi: vanno rimossi e gettati, come facile intuire, nella plastica.

Oli esausti di frittura? Mai nel lavandino

Bisogna perdere la cattiva abitudine di gettare gli oli di frittura esausti nel lavandino: sono altamente inquinanti per gli ambienti acquatici, un solo chilogrammo di olio usato può contaminare fino a 1.000 quadrati di superfici d’acqua! Inoltre, danneggia sia la rete fognaria che gli impianti di depurazione.

Dove va quindi buttato l’olio? Serve portarlo presso appositi centri di raccolta, come le piazzole ecologiche presenti ormai ovunque, dove viene depositato in grandi barili per poter essere smaltito correttamente e, spesso, usato anche per creare biocarburanti.

Carta stagnola e confezioni di alluminio: si riciclano

Carta stagnola, raccolta differenziata

L’alluminio è uno dei materiali più riciclabili che esistano, può trovare una nuova vita praticamente all’infinito. Per questo, bisogna evitare di gettarlo nell’indifferenziato: finirebbe inutilmente in discarica. A meno che non vi siano residui di cibo o unto non eliminabili, unica situazione che consente il conferimento proprio nell’indifferenziato.

Ogni comune ha le sue regole per la raccolta di carta stagnola, confezioni in alluminio per alimenti e altri rifiuti simili: a volte è raccolto con il vetro, altre con la plastica, altre ancora con la latta.

Piatti e stoviglie di plastica: perché non riciclarli?

Molti pensano che piatti e stoviglie di plastica non possano essere gettati nella raccolta della plastica, poiché sporchi di cibo. Eppure, basta una sciacquata e il problema si risolve. Bisogna però verificare le disposizione del proprio comune, poiché alcuni chiedono di conferire nell’indifferenziato forchette e bastoncini per mescolare il caffè, non sempre semplici da riciclabile.

E se sono compostabili? In questo caso, possono essere conferiti nell’umido, sempre verificando le disposizioni comunali. Questi prodotti si degradano più lentamente rispetto ai rifiuti organici da cucina e, per questa ragione, non tutti i centri di raccolta li accettano.

Le bioplastiche? Dipende se sono compostabili

Raccolta differenziata delle bioplastiche

Negli ultimi tempi le bioplastiche stanno sempre trovando più spazio sulla grande distribuzione e, purtroppo, spesso in un’ottica di greenwashing. Non tutti sanno, infatti, che non sempre sacchetti e confezioni in bioplastica possono essere riciclati o, ancora, addirittura biodegradati. Come orientarsi?

  • le bioplastiche classiche vanno purtroppo conferite nell’indifferenziato, non possono essere infatti raccolte con la comune plastica;

nell’umido si potranno gettare unicamente bioplastiche marchiate come compostabili, purché di dimensioni non eccessive – come i sacchetti per la spesa – verificando sempre le disposizioni del proprio comune.

La lettiera del gatto va sempre nell’indifferenziato

Vi sono due importanti regole quando si gestisce la lettiera del gatto. La prima è quella di non gettarla mai nel WC, anche se specificato in confezione, poiché la sabbietta potrebbe sedimentare nelle tubature, causando anche danni importanti all’impianto idraulico di casa.

La seconda è quella relativa al corretto smaltimento. Va infatti gettata fra i rifiuti indifferenziati, anche quando biodegradabile, salvo diverse disposizioni del comune. Per quale ragione? Nell’umido non possono infatti essere conferiti materiali venuti a contatto con fluidi corporei e deiezioni, poiché potrebbero essere contaminati con germi e batteri anche molto pericolosi.

Fazzoletti e carta casa: non sempre vanno nell’umido

Fazzoletti di carta

A volte lo leggiamo direttamente sulle confezioni: fazzoletti e carta casa possono essere gettati nell’umido. In realtà, non è sempre così:

  • se leggermente inumiditi d’acqua, di residui di cibo o di cucina, possono essere conferiti nell’umido;
  • se sono presenti fluidi corporei – il fazzoletto usato per pulirsi il naso, ad esempio – o sono entrati in contatto con detersivi e altre sostanze inquinanti, vanno nell’indifferenziato.

Come ho già spiegato per la lettiera, non è infatti possibile gettare nell’umido sostanze che, per quanto compostabili, siano entrate in contatto con contaminanti.

Carta da forno: mai nella raccolta differenziata della carta

Un errore frequente nella raccolta differenziata è quello relativo alla carta da forno e, in generale, a tutte le carte oleate per i cibi – ad esempio, la classica busta per gli affettati. Questi materiali non possono infatti essere conferiti nella carta, come spesso si pensa.

E dove vanno gettati, allora? Purtroppo, nell’indifferenziato. Tuttavia, in vendita è disponibile la carta da forno compostabile, un’ottima soluzione per ridurre il nostro impatto ambientale.

Spazzolini da denti e altri prodotti per l’igiene: vanno nella plastica?

Spazzolino da denti

Anche se lo spazzolino da denti è realizzato in plastica, non può essere gettato nella raccolta della plastica. Questo perché si tratta di una tipologia di polimero ben diverso dal PET o dagli altri che vengono inoltrati agli impianti di riciclo. Va quindi gettato nell’indifferenziato o, ancora, recuperato in casa: ad esempio, un vecchio spazzolino è perfetto per le piccole pulizie domestiche, quali le fughe delle piastrelle.

E gli altri prodotti per l’igiene? Ecco cosa fare:

  • filo interdentale: va nell’indifferenziato, anche quando realizzato con fibre naturali;
  • batuffoli di cotone: sempre nell’indifferenziato e non nell’umido, poiché entrano in contatto con fluidi corporei, detersivi chimici o cosmetici;
  • dischetti struccanti: anche questi, sempre nell’indifferenziato, per gli stessi motivi dei batuffoli di cotone;
  • cotton fioc: la porzione in carta o legno – da qualche anno non si possono più commercializzare cotton fioc in plastica – può essere conferita nell’umido. La parte con il tamponcino in cotone, invece, è meglio gettarla nell’indifferenziato;
  • pannolini e assorbenti: come facile intuire, vanno sempre nell’indifferenziato, anche quelli biodegradabili, fatta eccezione per eventuali altre disposizioni del proprio comune di residenza. Esistono anche alternative compostabili, tuttavia da gettare anche queste nell’indifferenziato.

Cristalli, ceramica, pyrex e lampadine: dove si gettano?

Un errore davvero frequente nella raccolta differenziata? Gettare materiali non conformi nella raccolta del vetro. Quest’ultima è infatti destinata perlopiù agli imballaggi e ai rifiuti in vetro comune. Non si possono quindi buttare nella classica campana verde:

  • cristalli rotti, poiché il loro riciclo è diverso rispetto al vetro comune, poiché contengono piccole quantità di piombo;
  • ceramica e pyrex, perché contengono sostanze che possono alterare il processo di riciclo del vetro;
  • vetro decorato con metalli, ad esempi con inserti in alluminio, piombo o oro, poiché inficia il processo di riciclo.

Attenzione anche alle lampadine: sebbene il vetro utilizzato sia solitamente comune, le componenti interne – come i circuiti elettrici – impongono uno smaltimento nei RAEE.

Altri prodotti a cui prestare attenzione

Scontrini, raccolta differenziata

nfine, è utile prestare attenzione ad alcuni materiali che potrebbero non essere riciclabili o, ancora, per i quali la raccolta varia da comune a comune:

  • Scontrini e carta termica: purtroppo, trattandosi di una carta chimica, non sono riciclabili e per questo vanno gettati nell’indifferenziato;
  • penne e pennarelli: quando non diversamente indicato in confezione, non possono essere gettati nella plastica;
  • confezioni di biscotti, caffè e pasta: sono realizzati in materiali misti, non sempre riciclabili nella pasta. Se non specificato in confezione, devono essere conferiti nell’indifferenziato;
  • polistirolo: la raccolta del polistirolo insieme alla plastica varia da comune e comune. Quando non esplicitamente segnalato, deve essere quindi conferito nell’indifferenziato.

Per ogni dubbio di conferimento, esiste un’utilissima app per smartphone: Junker (iOS, Android) permette infatti di capire come smaltire qualsiasi tipo di rifiuto e, fatto non meno importante, è collegata con moltissimi comuni italiani. Un download indispensabile per una raccolta differenziata sempre precisa.

In definitiva, anche un piccolo errore può compromettere il riciclo di materiali preziosissimi. Come visto, però, bastano davvero poche regole per una raccolta differenziata il più possibile corretta e amica dell’ambiente!

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