San Valentino è ormai alle porte e, puntuali come ogni anno, appaiono online ricette e articoli dedicati ai cosiddetti cibi afrodisiaci. Ostriche, caviale, cioccolato e chi più ne ha, più ne metta. Eppure mi sono sempre chiesta se questi alimenti afrodisiaci esistano davvero o se, invece, si tratta di leggende – o addirittura bufale – che continuiamo a ripeterci a ogni festa degli innamorati. Basta davvero consumare delle preziose ostriche una sera sola, per alimentare l’eros?
Ho quindi deciso di trovare risposta ai miei dubbi, chiedendo il parere di Giorgio Donegani, tecnologo alimentare, esperto in nutrizione ed educazione alimentare. E, in buona sostanza, le mie perplessità hanno trovato conferma: non è sufficiente concedersi una cena a base di cibi afrodisiaci, serve invece un percorso alimentare sano e duraturo nel tempo, e la notizia allora è che però esistono!
La storia dei cibi afrodisiaci
Prima di cominciare, ho voluto indagare le origini di un fenomeno così radicato nell’immaginario comune. Se si pensa ai cibi afrodisiaci, alla mente di tutti balzano pietanze come le ostriche, il vino rosso, il cioccolato, il peperoncino o le fragole. Ma da dove arrivano queste credenze?
Quella degli alimenti afrodisiaci – nome che rimanda appunto ad Afrodite, la dea dell’amore – è una tradizione davvero antichissima. Già greci e romani avevano attribuito ad alcuni cibi delle potenzialità rinvigorenti per la sfera sessuale, tant’è che alcuni riferimenti li troviamo anche nelle opere di Ovidio. A volte questa associazione derivava dall’effetto energizzante di alcuni alimenti, altre dal loro costo o dalla loro rarità, altre ancora dalla loro forma. “Ci sono tante teorie in proposito, una è quella delle segnature” – spiega Donegani. “Ai tempi di Paracelso si pensava che alcuni alimenti avessero delle proprietà che già si intravedevano nella loro forma. Così come le noci si pensava fossero portentose per il cervello, poiché la forma di una noce aperta somiglia appunto a quella di un cervello, le ostriche potevano avere una forma che ricordava i genitali femminili”.
È però nella Francia del XVII secolo che i cibi afrodisiaci si sono sempre più avvicinati all’immaginario collettivo che abbiamo oggi, con alimenti insoliti o esotici voluti da Luigi XV poiché apparentemente connessi all’erotismo. L’ambra, il muschio, lo zibetto, ma anche i nidi di uccelli: tutto contribuiva a creare un legame tra cucina e amore. E tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del ‘900 sempre in Francia nacque la “Cuisine d’amour”, molto vicina alle nostre concezioni moderne.
Possiamo davvero parlare di cibi afrodisiaci?
Ma possiamo davvero parlare di cibi afrodisiaci? O, come ho detto in apertura, è sufficiente concedersi certi alimenti solo la notte di San Valentino per stimolare l’erotismo?
“Partiamo da un’idea” – aggiunge Donegani. “L’eros è dato da un complesso di cose, che sono una disposizione fisica adeguata, evidentemente meglio si sta fisicamente e più si è prestanti, e poi c’è un contorno importante dato dalla disposizione psicologica. Purtroppo non ci sono alimenti che fanno scattare reazioni così immediate e dirette come se fossero pillole di Viagra o Cialis, ci sono alimenti che si sono conquistati nella storia una fama di essere afrodisiaci perché, effettivamente, nell’uso continuato possono andare a dare degli effetti su quello che è generalmente il livello della libido. […] Se mangio del peperoncino una sera non basta per darmi una spinta così forte, può forse favorire un minimo, nel senso che il peperoncino contiene la capsaicina che agisce come vasodilatatore e poi il sapore piccante, a livello di papille gustative, produce dei segnali di falso dolore al cervello che stimolano la produzione di endorfine, dall’effetto rilassante”.
Alimentazione ed erotismo, cosa sappiamo
Appare quindi evidente come l’alimentazione possa influire sia sul benessere fisico che su quello psicologico, due fattori determinanti per una vita erotica soddisfacente, ma sempre all’interno di un percorso duraturo nel tempo e di una dieta sana ed equilibrata. Partendo da questa premessa, quali cibi possono garantire qualche effetto, se integrati nel proprio regime alimentare?
“Il peperoncino potrebbe avere questo effetto, da un lato è un vasodilatatore e dall’altro stimola questo senso di rilassatezza – prosegue Donegani. “Anche lo zenzero aiuta la circolazione sanguigna, quindi l’afflusso agli organi, e anche lo zafferano. È conosciuto da sempre per le sue doti afrodisiache, ma c’è anche molta autosuggestione, l’effetto placebo è fondamentale. Però si è visto che sia zenzero che zafferano hanno un certo effetto di stimolo sulle ghiandole surrenali, quelle che producono gli ormoni corticosteroidi, che migliorano effettivamente il tono dell’organismo”
Ma non solo spezie, sul rapporto tra eros e cibo vengono spesso citate anche altre pietanze. “Però torno a dire: una sera serve poco, ancora meno servono quei cibi che tipicamente vengono indicati come afrodisiaci: contengono effettivamente sostanze che potrebbero migliorare la prestazione sessuale, ma solo nel tempo” – rimarca Donegani. “I frutti di mare, le ostriche, sono ad esempio ricchi di zinco, che può favorire la produzione di liquido seminale, e di iodio, necessario per la funzionalità della tiroide e attivare il metabolismo. Anche il pesce azzurro: se pensiamo agli Omega 3, hanno effettivamente un effetto sull’efficienza delle membrane cellulari, sono antinfiammatori, migliorano la circolazione. Il cioccolato è un altro cibo a cui tipicamente si attribuiscono virtù afrodisiache, d’altra parte contiene teobromina e caffeina che hanno un’azione stimolante. E poi è dolce, quindi facilita il rilascio della serotonina, quell’ormone che ci fa sentire rilassati. Gli effetti comunque sono blandi. […] Oppure i tartufi: a differenza di altri funghi, come i porcini che non hanno problemi a riprodursi poiché lascino le loro spore nell’ambiente, i tartufi sono sotto terra. Quindi per sopravvivere emanano un odore forte che attraversa il terreno, percepito da animali come cani e maiali, che va proprio a colpire i centri dell’eccitazione sessuale. Ma bisogna vedere se funziona anche per noi umani”
E l’alcol? D’altronde, non c’è cena a lume di candela di San Valentino che si rispetti senza almeno un buon bicchiere di vino rosso. “L’alcol può avere all’inizio l’effetto di allentare le difese, le inibizioni. Di fatto, soprattutto per gli uomini, l’alcol può rendere difficile il rapporto, però all’inizio può sciogliere le resistenze e può aiutare a creare l’atmosfera”.
Dieta ed erotismo: conta lo stile di vita
In definitiva, quelle sui cibi afrodisiaci per San Valentino sembrano perlopiù credenze popolari.
“La cosa migliore per mantenere una sessualità sana e un fisico attraente – conclude Donegani – è uno stile di vita sano. Una dieta sana è quella che garantisce la migliore funzionalità del fisico in generale e, di conseguenza, anche della funzione sessuale. Dieta sana vuol dire molta frutta, molta verdura, un’adeguata presenza di fibre, una grande varietà di alimenti, un discreto consumo di proteine anche animali e niente eccessi di zucchero. Ed è anche molto importante affiancare alla dieta una vita di relazione soddisfacente, con gli altri e con se stessi: lo stress è fra gli elementi che più deprimono la capacità di avere una vita sessuale soddisfacente. […] San Valentino è come Natale: non dobbiamo preoccuparci di quel giorno ma degli altri 364”.
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