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Acque vitaminiche: marketing o ne abbiamo bisogno?


Acque vitaminiche

Da qualche tempo a questa parte ci vengono proposte in modo insistente, con spot pubblicitari martellanti e interi scaffali dedicati nei supermercati: sono le acque vitaminiche, l’ultima novità in tema di benessere. Ma ne abbiamo davvero bisogno per la nostra salute o, invece, si tratta semplicemente dell’ennesima trovata di marketing? È un dubbio più che lecito, considerando come il mercato dei multivitaminici sia in rapida ascesa, pur non registrando estreme carenze di vitamine nella popolazione più generale. Vale quindi la pena consumare queste bevande?

Cosa sono le acque vitaminiche

Acqua vitaminica

Per acque vitaminiche si intendono le comuni acque in bottiglia, arricchite con vitamine – in particolare quelle del gruppo B, la C, la E e la D – e con sali minerali come magnesio o potassio

In alcuni casi possono contenere anche aromi artificiali, per renderle più appetibili rispetto alla normale acqua, così come estratti vegetali e infusi. Più raramente, possono essere presenti anche dolcificanti naturali, ad esempio a base di stevia.

Il proposito principale di queste bevande è aiutare a sopperire alle carenze vitaminiche, ad esempio dovute a un’alimentazione non particolarmente ricca, così come alla rapida perdita di minerali con la sudorazione, tipica della stagione estiva.

Il ruolo del marketing

Acque vitaminiche e marketing

La maggior parte di queste bevande viene proposta ai consumatori attraverso un marketing aggressivo, ad esempio con spot pubblicitari insistenti o, ancora, annunci su tutti i principali canali comunicativi. Ne vengono poi marcatamente esaltate le proprietà benefiche, ad esempio specificando che queste acque possono garantire “un’idratazione avanzata”, per un “benessere senza pari” e un gusto “senza zuccheri aggiunti”.

Diversi studi scientifici, tuttavia, hanno evidenziato che spesso queste affermazioni pubblicitarie sono sovrastimate rispetto alle effettive proprietà delle acque, anche perché l’aggiunta di ingredienti naturali e bioattivi – come composti fenolici, vitamine e probiotici – non sempre è legata a prove scientifiche solide. Inoltre, i ricercatori sostengono che in fase di produzione e di stoccaggio non è sempre semplice garantire la stabilità degli ingredienti attivi, che potrebbero quindi avere un’efficacia minore al consumo rispetto a quanto dichiarato.

Abbiamo bisogno delle acque vitaminiche?

Fatte queste premesse, è più che naturale chiedersi se il consumatore finale abbia davvero bisogno delle acque vitaminiche. In linea generale, un adulto sano e abituato a una dieta sana e varia – come ad esempio quella mediterranea – difficilmente si troverà in una condizione di carenza vitaminica, tanto da dover ricorrere all’integrazione. Tuttavia, vi sono alcuni aspetti da prendere in considerazione.

Quando le acque vitaminiche possono essere utili

Acqua vitaminica e sport

Innanzitutto, è utile comprendere quando il consumo di acque vitaminiche possa essere effettivamente utile. In linea generale, simili bevande possono essere d’aiuto a ripristinare il corretto fabbisogno dell’organismo quando:

  • vi sono carenze di vitamine documentate, ad esempio dovute a un’alimentazione poco varia, disturbi come il malassorbimento intestinale e altre condizioni. Tuttavia, l’effettiva carenza deve essere documentata con opportune indagini diagnostiche e, in genere, gli specialisti prescrivono altre soluzioni dall’elevata e documentata efficacia, come ad esempio integratori di classe medica. In altre parole, in presenza di accertate carenze, le acque vitaminiche fanno poco: servono integratori mirati, prescritti dallo specialista;
  • si perdono molti minerali, ad esempio per ragioni sportive o lavorative. Ad esempio, gli sportivi che perdono molti elettroliti attraverso il sudore possono trovare un supporto nelle acque arricchite, anche se di solito una sana dieta è più che sufficiente per ripristinare i minerali perduti. In generale, bisogna però considerare che l’efficacia è limitata al momento stesso in cui si fa attività fisica, ovvero unicamente per il reintegro immediato.

Come già specificato, prima di assumere integratori alimentari e acque arricchite di vitamine e sali minerali, bisognerebbe controllarne i livelli di disponibilità nell’organismo, ad esempio tramite esami del sangue mirati. L’OMS, ad esempio, da tempo sensibilizza sui rischi di un’assunzione eccessiva di vitamine e minerali, poiché può avere un impatto negativo sulla salute, a volte anche con conseguenze gravi.

Tra impatto ambientale e costi

Bottiglia di plastica

Un fattore spesso sottovalutato dei prodotti di marketing spinti per ragioni di salute e benessere è, come facile intuire, il loro impatto ambientale. Ad esempio, le acque vitaminiche sono quasi esclusivamente distribuite in bottiglie di plastica, una scelta che non contribuisce di certo alla tutela dell’ambiente. In un periodo in cui si fa sempre più sensibilizzazione all’abbandono di acque in bottiglia, per tornare all’acqua del rubinetto e alle borracce, questi prodotti rappresentano una marcia indietro. Soprattutto considerando la loro scarsa utilità, data la presenza sul mercato di integratori ben più efficaci e di classe medica.

Ancora, va preso in considerazione il costo: le acque vitaminiche possono sfiorare le 10-15 euro per pacco da sei bottiglie, un prezzo ben al di sopra di una confezione di un qualsiasi multivitaminico da banco. E se si pensa che la scatola di integratori sia pensata per garantire un’assunzione anche di più mesi, mentre le acque vengono consumate in pochi giorni, lo svantaggio economico è più che evidente.

I benefici di una dieta varia ed equilibrata

Dieta mediterranea

In assenza di specifiche e certificate condizioni di salute, un regime alimentare sano ed equilibrato – ad esempio, basato sul modello della dieta mediterranea – è più che sufficiente per garantire il corretto apporto di tutte le vitamine e i sali minerali di cui l’organismo ha bisogno.

Secondo quanto dichiarato dallo statunitense National Institute of Health, in base a una review dei principali studi scientifici oggi disponibili sui livelli di vitamine e minerali essenziali per l’organismo, la maggior parte delle persone nei Paesi più sviluppati non presenta carenze significative, tali da richiedere una specifica integrazione, fatta eccezione per la gravidanza, gravi patologie che alterano la digestione o l’assorbimento intestinale o altre condizioni mediche.

In particolare, il consumo regolare di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre assicura un ottimo apporto di vitamine A, C, E e K, nonché di quelle del gruppo B, a cui si aggiungono minerali come magnesio, potassio, sodio, calcio, zinco, selenio e molti altri. Maggiore attenzione è richiesta per la vitamina D, prodotta soprattutto dalla pelle con l’esposizione al sole: si registrano quindi maggiori carenze durante le stagioni più fredde, tuttavia compensabili a livello alimentare, ad esempio con un consumo regolare di pesce di stagione, meglio se specie cosiddette “povere”.

In definitiva, le acque vitaminiche possono rappresentare un aiuto in presenza di una carenza certificata, al contrario la corretta alimentazione è più che in grado di rispondere a tutte le necessità dell’organismo. In ogni caso, il possibile consumo di queste bevande o l’assunzione di integratori dovrebbe sempre essere discussa con il medico curante o, ancora, con il proprio specialista di riferimento.

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