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Ahi! Mi ha punto!


Che fare se si viene sfiorati da una medusa, da una tracina o da uno scorfano? Sfatiamo un paio di luoghi comuni

 

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Fin da piccoli, quando si va fare il bagno, specialmente se ci si trova in una di quelle lunghe spiagge sabbiose, ci sentiamo dire: occhio alle tracine!

Una parola, un dramma!Vivono insabbiate sul fondo. E chi le vede? Si fa fatica ad avvistarle con la maschera… Figuriamoci camminando nell’acqua. E’ per questo che ogni tanto qualcuno le calpesta. E allora… ahi, son dolori.

Trachinus draco

La tracina non è esattamente un bel pesce a vedersi. Corpo cilindrico, appiattito verso la coda, bocca grande e “imbronciata”, occhi periscopici posti alla sommità della testa e soprattutto un paio di spine velenose poste sul dorso, pronte a conficcarsi nella carne dei malintenzionati. Che come arma di difesa funzionino bene lo dimostra il fatto che pur essendo un pescetto che raramente supera i 10 cm di lunghezza, la tracina ha pochi nemici naturali. Tra questi i piedi degli umani che arrancano sulla sabbia e che a volte le calpestano.

Il dolore è veramente violento. Fa piangere i bambini e imprecare gli adulti. Ma anche a questo doloroso incontro c’è soluzione. Prima cosa da fare se si è punti: estrarre la spina con una pinzetta facendo attenzione a non lacerare la pelle per non aprire la strada a infezioni. E’ un’operazione dolorosa ma va fatta.

Seconda cosa da fare immergere il piede in acqua calda, molto calda, tra i 50 e i 60°C. A quella temperatura l’acqua scotta ma è un fastidio facile da tollerare se comparato al dolore causato dal veleno della tracina. Ma anche questo va fatto: il veleno del pesce è “pensato” per agire in acqua di mare, quindi a temperature che non superano i 25 gradi (e parliamo di temperature già tropicali) e quindi al caldo si “inattiva”.

Un buon antinfiammatorio e qualche ora di pazienza e il dolore dovrebbe passare. Se doveste avere sintomi strani come nausea, dolori muscolari diffusi o difficoltà respiratorie andate subito in pronto soccorso, potreste essere allergici.

 

Medusa

“Oggi ci sono le meduse, addio bagno”. Un classico di quelle giornate in cui una corrente dispettosa ha spinto verso riva migliaia di meduse, una barriera di gelatina irritante che rappresenta un potente deterrente anche per il più fanatico dei bagnanti. Chi non si è mai preso una di quelle inconfondibili carezze dolorose da una medusa alzi la mano.

Il dolore lo conosciamo: i tentacoli delle meduse “bruciano”. In realtà sono migliaia di minuscoli “ami” avvelenati che vengono lanciati dal tentacolo della medusa automaticamente appena sfiora qualcosa. Un medusa è un animale tanto antico quanto bello e semplice, una specie di meccanismo, una colonia di cellule che si muove trascinato dalla corrente senza poter scegliere dove andare. Quindi non possiamo aspettarci che possa scegliere cosa pungere o no: che siamo noi a sfiorare i tentacoli o un gustoso pesciolino per la medusa è la stessa cosa, lei nel dubbio punge.

Che fare se si entra inavvertitamente in contatto con queste singolari e urticanti creature? Uscire dall’acqua (nel caso si avesse una reazione anafilattica al veleno è sicuramente meglio essere a terra). Sciacquare delicatamente e abbondantemente l’area colpita con acqua di mare per togliere eventuali parti di tentacoli ancora adese alla pelle e soprattutto avere pazienza perché il dolore, in genere, in una ventina di minuti scompare lasciando il posto al prurito.

La zona colpita si arrosserà e sarà in rilievo rispetto alla pelle circostante. La zona irritatanon va esposta al sole per qualche giorno. L’efficacia dei rimedi tradizionali è per lo più, appunto, leggenda. Niente pipì, niente pietra bollente… in realtà l’unico sollievo può essere dato un gel a base di cloruro di alluminio e forse un poco dal bicarbonato che, se non efficace sulla puntura, almeno disinfetta. Anche impacchi con acqua calda e bicarbonato possono essere efficaci nell’immediato per inattivare il veleno.

Scorfano

Lo scorfano, se possibile, è ancora più brutto della tracina e sicuramente più doloroso quando punge. Esser punti per caso da uno scorfano è difficile. In genere uno se la cerca, magari maneggiando il pesce dopo averlo catturato o addirittura pulendolo per una zuppa di mare. La procedura da seguire è esattamente quella che già abbiamo imparato per la tracina: acqua salata ad almeno 60°C dopo aver tolto le spine e pazienza. Il dolore è atroce, ve lo posso assicurare visto che mi sono punta il pollice con un scorfano rosso appena issato a bordo di un peschereccio durante le riprese di Pianeta Mare. Una brutta esperienza, davvero. E’ sempre e comunque un pesce da maneggiare con molta cura: le spine dorsali e quelle presenti sul bordo delle branchie (sull’opercolo) sono collegate a ghiandole velenifere.

In ogni caso, che sia scorfano, tracina o medusa ricordatevi che: l’urina non serve a niente se non ha creare situazioni imbarazzanti e se doveste accusare sintomi oltre al dolore, è meglio correre in ospedale!

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