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Allergie e dermatiti: ecco tutti i rischi


Perché le patologie cutanee sono in continuo aumento

Su Ecocentrica abbiamo parlato spesso del problema delle allergie e dermatiti, perché le persone colpite sono ogni anno in costante aumento e perché spesso la causa è nascosta dietro abitudini quotidiane apparentemente innocue. La mattina facciamo la doccia, noi donne ci trucchiamo, indossiamo la nostra maglietta preferita, dopo colazione laviamo i piatti. In pochi minuti ci siamo già esposti a tante sostanze potenzialmente pericolose: pensate con quante possiamo avere a che fare nell’arco di un’intera giornata! Diverse migliaia, secondo gli esperti. E il problema è che non sono contatti occasionali, ma ripetuti ogni giorno nel tempo che, prima o poi, scatenano i loro effetti sulla salute.

Il pericolo viene ad esempio dai comuni detersivi per la pulizia, e non solo quelli che si toccano con le mani: molti problemi di allergie derivano dai prodotti per bucato, ammorbidenti in primis, che contengono sostanze che non si lavano con il risciacquo ma restano intrappolate nelle fibre di tessuto, finendo poi a contatto con la pelle.

Nel recente post sugli ingredienti nocivi nei cosmetici, c’erano anche diverse sostanze di sintesi, come conservanti o coloranti, famosi proprio per il potere allergizzante; e purtroppo, anche i prodotti venduti in farmacia, magari con la sigla “Dermatologicamente Testato” o “Nickel tested” non facevano eccezione. Meglio non sottovalutare il problema perché magari un cosmetico non provoca immediatamente una reazione violenta e immediata: il rischio è la somma dei tanti prodotti di uso quotidiano. Mettiamo anche che ciascuno contenga un certo conservante solo in basse percentuali (alcuni sono limitati dalle legge proprio perché possono causare irritazioni): ma se lo troviamo nel sapone per le mani, poi nel dentifricio, poi nel fondotinta, nel bagnoschiuma e nello struccante per occhi, la soglia di sicurezza è ampiamente superata.

Foto: www.donnamoderna.com

Infine, un’altra fonte insospettabile pare essere l’abbigliamento. Secondo uno studio commissionato dalla Commissione Europea (“Chemical substances in textile products and allergic reactions”), tra il 7 e l’8% delle allergie cutanee è causato proprio dagli abiti. Non è confortante neanche l’indagine di Greenpeace, all’interno della “Campagna Detox”, che ha analizzato 40 capi d’abbigliamento di marchi diversi, riscontrando nel 90% dei casi sostanze chimiche nocive per salute e ambiente.

Dal momento che il problema pare essere di grosse proporzioni, e spesso preso sottogamba (almeno finché non si scatenano i sintomi), ho voluto dedicargli un approfondimento. Ho intervistato il Prof. Antonio Costanzo, Responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia di Humanitas, per analizzare la questione, capire le dimensioni del fenomeno, le cause, e come interpretare diciture ed etichette, spesso ingannevoli.

LE ALLERGIE IN NUMERI

Prima di tutto, volevo sapere se è davvero una problematica in crescita o solo allarmismo. «Le allergie cutanee sono in marcato aumento: stime francesi dell’Osservatorio permanente delle allergie, valutano a 17.500 il numero dei nuovi casi ogni anno. Tuttavia, questo numero è ampiamente in difetto considerando ad esempio le allergie professionali, quelle nate sul posto di lavoro, perché tutti gli apprendisti che si sensibilizzano nel corso del loro percorso formativo lasciano l’attività e si riconvertono in altre mansioni.

LE ALLERGIE E LE PATOLOGIE CHE COLPISCONO LA PELLE

Foto: www.nonsprecare.it

Che differenza c’è tra una sensibilizzazione, un’irritazione come un eczema, una dermatite o un’allergia? «La maggior parte delle allergie si manifesta prima o poi anche sulla pelle. Gli eczemi sono le lesioni tipiche che compaiono in caso di reazione allergica, si riconosco perché si forma un eritema (la zona è arrossata) con piccole vescicole all’interno, che provocano prurito.
Bisogna poi distinguere tra Dermatite Irritativa da Contatto (D.I.C.) e Dermatite Allergica da Contatto (D.A.C.). Nel primo caso, la sostanza agisce sulle cellule della pelle, manifestando irritazioni o arrossamenti, ma è un danneggiamento diretto; nel secondo caso invece la reazione è provocata dal sistema immunitario, che individua una sostanza come pericolosa, a seguito di una continua sensibilizzazione.»

COME AVVIENE LA SENSIBILIZZAZIONE (E LA REAZIONE ALLERGICA)

È vero che sono diverse migliaia le sostanze potenzialmente allergizzanti con cui entriamo in contatto quotidianamente? «Le sostanze potenzialmente allergizzanti sono infinite, perché non è solo la singola sostanza “allergizzante” che provoca la reazione, dipende anche dalla predisposizione del sistema immunitario di chi ne viene in contatto. Di conseguenza, anche una sostanza teoricamente non “allergizzante” lo diventa, se l’ospite è predisposto a sviluppare verso di essa un’allergia.

Essere a contatto con più sostanze, aumenta il rischio di sensibilizzazione? «Da un lato, è vero che solitamente non basta un singolo contatto con la sostanza, ma deve essere ripetuto nel tempo. D’altra parte però esistono le reazioni crociate, ovvero se ci si sensibilizza ad una sostanza, si diviene allergici anche ad un’altra simile dal punto di vista molecolare.»

ALLERGIE: LE FONTI PRINCIPALI

Foto: www.meteoweb.eu

«Sia i cosmetici che i detersivi che alcuni tessuti possono contenere sostanze allergizzanti o irritanti. I detergenti con cui si fa il bucato per esempio possono indurre sensibilizzazione perché  permangono nel tessuto e vengono rilasciati sulla pelle quando si indossa l’indumento.
Per quanto riguarda l’abbigliamento, i rischi principali derivano dai capi sintetici, ma non solo: i coloranti utilizzati per colorare le fibre naturali possono rilasciare sostanze allergizzanti.
Nei cosmetici, attenzione soprattutto a parabeni, conservanti, coloranti e tensioattivi di sintesi, oltre che naturalmente il nichel.»

ATTENZIONE ALLE ETICHETTE…

Foto: silviadgdesign.altervista.org

Una nota proprio sul nichel: non è un ingrediente delle preparazioni cosmetiche, quindi non lo troverete tra le voci dell’INCI, ma questo metallo è presente un po’ ovunque e di conseguenza anche i prodotti per l’igiene personale ne contengono delle tracce. Dal momento che escluderlo completamente è impossibile, non fidatevi delle diciture “Nickel free”; se leggete invece “Nickel tested”, significa che il prodotto contiene quantità di nichel inferiori a 1 ppm (una parte per milione), la soglia considerata sicura.

Non abbassate la guardia neanche davanti a diciture come “naturale”, che di per sé non significa niente. In molte certificazioni di cosmesi eco-bio, conservanti e altre sostanze di sintesi non sono ammesse, ma non è un buon motivo per non controllare la lista degli ingredienti: «Un paziente può essere allergico anche a sostanze naturali, come gli estratti di piante», spiega il professore.

E i vari prodotti che si propongono proprio ai soggetti allergici, sono sicuri? Cosa significa “Dermatologicamente Testato” o “Privo di allergeni”? «La definizione “privo di allergeni” non è molto corretta, sarebbe meglio dire “privo dei principali allergeni” per quanto detto prima, che molto dipende dalle reazioni individuali. Per la stessa ragione, non è detto che un soggetto non sia allergico ad una sostanza contenuta in un prodotto “Dermatologicamente Testato”.»

 

Attenzione quindi a non fidarsi ciecamente dei vari claim in etichetta, sia per quanto riguarda i prodotti cosmetici o di pulizia, sia per l’abbigliamento “in fibre naturali”. Non bisogna dimenticare la cosa più importante, che sono tante piccole azioni quotidiane, come la famosa metafora delle gocce nell’oceano, che portano poi a problemi di salute: non aspettiamo sempre di stare male per fare qualcosa, prevenire è sempre meglio che curare!

 

Foto di copertina: salute.pourfemme.it

 

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