A tavola

Erbe alimentari spontanee: quali si possono raccogliere liberamente


Tessa Gelisio, erbe alimentari spontanee

Non si può dire che le nostre nonne non fossero esperte di erbe alimentari spontanee: con l’arrivo della primavera, partivano armate di cesto per raccogliere tutte quelle delizie che la natura offriva gratuitamente. Per quanto oggi questa abitudine sia decisamente scomparsa, vale la pena recuperare questo antico sapere, per riscoprire alcune erbe davvero benefiche per l’organismo. Prestando però attenzione, perché la raccolta libera non è sempre ammessa.

Per quanto per molte varietà non esistano divieti particolari, bisogna sempre fare riferimento a normative e regolamenti approvati a livello locale. Ma quali sono le erbe spontanee alimentari che, di solito, non presentano grandi limitazioni?

Quando si possono raccogliere le erbe alimentari spontanee

Raccolta erbe alimentari spontanee

Innanzitutto, è necessario capire quando effettivamente si possano raccogliere le erbe alimentari spontanee. Non è infatti sufficiente che il luogo in cui ci si reca sia pubblico, è indispensabile anche controllare l’esistenza di specifici regolamenti o limitazioni.

Di norma, la raccolta di specie vegetali spontanee – siano a uso alimentare oppure ornamentale – è regolata da normative approvate a livello locale. In generale, vi possono essere sia limiti che divieti provinciali e, in alcuni casi, anche comunali. È quindi utile sapere che:

  • la raccolta di modiche quantità per uso personale non è solitamente limitata, fatta eccezione per le specie vegetali protette. È utile sapere che alcune Regioni, come ad esempio il Trentino Alto Adige, impongono l’ottenimento di uno specifico patentino se la raccolta avviene per uso commerciale o, ancora, per quantità significative;
  • in gran parte d’Italia tutte le specie vegetali protette – il caso tipico è quello della stella alpina a uso ornamentale – non possono essere rimosse dai loro habitat naturali. All’interno di specifici piani per la conservazione dei luoghi e la tutela della biodiversità, possono essere vietate anche specie molto comuni;
  • all’interno di aree protette, come Parchi Nazionali o nei Siti d’Interesse Comunitario, la raccolta potrebbe essere completamente vietata.

Prima di partire all’esplorazione di prati e boschi, perciò, è indispensabile informarsi presso il Comune di riferimento. Come facile intuire, non ci si dovrà addentrare in prati e campi privati, dove il recupero di erbe è generalmente vietato, a meno che non si abbia l’esplicito consenso da parte del proprietario.

Non solo leggi: cosa sapere prima di raccogliere le erbe

Non bisogna prestare attenzione solamente alle normative in vigore, per la scelta di erbe gustose e salutari, bisogna anche prendere in considerazione alcuni consigli di buon senso:

  • assicurarsi di essere effettivamente in grado di riconoscere le più comuni erbe alimentari, per evitare di raccogliere varietà errate che potrebbero avere conseguenze negative sulla salute. Avvalersi di un esperto, soprattutto se si è alle prime armi, è fondamentale;
  • evitare la raccolta in aree inquinate, come ad esempio parchi cittadini oppure erbe a bordo strada: potrebbero essere contaminate con sostanze ben poco amiche dell’organismo;
  • raccogliere sempre piccole quantità e non solo in un unico punto. Per evitare di danneggiare il patrimonio verde, è bene scegliere erbe a sprazzi, evitando così problemi di ricrescita o danni alla biodiversità.

Le 5 erbe alimentari più comuni da riscoprire

Compresi i contesti normativi e i consigli di base della raccolta, quali sono le erbe alimentari da riscoprire? Ve ne sono alcune che, per quanto siano davvero comuni su tutto il territorio dello Stivale, sono ormai poco utilizzate in cucina. Ed è un peccato perché, oltre ad arricchire di gusto la nostra tavola, spesso assicurano effetti davvero benefici per l’organismo.

Il tarassaco, l’erba che si trova ovunque

Erbe alimentari spontanee: tarassaco

È una delle erbe spontanee che si trova davvero ovunque, anche se bisogna prestare attenzione a raccoglierla in luoghi non inquinati: il tarassaco è una pianta che non dovrebbe mai mancare in cucina. Conosciuta più comunemente come dente di leone, o anche come “soffione” per i suoi leggeri semi con cui tutti da bambini hanno giocato, presenta numerose proprietà.

Ricco di vitamine A, C e K, così come di minerali come potassio e calcio, è noto non solo per stimolare la digestione, ma presenta anche delle caratteristiche diuretiche, depurative e antinfiammatorie. Inoltre, è un’erba utilissima per combattere la ritenzione idrica.

In cucina, può essere utilizzato in diversi modi:

  • le foglie crude possono essere consumate in insalata, in alternativa si possono cuocere e consumare in modo simile agli spinaci;
  • le radici possono essere tostate e usate per ottenere una bevanda depurativa da consumare al posto del caffè;
  • dai gialli fiori si possono ottenere tisane o, ancora, confetture.

La cicoria comune, l’erba delle nonne

Cicoria comune

La cicoria comune rappresenta l’erba che più comunemente veniva raccolta dalle nostre nonne, tanto che la ricerca delle cicorie spontanee rappresentava un momento da trascorrere insieme con tutta la famiglia. Tuttavia, proprio a livello di tradizione, spesso il “far cicorie” si riferisce alla raccolta del già citato tarassaco, non alla cicoria selvatica, ovvero il Cichorium intybus. Quest’ultimo, pur presentando a volte delle foglie simili al dente di leone, sviluppa dei fiori tra l’azzurro e il violaceo.

Ricchissima di fibre, questa pianta assicura un ottimo apporto di vitamine C, K, potassio e magnesio. Ha proprietà digestive, depurative, lassative e ipoglicemizzanti, inoltre favorisce la depurazione del fegato e dell’intestino. Si consuma fresca in insalata, cotta in zuppe oppure in bevanda alternativa al caffè, recuperando le radici.

L’ortica, pianta benefica difficile da raccogliere

Ortica

Fra le piante alimentari da riscoprire vi è certamente l’ortica, una specie di cui di solito si rimane a debita distanza, per il suo potenziale urticante. Tuttavia, una volta correttamente gestita e cotta, il vegetale perde questa fastidiosa caratteristica.

Offre un buon apporto di vitamine A, C e K, nonché minerali come ferro, calcio e magnesio. Ma è nota soprattutto per le sue proprietà antiossidanti e rimineralizzanti, nonché per i benefici a pelle, capelli e unghie. Le cime tenere, opportunamente cotte, si usano in zuppe, risotti, frittate, torte salate e come contorno: gli usi sono i più disparati. Naturalmente, bisogna armarsi di guanti per raccoglierle.

La borragine, l’erba ricca di acidi grassi essenziali

Erbe alimentari spontanee, borragine

Anche la borragine è un’erba che dovremmo recuperare dall’antico sapere contadino. Non solo per i suoi bellissimi fiori di colore blu, ma anche e soprattutto per le sue proprietà utili all’organismo. Infatti:

  • contiene vitamine A e C in grandi quantità, così come minerali quali potassio e calcio;
  • offre un buon apporto di acidi grassi essenziali, anche di Omega-3, perfetti per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo;
  • ha proprietà antinfiammatorie, diuretiche, depurative, aiuta la pelle e può ridurre i problemi connessi alla sindrome premestruale.

Si consuma cotta in zuppe, frittate o per ripieni, mentre i fiori blu sono edibili e solitamente consumati in insalata. È però essenziale non confonderla con altre piante simili, che potrebbero avere effetti tossici per l’organismo.

La portulaca, per una ricarica di Omega-3

Erbe spontanee: portulaca

Non solo la borragine: per una ricarica di Omega-3, non c’è niente di meglio della portulaca, un vero super-food nascosto nei nostri prati. È infatti ricca di questi acidi grassi indispensabili per l’organismo, ma anche di vitamine A, C ed E, nonché minerali come magnesio e potassio.

È nota per le sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e idratanti e, fatto non meno importante, per aiutare il sistema cardiovascolare e rafforzare il sistema immunitario. Si consuma sia cruda, in insalata, che in zuppe e frittate. Cotta perde un po’ del suo tipico sapore leggermente acidognolo.

In definitiva, con un po’ di esperienza e attenzione verso la natura, si possono portare delle erbe spontanee in tavola non solo gustose, ma anche davvero utili per la nostra salute.

Ti potrebbe anche interessare

No Comments

Leave a Reply


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.