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Farmaci: no falsi miti, sì utilizzo consapevole


La verità sulle credenze più diffuse e pericolose sull’uso dei medicinali

Grazie ai progressi in campo medico, oggi si possono prevenire o curare tante patologie per cui una volta non c’era speranza, il più delle volte mantenendo anche una buona qualità di vita. Spesso questo è possibile grazie ai farmaci: l’importante però è utilizzarli nel modo corretto, o da amici si possono trasformare in nemici (pensate ad esempio al problema della resistenza agli antibiotici, causata soprattutto da un uso indiscriminato che ha “allenato” i batteri a sopravvivere).

E sull’utilizzo corretto dei farmaci ho qualche dubbio, soprattutto perché noto tante contraddizioni. Ad esempio, siamo gli ultimi della classifica europea per uso di medicinali generici: li snobbiamo completamente, preferendo il prodotto di marca anche se più costoso. Una scelta che costa a tutta Italia 1 miliardo e 200 milioni l’anno, soldi davvero buttati perché la qualità dei prodotti è la stessa.
Il paradosso è che invece quasi la metà degli italiani si fida ciecamente dei farmaci acquistati online, ignorando che nella stragrande maggioranza dei casi sono illegali o contraffatti e quindi inutili (se non dannosi).

D’altra parte non mi stupisce, la rete è diventata la principale ancora di salvezza, visto che secondo un sondaggio di Fondazione IBSA per la ricerca scientifica, un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove la ricerca scientifica, quasi il 90% delle persone in Italia si rivolge a Internet quando è in cerca di informazioni sulla propria salute. Peccato che sostituire il proprio medico con il web non è solo rischioso per se stessi, ma è anche il modo migliore per diffondere dubbi e leggende metropolitane.

Sfogliando il portale che ISS ha dedicato ai “Falsi miti e bufale”, ne ho trovati diversi riguardanti proprio i farmaci: ecco i 5 più comuni che vale la pena sfatare.

“I FARMACI GENERICI SONO MENO EFFICACI DI QUELLI DI MARCA?”

Foto: palermotoday.it

Sento spesso persone scettiche nei confronti dei farmaci generici, che preferiscono quello originale il nonostante il prezzo maggiore. Ho confermato la mia impressione leggendo i dati del rapporto “Health at glance” di OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico): con solo il 19% di generici sul totale di farmaci acquistati in Italia, siamo gli ultimi consumatori europei. Ma tanta diffidenza è giustificata? Pare proprio di no.
Quando un’azienda scopre un nuovo principio attivo e lo brevetta, sceglie un nome commerciale: è il caso ad esempio dell’Aspirina, nome del farmaco prodotto da Bayer a base di acido acetilsalicilico. Quando dopo 20 anni il brevetto scade, qualunque altra azienda può commercializzare un farmaco che contiene lo stesso principio attivo: ecco cosa si intende con farmaco generico o, meglio ancora, equivalente, che rende meglio l’idea di come abbia gli stessi effetti terapeutici. Prima di essere immesso in commercio comunque dev’essere valutato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che stabilirà la sua sicurezza ed efficacia. Infine, il prezzo è ridotto almeno del 20%, ma non per minore qualità: semplicemente, l’azienda farmaceutica che scopre il principio attivo applica un costo più alto per poter coprire le spese del brevetto, della promozione, della ricerca (e magari ci marcia un po’ su perché si è “fatta il nome”). Pensateci la prossima volta che andrete in farmacia!

 

“I RIMEDI NATURALI SONO SEMPRE LA SOLUZIONE MIGLIORE?”

Foto: ohga.it

Sapete che sono una convinta sostenitrice delle cure naturali, ma proprio perché sono certa del fatto che abbiano un effetto sull’organismo, raccomando anche la giusta precauzione: possono farci stare meglio, ma anche provocare spiacevoli conseguenze.
Anche il portale di ISS non demonizza i rimedi fitoterapici, ma afferma “I rimedi naturali, proprio come i farmaci, possono rivelarsi inefficaci, interagire negativamente con altre terapie oppure dare effetti indesiderati”. Quella di distinguere tra farmaci “chimici” e rimedi fitoterapici “naturali” e quindi innocui, è una concezione diffusa ma sbagliata. Come giustamente spiegano gli esperti di ISS, sono tantissimi i farmaci con un principio attivo di origine vegetale, come l’antibiotico Penicillina che è presente in un fungo, o la digitale (un farmaco per il cuore) che è ricavata da una pianta diffusa nei boschi. Così come i farmaci che, se assunti in eccesso, possono essere dannosi, anche i rimedi naturali non sono esenti da controindicazioni: la liquirizia ad esempio è ottima in molti casi ma sconsigliata a chi soffre di pressione alta.
Quindi, utilizziamo pure tutte le cure che la natura ci mette a disposizione, ma per sfruttarle al meglio bisogna sempre chiedere al medico!

 

“QUANDO PRENDO I FARMACI POSSO MANGIARE QUELLO CHE MI PARE?”

Foto: wellme.it

Vedi il punto precedente: qualunque sostanza che mettiamo nel nostro corpo ha un effetto. In fondo, anche i cibi sono “chimica”!
ISS spiega che esistono tantissimi esempi di interazioni tra farmaci e alimenti: non solo la liquirizia, ma anche il succo di pompelmo, la caffeina, il cioccolato, il ginseng e gli alcolici, sono controindicati in più di un caso, perché potrebbero vanificare le terapie che si stanno seguendo, potenziarne troppo gli effetti o peggio creare effetti collaterali anche gravi. L’AIFA consiglia di leggere sempre i foglietti illustrativi, dove sono riportate tutte le informazioni; a questo link se volete potete trovare una sintesi di AIFA, scritta basandosi sulla guida della Food and Drug Administration americana, con le principali interazioni tra farmaci e alimenti.

 

“SOFFRO DI INSONNIA. SE MI PRENDO UNA PILLOLINA IN FARMACIA DORMIRÒ COME UN SASSO?”

Foto: blogunisalute.it

Secondo l’Associazione Italiana di Medicina del Sonno, un terzo degli italiani adulti ha difficoltà a dormire, pagandone le conseguenze durante il giorno con sintomi come mal di testa e difficoltà di concentrazione. È sicuramente un problema che incide non poco sulla salute e sulla qualità della vita, ma non lo si può certo risolvere da soli prescrivendosi sonniferi a caso: innanzi tutto, questo tipo di farmaci presentano effetti collaterali, possono creare dipendenza e, se non somministrati nel modo giusto, rischiano anche di non essere efficaci. E poi, soprattutto, non è detto che vadano assunti: uno specialista è in grado di individuare il problema di fondo che ha provocato l’insonnia e, una volta rimossa la causa scatenante, si ricomincia a dormire come ghiri. A volte basta davvero poco, come evitare certi cibi o di fare attività fisica di sera, oppure qualche accortezza per creare l’ambiente giusto in camera da letto; altre volte l’insonnia è la spia di un malessere che non va mascherato. Insomma, no al fai da te!

 

“ACQUISTARE FARMACI ONLINE È SEMPRE LEGALE E SICURO?”

Foto: Ministero della Salute

Quello degli acquisti sicuri online è un tasto dolente, di cui abbiamo parlato da poco in un post specifico. Sempre da AIFA, arrivano dati poco rassicuranti: quasi il 41% degli italiani è favorevole all’acquisto di farmaci su Internet, ma non è consapevole né della normativa vigente, né che la maggior parte dei prodotti non sono a norma di legge, magari perché provenienti da altri Paesi. Possiamo incappare in medicinali contraffatti, con un dosaggio basso e quindi del tutto inefficaci, o troppo alto e per questo pericolosi; è facile anche trovare farmaci illegali in Italia o Europa, o con etichetta non conforme rispetto a quello che contengono, a base di ingredienti non controllati, scaduti e via dicendo.
Se per comodità non volete rinunciare all’acquisto online, seguite queste indicazioni di ISS: sappiate che la legge italiana prevede che si possano comprare solo farmaci senza obbligo di ricetta e solo presso le farmacie autorizzate dal Ministero della Salute. Per distinguerle, potete verificare che sul sito abbiano il logo che vedete in foto, scelto dalla Commissione Europea, oppure consultare sul portale del Ministero della Salute l’elenco delle farmacie autorizzate alla vendita online.

 

E ricordate, per qualunque dubbio, chiedete al medico o al farmacista, non a Internet!

 

Foto copertina: altroconsumo.it

 

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