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Bucato ecologico: ecco le 10 regole d’oro


Lavare i panni a basso impatto ambientale, inquinando meno e risparmiando anche sulla bolletta, è possibile: oggi vi svelo i miei 10 segreti per un eco bucato.

Ecocentrica nasce per riflettere insieme su quei piccoli gesti quotidiani che aiutano a ridurre l’impatto sul nostro pianeta: la politica avrà le sue mancanze, ma noi singoli cittadini abbiamo molto più potere di quanto non crediamo! Sono tante le cose che possiamo fare per essere più sostenibili e iniziare subito a inquinare meno, e una di queste è modificare alcune abitudini quando facciamo il bucato.

Sembrerà una banalità, con poca importanza, e invece ha un peso enorme sulla nostra impronta ecologica, tra emissioni di CO2, consumo di energia elettrica, di acqua (numeri impressionati: nei soli Stati Uniti, le lavatrici consumano ogni secondo la stessa quantità d’acqua che scorre dalle Cascate del Niagara in 11 giorni!). Per non parlare dell’inquinamento, provocato dalle sostanze contenute in detersivi, ammorbidenti, anticalcare e smacchiatori, che vengono riversati nelle acque: un esempio su tutti, i tensioattivi, solitamente ottenuti dal petrolio e quindi non biodegradabili, tossici per gli organismi acquatici.

Non possiamo rinunciare a lavare i nostri indumenti, ma possiamo fare molto per ridurre l’impatto ambientale di questa operazione: in questo post ho radunato i miei 10 suggerimenti per un bucato ecologico. Vedrete che sono trucchetti molto semplici, che non costano fatica né soldi, anzi, permettono anche di tagliare le spese!

1. Il lavaggio ecologico comincia dalla lavatrice

Come tutti gli elettrodomestici, anche le lavatrici sono dotate di un’etichetta riportante la classe energetica: una lavatrice in classe A, ovvero quella con l’efficienza più alta, consuma circa la metà in termini di kWh rispetto ad una di classe D (dati di ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Ricordate che molto spesso risparmio economico e basso impatto ambientale vanno a braccetto!

2. Lavare sempre a pieno carico: prima regola del perfetto bucato ecologico

Una regola che applichiamo spesso con la lavastoviglie, ma di cui ci si dimentica spesso e volentieri quando si tratta della lavatrice, è quella del cestello pieno. Il principio però è lo stesso: effettuare un ciclo di lavaggio per un paio di capi è un enorme spreco di acqua ed elettricità. Dicevamo, al punto 1, che una lavatrice in classe A permette di risparmiare circa la metà di energia elettrica: se il cestello non è a pieno carico, però, questo risparmio si riduce al 20%! Una volta scelto il prodotto più efficiente, la differenza sta nell’uso che se ne fa.

3. Come evitare il prelavaggio

Un bucato ecologico (e a basso impatto anche sulla bolletta) non va d’accordo con il prelavaggio, step dispendioso in termini di acqua ed energia, e spesso non necessario.
Se proprio dovete eliminare macchie dure a morire, trattatele prima del lavaggio in lavatrice: vi consiglio un ottimo smacchiatore, completamente naturale.

OFFICINA NATURAE Solara – Smacchiatore Ecologico Igienizzante (€ 6,95 / 600 ml)

Sempre ottimi i prodotti di questa azienda romagnola, che utilizza solo materie prime sostenibili e, nel caso della linea Solara, a km zero. Lo smacchiatore, a base di acqua ossigenata, si può utilizzare sui capi ma anche sulle superfici che hanno bisogno di essere igienizzante, nonché sugli indumenti dei bambini; certificato Vegan e bio da ICEA, funziona perfettamente! Un punto in più per la confezione in bioplastica.

4. Con l’ecolavaggio si risparmia

Ormai quasi tutte le lavatrici hanno l’opzione “Eco”; un lavaggio non molto amato perché richiede tempi più lunghi, a differenza del ciclo rapido, che sforna i capi lavati in 30 minuti. Il lavaggio eco impiega un po’ di più perché utilizza temperature più basse: proprio per questo motivo, però, permette di risparmiare circa la metà rispetto al lavaggio classico! Se di giorno siete sempre di corsa, sfruttate le ore serali e notturne per mettere in funzione la lavatrice: un altro trucco per tagliare i costi in bolletta.

5. Meglio le basse temperature

Se i capi non sono eccessivamente sporchi, o non ci sono necessità particolari per igienizzarli (ad esempio, se in famiglia c’è una persona con una malattia contagiosa), una temperatura di 30/40°C è più che sufficiente, anzi, oltre a garantire la stessa pulizia, vi permette di risparmiare fino al 70% di energia elettrica! Non solo, le basse temperature comportano minori emissioni di CO2 e sono meno aggressive nei confronti dei tessuti: in questo modo, i vostri abiti dureranno più a lungo.
Attenzione poi anche ai programmi di asciugatura: oltre al rischio di rovinare tessuti e colori, le asciugatrici sono tra gli elettrodomestici che consumano più energia. Pensate che, passando a un lavaggio a 30°C, consumerete un settimo rispetto al bucato a 60°C più asciugatrice! Capisco che a volte non si possa fare a meno dell’asciugatura, ma non dovrebbe essere un’abitudine quotidiana: se possibile, è sempre meglio stendere i panni al sole.

6. Lavatrici uniche o capi separati?

Piuttosto che eseguire più lavaggi con il cestello vuoto per metà, meglio farne uno solo accorpando bianchi e colorati: alle basse temperature non rischiate che stingano (ma, se volete essere sicure, potete utilizzare i foglietti acchiappa colore in commercio). Con un unico ciclo risparmierete tempo e denaro!

7. Occhio al detersivo per un perfetto bucato ecologico

Un aspetto fondamentale del bucato ecologico, perché spesso i detersivi contengono sostanze inquinanti per l’ambiente (nonché irritanti sulla cute). Quindi, per ridurre veramente l’impatto ambientale del lavaggio in lavatrice, bisogna scegliere con attenzione il prodotto adatto: preferite i detersivi da bucato a base di materie prime facilmente biodegradabili, facendo attenzione a non superare le dosi indicate sulla confezione (molti prodotti sono concentrati, utilizzarne di più, oltre a essere uno spreco, è anche un danno). Per una scelta ancora più eco, riduciamo i flaconi in plastica: le alternative non mancano, tra detersivi in polvere, solidi, in contenitori di vetro, bioplastica o ricaricabili!
Ecco un ottimo esempio, ecologico ma super efficace.

ESSENTIA – Detersivo Lavatrice (€ 6,90 / 1 L)

Con soli tensioattivi di origine vegetale, profumato con olio essenziale di lavanda da agricoltura biologica, è super concentrato: ne basta un cucchiaio a lavaggio. Bella profumazione che sa di fresco, delicato ma efficace; un ottimo prodotto.
Ecologico anche nel packaging: i flaconi sono in bioplastica, ottenuti dalla canna da zucchero, inoltre è possibile acquistare anche il prodotto sfuso!

8. Bucato ecologico: l’ammorbidente serve. Ma scegliamolo bene

È un prodotto un po’ controverso: da un lato è uno dei principali responsabili di allergie e dermatiti da contatto, per via di sostanze come tensioattivi, coloranti e profumi di sintesi; motivo per cui c’è chi suggerisce di evitarne del tutto l’utilizzo. In realtà, ho scoperto che l’ammorbidente ha sua funzione, che va oltre la morbidezza dei capi: serve per ridare ai tessuti un pH simile a quello della nostra pelle. Come mi ha spiegato Fabrizio Zago, autore di EcoBioControl, mettendo la pelle a contatto con i vestiti lavati con il solo detersivo, che ha un pH molto basico, correremmo il rischio di irritazioni; il vantaggio dell’ammorbidente è che ha pH 3-3,5, perciò abbassa quello dei capi lavati e lo riporta vicino ai nostri parametri.
Per non sbagliare, optare per un ammorbidente naturale: questo è un ottimo prodotto, ecologico anche nel packaging.

GREENATURAL – Ammorbidente Profumato alla Lavanda (€ 5,90 / 1 L)

Questa linea di detergenza è certificata ICEA, quindi non contiene ingredienti di sintesi né di origine animale: le materie prime sono vegetali e provenienti da fonti rinnovabili; in più, questo prodotto è stato dermatologicamente testato ed è risultato non irritante per la pelle, è privo delle principali sostanze allergizzanti e il contenuto di metalli pesanti come Nichel è molto inferiore al limite di tolleranza raccomandato (inferiore 0,4 ppm, contro la 1 ppm prevista). Buono il profumo alla lavanda; lascia i capi morbidi e anche molto più facili da stirare.
Disponibile anche nella confezione eco, il formato famiglia da 5 kg (€ 28,50) che vedete nella foto copertina di questo post; molto conveniente anche economicamente!

9. Cura lavatrice fai-da-te

Il cura lavatrice è un altro di quei prodotti spesso definiti inutili; diciamo che non è indispensabile, ma una lavatrice pulita, igienizzata e priva di residui di sporco, innanzitutto garantisce una buona riuscita del lavaggio dei capi. Inoltre, si tratta anche di manutenzione: un elettrodomestico più efficiente, lavora meglio e consuma meno; anche questo è un gesto indispensabile per un bucato ecologico. È vero però che la maggior parte dei prodotti in commercio inquina l’ambiente ed è anche costoso!
Fortunatamente esistono le alternative naturali. La mia preferita è quella a base di acido citrico, un ingrediente economico, ecologico e dai mille utilizzi, uno su tutto anticalcare, nemico numero 1 della lavatrice. Vi basterà creare una soluzione al 20%, mescolando 200 g di acido citrico e 800 ml di acqua; versatela direttamente nel cestello della lavatrice, poi avviate un lavaggio a vuoto ad alta temperatura (necessaria per l’azione sgrassante). Per una perfetta manutenzione del vostro elettrodomestico, ripetete questo trattamento una volta al mese.

10. No alla plastica in mare

La plastica in mare è una delle 6 grandi emergenze ambientali secondo l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente), e in parte ne siamo tutti responsabili. Sapevate che il 5%-10% delle microplastiche presenti in mare proviene dalle nostre lavatrici? I capi in fibre sintetiche come il poliestere (che rappresentano il 60% dei tessuti utilizzati per l’abbigliamento!), durante il lavaggio, disperdono dei frammenti che non vengono trattenuti dai filtri della lavatrice, così dagli scarichi domestici arrivano fino al mare.
Il problema dell’inquinamento da plastica è molto complesso, ma ognuno di noi può contribuire ad arginarlo. Un primo accorgimento è quello di tenere bassi i giri della centrifuga: 400 giri sono più che sufficienti per rimuovere l’acqua in eccesso senza “strapazzare” i vestiti (trucco utile anche per consumare meno). Un altro piccolo gesto che possiamo compiere è quello di utilizzare gli accessori giusti: di recente ho scoperto la Washing Bag di Guppyfriend, una semplice retina in cui inserire i capi sintetici durante il lavaggio in lavatrice (ma anche i delicati, per evitare che si deteriorino), utilizzabile a qualsiasi temperatura, che permette di trattenere le fibre tessili. Geniale!
Se siete interessati ad approfondire l’argomento, in questo post vi ho parlato di questo accessorio e in generale del problema delle plastiche in mare provenienti dai tessuti.

Spero di avervi dimostrato che fare un bucato ecologico ed essere ecocentrici non è né faticoso, né dispendioso, anzi, la maggior parte delle volte, vivendo in equilibrio col pianeta, ci si guadagna anche dal punto di vista della salute e da quello economico!

I contenuti di questo post non sono legati a nessun tipo di operazione commerciale.
Le aziende e i prodotti segnalati sono stati recensiti di mia iniziativa e in base ai miei gusti e valori.

Tessa Gelisio

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