Come si cerca di sabotare l’informazione
Prendere posizioni ben definite, come nel caso del referendum, dell’olio di palma o degli alimenti OGM, espone spesso e volentieri ad attacchi da parte di altre persone che frequentano le pagine social. È normale che ognuno abbia le proprie opinioni, il problema sono quelli che nel gergo di internet vengono chiamati “troll”, ovvero quelle persone che interagiscono con messaggi irritanti, provocatori, con lo scopo di disturbare, creare discussioni tra gli utenti e disinformare.
Foto: www.adweek.com
A volte mi è capitato che qualcuno intervenisse riportando o postando studi scientifici più o meno attendibili; la cosa strana però era che andando a controllare il profilo, scoprivo che non erano esperti in materia né particolarmente interessati all’argomento.
Mi sono insospettita e ho indagato un po’, per capire chi ci fosse dietro a questi messaggi, e ho scoperto che a volte sono delle vere e proprie figure professionali: il marketing delle aziende passa sempre di più attraverso la comunicazione sul web, utilizzata per vendere prodotti, far crescere i brand, conoscere nuovi prodotti e combattere i movimenti che ne minacciano gli interessi.
Infatti ho notato che queste incursioni quasi sempre avvengono quando tocco argomenti di interesse economico, come l’olio di palma, utilizzato da moltissime aziende, che sempre più consumatori, a forza di leggere articoli sui danni che causa alla salute o all’ambiente, hanno deciso di boicottare.
Nell’era in cui i social la fanno da padrone, quindi, le aziende di tutto il mondo si sono adeguate e hanno ricercato dei professionisti ad hoc per entrare nelle varie comunità virtuali e indirizzare l’opinione pubblica a proprio favore.
Foto: www.lucianogianni.it
Come agirebbero? L’ho chiesto ad Antonio Amendolagine, esperto di marketing: «Esistono una serie di utenti che interagiscono nelle comunità virtuali, che sembrano fatti apposta per osservare i siti o le pagine social in cui si fa cattiva pubblicità a certi prodotti, e siano pronti ad intervenire nelle discussioni promuovendone invece i vantaggi, magari screditando con commenti negativi i competitors. Ma è tutto perfettamente legale: sul web non esistono regolamenti che lo vietino.»
E così, nel “far west” del web, queste persone si fanno strada facilmente: i troll sui social sono in continua crescita e per conto della propria azienda contraddicono gli autori e confondono i lettori, che così non sanno più a chi credere e da che parte stare.
Attenzione dunque al rischio che corriamo di farci manipolare! Se pensiamo di avere a che fare con queste figure, per prima cosa cerchiamo di non farci intimidire, neanche da eventuali commenti pesanti; evitiamo di tentare di convincerli che abbiamo ragione, non possiamo far loro cambiare idea, perché stanno facendo il proprio lavoro; per lo stesso motivo, non diamo loro troppa corda, facendoci coinvolgere in lunghe discussioni: sarebbe solo uno spreco di energia.
Come diceva Einstein, “È difficile sapere cosa sia la verità, ma a volte è molto facile riconoscere una falsità.”
Foto copertina: www.stopfake.org
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